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Forcella (Napoli). Perché dover morire per vivere

Perché dover morire per vivere

Il dolore per i nostri fratelli del Bangladesh morti a Forcella è tanto, così come la rabbia di sapere che non sono gli unici e non saranno gli ultimi. Oggi si commemora un lutto, la morte, ma è bene interrogarci sulla vita di ognuno di loro e di noi tutti. Perché persone bisognose, dopo viaggi in cui vivono sofferenze indicibili per trovare salvezza, giungono nelle nostre terre e vengono maltrattati in questo modo? Sfruttamento, condizioni abitative disumane e razzismo uccidono le persone e le loro speranze.

Manifestazione Domenica 15 Settembre, ore 15, Grumo Nevano (NA): Appello contro le violenze razziste

AGGIORNAMENTO 15 SETTEMBRE:

Salutiamo l’adesione al nostro appello di Rifondazione Comunista.

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AGGIORNAMENTO 14 SETTEMBRE:

Care amiche e cari amici,

Appello contro le violenze razziste: manifestazione del 15 Settembre

Cari amici e amiche,
di seguito l'appello che rivolgiamo a tutte le persone solidali per rispondere alle violenze razziste avvenute in questi giorni. Per l'adesione potete contattarci.

Associazione Antirazzista Interetnica "3 Febbraio"

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Appello alla gente di buona volontà, a chi ha a cuore l'umanità, agli antirazzisti

Bangladesh: per i diritti e la libertà, contro le divisioni politiche e la violenza

Bangladesh: per i diritti e la libertà
contro le divisioni politiche e la violenza

Dopo settimane di proteste, gli studenti del Bangladesh hanno ottenuto che il “sistema quote” ( l’accesso al pubblico impiego per categorie privilegiate) fosse ridimensionato. Le manifestazioni sono state ferocemente represse dal governo: centinaia sono state le persone uccise. Tuttora continuano gli arresti, i sequestri e le sparizioni delle persone coinvolte nelle manifestazioni.

No alla repressione contro gli studenti in Bangladesh. Per i diritti e la libertà, contro il “sistema quote”

No alla repressione contro gli studenti in Bangladesh

Per i diritti e la libertà,
contro il “sistema quote”

Da settimane gli studenti stanno manifestando contro il “sistema quote”: vogliono che venga abolita la norma per cui il 30% dei posti nei lavori pubblici sono destinati ai figli e ai nipoti dei veterani di guerra.
Le manifestazioni sono iniziate pacificamente ma poi sono state represse nel sangue dalle forze di polizia, che in pochi giorni hanno ucciso più di cento persone.