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manifestazione a Napoli

L’Associazione 3 Febbraio rivolge un caloroso appello a tutti i fratelli e tutte le sorelle immigrate, alle associazioni, alle comunità a tutti gli antirazzisti ad unirsi nella manifestazione di protesta che si terrà sabato 3 marzo 2007.

Per affermare la libertà e la dignità di tutti e tutte saremo in piazza a lottare per:

 Sanatoria generalizzata
 Ripristino dei soggiorni bloccati nelle Questure
 Diritto d’asilo
 Contro l’opera costante di repressione operata da parte delle istituzioni nei confronti dei venditori ambulanti

LOTTA DEI VENDITORI AMBULANTI A NAPOLI CONTRO LA REPRESSIONE

Napoli, 19/2/2007

Nelle ultime settimane in diverse zone della città le forze di polizia stanno rendendo impossibile il lavoro dei venditori ambulanti con continui controlli, sequestri e restrizioni.
Centinaia di persone, italiani e immigrati, che devono a questa
attività la loro sussistenza, rischiano concretamente di perdere il lavoro.

Appello per il dialogo interreligioso e la solidarietà


Appello promosso dall’Associazione antirazzista e interetnica ‘3 Febbraio’

Una parte consistente dell'umanità si riconosce in una fede religiosa, vi trova punti di riferimento fondamentali per la propria vita. Anche per questo le religioni e le questioni religiose si ritrovano pienamente e contraddittoriamente al cuore degli avvenimenti mondiali e dei grandi processi e cambiamenti in atto nel mondo. Tra questi si distinguono i flussi migratori che mettono in contatto, con una intensità e un'ampiezza senza precedenti, milioni di donne e uomini di fede diversa, oltre che appartenenti a tante etnie, nazionalità, ecc.

L’autodifesa può vincere quando inizia la solidarietà interetnica

Il termine stesso, autodifesa, presuppone un protagonismo che non bisogna dare per scontato.
Dopo l'ennesima aggressione da parte delle forze dell'ordine ai danni di un nostro fratello senegalese, a Genova, gli immigrati/e e gli antirazzisti che vivono in questa città hanno dato vita ad una risposta che non è stata per niente casuale (di questo riportiamo nelle pagine di questa news). Sono anni, infatti, che l’Associazione ‘3 febbraio’ propone e pratica la scelta di piena accoglienza e in questo l'autodifesa come forma affermativa individuale e collettiva di reazione alle aggressioni e agli abusi delle forze dell'ordine e dei razzisti. Dopo l'aggressione subita da un nostro fratello è maturata ancora di più la consapevolezza che non c'è nessuno a cui delegare la nostra incolumità: se sono gli stessi "tutori dell'ordine" gli aggressori, a chi, chiedere di difenderci? questa è una domanda che rivolgiamo alla nostra gente da anni, dialogando e suscitando in ciascuno la responsabilità della comune incolumità e vita. Stiamo imparando che soltanto noi stessi in prima persona possiamo garantirle. Ecco perché parliamo di protagonismo nell’iniziare a fare da se, autoresponsabilizzandosi per se stessi e per i propri fratelli e sorelle. Uno degli aspetti fondamentali, infatti, è la solidarietà: scendere in piazza o partecipare ad una manifestazione, intervenire in un’assemblea, informare il quartiere andando oltre la propria comunità, è fondamentale ma decisivo è coinvolgere tutti e tutte, rendere partecipi e responsabili tutte le comunità nell’attivarsi per la solidarietà. Per esempio, per un fratello del Senegal non basta la solidarietà della propria comunità; è decisiva la solidarietà delle comunità arabe, delle comunità sudamericane, italiana ecc.

Libertà per N'Diawara

Genova, giovedì 26 ottobre. Il clima in centro storico era teso a causa dell’operazione massiccia dei finanzieri e carabinieri.

Secondo la ricostruzione fatta da diversi testimoni, intorno alle 21.00 N’Diawara, senegalese che vive in via Prè, viene fermato sotto casa da circa 20 finanzieri, che gli ordinano di portarli nella sua abitazione. Di fronte al suo rifiuto i finanzieri non esitano ad aggredirlo nell’atrio del palazzo. Lui ha cercato di difendersi senza successo mentre al di fuori del portone vi erano diverse persone fra cui amici di N’Diawara che cercavano di entrare nel palazzo preoccupate dalle sue urla. Non riuscendo ad entrare nel palazzo in quanto i finanzieri avevano bloccato la porta, qualcuno ha chiamato i carabinieri sperando che interrompessero il pestaggio.