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Poche illusioni nel governo, molta fiducia nella lotta

Era stata da tutti annunciata una forte vittoria del centro-sinistra contro Berlusconi. Non è stato così, il risultato elettorale ci dice di una tenuta del centrodestra e di una sinistra che a stento riesce ad avere la maggioranza.
Naturalmente più che il dato politico ci interessa la sorte dei nostri fratelli e sorelle immigrati. Negli ultimi tempi è cresciuto l’egoismo sociale, il razzismo e anche la campagna elettorale è stata, da subito, inquadrata dal centro-destra per recuperare I consensi dei settori più cattivi della società. Oggi purtroppo Forza Italia rimane il primo partito; i valori negativi su cui si è basata permangono e, dall’opposizione, possono prendere strade anche più violente. La stessa sinistra non ci convince, e con una maggioranza così ristretta sarà ancora più preda del suo immobilismo. E’ bene non dimenticarci chi sono e che Prodi ha già governato in questo Paese. Non possiamo dimenticarci che le prime leggi contro gli immigrati le ha fatte lui: i CPT, i flussi programmati, il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro.

Truffe e ricatti del decreto flussi

Denunciamo l’indegno, indecoroso e disumano risvolto della legge sulle quote per gli immigrati del governo di centro-destra.
Come tutti gli anni essa si sta rivelando l’ennesima frustrazione delle speranze di regolarizzazione per centinaia di migliaia di persone.
A Fronte dei 170.000 posti disponibili ci sono oltre 500.000 probabili richieste. Quest’anno però alle solite truffe, ricatti e illusioni da parte dei datori di lavoro ai danni degli immigrati si è anche aggiunta la truffa dei Kit gratuiti però venduti a centinaia di euro. Ci risulta direttamente che due fratelli immigrati si sono rivolti a noi per denunciare il pagamento del Kit per la regolarizzazione a 100 euro uno e 130 l’altro. Il tutto è stato reso possibile dalla pressoché nulla informazione che gli uffici preposti hanno dato nei giorni scorsi e dalla cattiveria e infamia di chi specula sulla precaria condizione degli immigrati, sulla confusione, per lucrare.

Una risposta affermativa all'arroganza dell'occidente

La vicenda delle vignette offensive contro il profeta Mohammed ci ha fatto molto male. Ancora di più il seguito di arroganza dell’occidente, di pretesa superiorità, di violenza nei confronti dei fratelli e delle sorelle di fede islamica. Dall’11 settembre in poi con più convinzione e decisione che nel passato, gli opinionisti, i mass media, i politici e governanti occidentali, non perdono occasione di attaccare chi la pensa diversamente da loro, chi cerca come tanti di noi di vivere la propria libertà di idee, di religione, di vita in questo mondo.
Sappiamo bene come da quel giorno anche portare la barba o parlare in arabo in questo occidente spesso significa essere perseguitati. Nella Francia democratica portare il velo per tante sorelle può causare l’espulsione da scuola o offese peggiori. Le potenze imperialiste complici anche le gerarchie locali, nel tempo hanno oppresso, sfruttato i popoli del sud del mondo e negli ultimi anni occupato direttamente posti come l’Iraq e l’Afghanistan. Abu Grahib, Guantanamo e altri episodi ci spiegano bene qual è la loro civiltà.

Contro le violenze razziste di Sassuolo

Domenica 19 febbraio, a Sassuolo, un fratello marocchino è stato picchiato brutalmente durante un fermo da parte di due carabinieri e un poliziotto. Si tratta di un gravissimo atto di violenza gratuita e ingiustificata a sfondo razzista proprio perché esercitata nei confronti di una persona indifesa.
Purtroppo questo non è l’unico episodio di abuso perpetrato negli ultimi tempi dalle forze dell’ordine in particolare verso i fratelli immigrati: dai continui abusi dentro e fuori i CPT alle umiliazioni subite nelle Questure e negli uffici immigrazione fino ad arrivare all’assassinio, a Ferrara, di un diciottenne considerato un “diverso”.

Verità e giustiza per Abdel Kalek

Un giovane, un ragazzo del Marocco è morto ucciso da un colpo di pistola (l’uccisore dice accidentale, testimoni affermano il contrario) da un vigilantes, a Milano in via Padova.
Il luogo è un palazzo fatiscente dove vivono centinaia di immigrati costretti a ricatti, in condizioni di precarietà ed emarginazione. Il proprietario dello stabile, come succede in molti casi, aveva un unico interesse: sfruttare le già difficili condizioni degli immigrati per arricchirsi. La squadra dei vigilantes assoldata dal proprietario per mantenere il controllo sullo stabile era stata denunciata a più riprese dagli immigrati per i maltrattamenti e le minacce, spesso queste denuncie di minacce a mano armata erano state inoltrate alle autorità, senza conseguenze.