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Dopo intervista al Sole 24 Ore

Sierra Leone. La società civile chiede più impegno e solidarietà da parte dell’Unione europea

EveryOne Group - Mer, 30/08/2017 - 15:29
Da alcuni anni EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani con sede in Italia, segue molto da vicino l’evoluzione della società sierraleonese, passata dagli anni della guerra civile, delle stragi e dei saccheggi a un periodo di pace e ricerca del benessere comune.



Un periodo che prosegue ancora oggi, dopo che la nazione africana ha dovuto affrontare, a partire dal 2014, la tragica emergenza dell’epidemia del virus Ebola. 

In quello stesso anno il poeta Roberto Malini e l’artista Dario Picciau, attivisti e co-presidenti con Glenys Robinson di EveryOne Group, hanno realizzato il progetto “Le stelle nella risaia” per promuovere, insieme alle istituzioni della Sierra Leone, quelle pubbliche e private veronesi, UNICEF e attraverso l’EXPO di MIlano 2015, la creazione di “villaggi intelligenti” nelle zone agricole del paese. Villaggi finalizzati a rendere autonome le popolazioni indigenti attraverso la produzione biologica razionalizzata del riso.

La favola illustrata “Le stelle nella risaia” è inoltre stata al centro di una campagna per sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di affrontare i drammi dell’indigenza e della fame attraverso la cooperazione internazionale.

Il 14 agosto 2017, dopo aver appreso degli effetti devastanti dell’alluvione che nelle prime ore del mattino aveva colpito la capitale Freetown e alcune zone limitrofe, EveryOne Group inviava un appello urgente alla Commissione europea e alle Nazioni Unite, chiedendo un intervento solidale immediato, economico e logistico, per aiutare le istituzioni locali ad affrontare la peggior catastrofe naturale mai verificatasi in Sierra Leone. “La Commissione europea è intervenuta con estrema urgenza,” spiegano i presidenti dell’organizzazione umanitaria, “ma probabilmente ha sottovalutato l’entità della tragedia. Lo stanziamento di trecentomila euro dimostra che l’Unione europea è vicina al popolo della Sierra Leone, ma le risorse che servono in questo momento per fronteggiare le emergenze sono di gran lunga maggiori. Anche le Nazioni Unite, che hanno erogato la somma di centocinquantamila euro**, probabilmente non hanno avuto il tempo di valutare le proporzioni del disastro e la gravità dell’emergenza umana, che vede migliaia di persone evacuate, fra le quali più di duemila bambini. Tutti senza più un tetto sulla testa né risorse per sopravvivere.

E’ importante che i fondi di solidarietà internazionale vengano aumentati in misura considerevole. Se pensiamo che l’Unione europea devolve circa trecento miliardi di euro annui alle spese militari, è facile rendersi conto della sproporzione rispetto agli investimenti in solidarietà orientati alla salvaguardia di vite umane e a garantire pace e stabilità ai popoli. Da questo passo di civiltà cui sono chiamate le istituzioni internazionali dipendono oggi la vita e il futuro di tante persone di Freetown”.

EveryOne Group è aggiornata in tempo reale sulla drammatica situazione che riguarda la popolazione colpita dall’alluvione, grazie
alla sinergia con la ONG “Betteh Life Salone", fondata e diretta da Edward Marcco Koroma e Jamil Sheriff. “Una situazione che richiede un intervento della massima urgenza da parte della comunità internazionale,” precisano i presidenti di EveyOne Group, “tanto che abbiamo inoltrato al Commissario Europeo per l’Aiuto Umanitario e la Gestione delle Crisi Christos Stylianides un nuovo appello, in cui lo ringraziamo dell’intervento effettuato, ma gli chiediamo di non sottovalutare la tragica condizione in cui si trovano ancora oggi le popolazioni delle aree colpite dal disastro e di agire con la massima solidarietà, stanziando risorse adeguate alle dimensioni della catastrofe che la Sierra Leone sta fronteggiando”.

"Le chiediamo, caro Commissario,” è scritto nell’appello, "di intervenire con mezzi consistenti, dimostrando quella solidarietà, quell’umanità, quella generosità e quell’amore che sono le fondamenta stesse del progetto dell’Unione europea. Le istituzioni della Sierra Leone hanno bisogno di un contributo economico e logistico da parte dell’Ue adeguato all’enormità della tragedia e alle necessità in cui si trova la gente rimasta senza casa e senza risorse. Solo così noi tutti saremo degni dei valori che promuoviamo attraverso la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e avremo meritato effettivamente il Premio Nobel per la Pace che l’Ue ha ricevuto nel 2012".

Il testo dell’appello riporta la terribile emergenza che sussiste tuttora nella zone della Sierra Leone colpite dall’alluvione, attraverso le parole dell’operatore umanitario sierraleonese Edward Marcco Koroma corredate da fotografie che mettono in luce la violenza con cui la natura ha devastato Freetown, ma anche la speranza nel futuro, ben rappresentata dai bambini tratti in salvo dalla ONG “Betteh Life Salone":

“Nelle prime ore di lunedì 14 agosto 2017 abbiamo sperimentato gli effetti della più grave catastrofe naturale che abbia mai colpito i nostro paese, quando l’alluvione ha reclamato più di mille vite umane, distruggendo abitazioni e infrastrutture, fra cui le scuole. Più di duemila bambini sono ora senza casa, orfani e privati dei mezzi basilari di sopravvivenza: cibo, medicine, indumenti. Bisogna restituire loro un avvenire. La condizione delle persone evacuate dalle zone colpite dal disastro necessita di aiuti urgenti, che finora non sono pervenuti. Ci auguriamo che la situazione cambi al più presto e che ci sia la possibilità di restituire ottimismo ai bambini e a tutte le persone colpite da una catastrofe senza precedenti”.


Nelle foto, un gruppo di bambini sopravvissuti, con gli operatori umanitari della ONG “Betteh Life Salone”; una strada di Freetown colpita dal disastro naturale e uno dei tragici momenti di recupero delle vittime.

*https://ec.europa.eu/echo/news/eu-sends-emergency-relief-sierra-leone_en
**http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=57358#.WaPzuK1ab1w



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Il terrorismo ha ucciso nel solo 2016 oltre 34 mila persone

EveryOne Group - Mar, 29/08/2017 - 11:23
Uno studio dell'Università del Maryland rivela che nel solo 2016 vi sono state nel mondo ben 34.676 vittime del terrorismo, di cui 238 in Europa.

Gli atti di terrorismo conosciuti sono stati, sempre nel 2016, 13.488. Numeri di una guerra, che non vanno sottovalutati e che devono vedere i popoli del nostro pianeta uniti contro la barbarie e a difesa della pace.
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Alluvione in Sierra Leone, EveryOne Group: “Onu e Ue intervengano con urgenza”

EveryOne Group - Lun, 14/08/2017 - 08:27
EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani, ha trasmesso un appello urgente al Parlamento europeo, alla Commissione europea, al Consiglio dell’Ue e alle Nazioni Unite, chiedendo un intervento economico e logistico urgente a sostegno della popolazione della Sierra Leone colpita dalla recente alluvione.



Interi quartieri sono stati sommersi da un fiume di fango e il tragico bilancio di oltre trecento morti è probabilmente destinato a salire. I promotori dell’appello hanno un rapporto profondo con la gente della Sierra Leone: nel 2015 Roberto Malini ha ricevuto dalle istituzioni della nazione africana l’onorificenza di Poeta Laureato e Dario Picciau di Artista Laureato. Da alcuni anni i due artisti e difensori dei diritti umani, co-presidenti insieme a Glenys Robinson di EveryOne Group, sono impegnati in progetti di cultura e civiltà a sostegno delle popolazioni sierraleonesi che si trovano in gravi condizioni di indigenza e fame.

“Le case sono sommerse dal fango,” spiegano Malini e Picciau, “e almeno ottomila persone sono senza casa, in condizioni socio-sanitarie drammatiche. E’ fondamentale che la comunità internazionale agisca con la massima tempestività, mettendo a disposizione delle autorità locali risorse economiche e logistiche. Ogni ora che passa è causa della perdita di vite umane. Bisogna evacuare le famiglie rimaste senza casa, spianare le strade, effettuare operazioni di drenaggio. Mancano medicine, cibo, vestiti. E’ fondamentale prestare cure mediche ai malati con urgenza e prevenire le epidemie". Nel recente passato gli appelli promossi da EveryOne Group sono stati raccolti tempestivamente dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite; per esempio, nelle ore successive al terremoto in Ecuador e in occasione dell’alluvione in Perù.

“Il popolo della Sierra Leone è forte e coraggioso,” concludono i due autori e attivisti umanitari, “ma le famiglie colpite dal disastro di Freetown sono allo stremo delle forze e tutt’altro che al sicuro. Bisogna intervenire entro le prossime ore, con solidarietà e organizzazione, per evitare nuove perdite di vite umane e iniziare la ricostruzione dei quartieri colpiti dall’inondazione e dalle frane”.

Aggiornamento del 26 agosto

Unione europea e Nazioni Unite hanno risposto al nostro appello trasmesso loro in data 14 agosto, ma i loro interventi sono stati finora poco generosi e poco adeguati a una catastrofe di enormi proporzioni, che ha provocato - si stima - almeno mille vittime e lasciato migliaia di bambini, donne e uomini senza casa né risorse. La nostra azione di sensibilizzazione, il nostro dialogo con le istituzioni internazionali proseguiranno finché Europa e Onu non daranno una risposta adeguata, che potrebbe ancora salvare tante vite umane.

Nelle foto, immagini della catastrofe a Freetown e dintorni; un gruppo di bambini evacuati dalle aree colpite dall’alluvione, con i volontari della ong Betteh Life Salone



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Traffico di esseri umani: come eravamo e come siamo

EveryOne Group - Gio, 10/08/2017 - 08:33
Nascono sempre più spesso pagine Facebook contro il razzismo: un fenomeno virtuoso che serve a denunciare una delle piaghe più terribili che affliggono le nostre società.

In quel periodo il traffico di esseri umani veniva combattuto concretamente ed efficacemente, grazie alla cooperazione fra Nazioni Unite, Unione europea e organizzazioni umanitarie come EveryOne Group e New Generation Fondation for Human Rights. Oggi i trafficanti agiscono indisturbati, protetti da istituzioni e autorità, collegati alle mafie internazionali. 

Il governo italiano - forse inconsapevolmente, per ignoranza del fenomeno - stringe accordi proprio con i governi e i gruppi collusi con il più orrido malaffare oppure combatte le Ong (che fra mille errori almeno si impegnano per salvare vite umane) e i ragazzini di 17/18 anni costretti dai criminali (che restano sempre sulla terraferma) a fungere da "scafisti", per pagare così la traversata. Questi giovani profughi, che sono a propria volta vittime, subiscono poi pesanti condanne nelle corti di giustizia italiane, perché neanche i magistrati hanno una conoscenza sufficiente delle dinamiche del traffico. Le organizzazioni umanitarie che risultarono decisive nelle operazioni di lotta al traffico di profughi e che salvarono numerosissime vite umane hanno ancora la competenza per consigliare le autorità internazionali su come agire per colpire i trafficanti (quelli veri!), ma non vengono ascoltate ed è stata applicata nei loro confronti la più stretta censura mediatica.

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I nuovi respingimenti

EveryOne Group - Mer, 26/07/2017 - 08:34
Il premier libico Fayez al Serraj e Paolo Gentiloni stanno giungendo a un accordo che prevede il supporto tecnico da parte del governo italiano alla Libia riguardo alle politiche su migranti e profughi, con una massiccia presenza di unità navali italiane in acque libiche, "per contrastare i trafficanti di esseri umani".
In realtà si tratta di un piano di respingimenti istituzionalizzati, in violazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951. Sappiamo tutti che i trafficanti operano sulla terraferma, godendo spesso della protezione delle autorità. Gli scafisti sui barconi sono invece, in genere, migranti disperati, cui i predoni affidano l'incarico di tenere la rotta verso le coste italiane. Non disponendo del denaro per pagare la traversata, assumono quel ruolo, con le conseguenze giuridiche che esso comporta una volta terminato il viaggio.

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Genova combatte i poveri, non la povertà

EveryOne Group - Ven, 21/07/2017 - 08:36
Anziché combattere la povertà, la giunta comunale di Genova - sulle orme della precedente - combatte i poveri. Nessuno ne parla con parole di sdegno e denuncia.

Almeno cento associazioni che dichiarano di occuparsi di diritti umani tacciono indifferenti di fronte a un'autentica persecuzione contro i gruppi sociali indigenti ed emarginati. Nel centro storico avviene quotidianamente una repressione capillare di poveri, mendicanti e venditori di strada. Ora questa linea dura - che sostituisce programmi di assistenza, che sarebbero invece necessari per debellare il disagio sociale - si è spostata anche a Sampierdarena, con un nuovi sgomberi e nuove operazioni repressive che colpiscono le persone più vulnerabili. E non si può neanche sperare nella cosiddetta "opposizione", che si rispecchia nelle politiche del nuovo sindaco. Si può solo operare con buona volontà per dare un minimo sostegno e gli opportuni consigli alle famiglie perseguitate.

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Ong come lavanderie

EveryOne Group - Lun, 10/07/2017 - 08:37
Finanziamenti e sostegno in cambio di un... servizio di lavanderia.

Molte Ong restituiscono a istituzioni, agenzie di influenza politica e aziende una parvenza di pulizia morale e di dimensione umanitaria dietro congrui riconoscimenti economici, spazio sui media e diverse forme di supporto. Chi davvero si occupa di diritti umani e civili, lo fa quasi sempre con le proprie risorse, circondato da ostilità, colpito da repressione e in condizioni di grave difficoltà.

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Tortura, finalmente è reato anche in Italia

EveryOne Group - Gio, 06/07/2017 - 08:40
Dopo quasi dieci anni di impegno nei confronti del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa - cui abbiamo presentato dossier, testimonianze e appelli - affinché venisse fatta pressione sulle istituzioni italiane riguardo all'introduzione del reato di tortura, EveryOne Group accoglie con soddisfazione l'approvazione alla Camera del testo che introduce il nuovo delitto.

La repressione subita dai nostri attivisti che hanno denunciato tanti abusi commessi dalle forze dell'ordine non è bastata a fermare questo passo di civiltà, che non è stato "spontaneo" nel nostro paese, ma richiesto proprio dal Consiglio d'Europa, che ringraziamo.
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G20: vincono le politiche prive di responsabilità e civiltà

EveryOne Group - Gio, 06/07/2017 - 08:38
G20: passo indietro sul clima. Mentre si afferma l'irreversibilità dell'accordo di Parigi, si accetta un grave compromesso che permette a uno stato dei 20, gli Usa, di attuare una politica climatica individuale.

Una politica irresponsabile, che promuove ancora i combustibili fossili. Di fatto, è stata abbandonata la via virtuosa, con conseguenze che potrebbero condurre il mondo a un punto di non ritorno. Si segnala inoltre un passo indietro, drammatico, sul tema delle migrazioni: a causa dell'opposizione di Russia e Cina, non saranno previste sanzioni contro i trafficanti di esseri umani. Il clima diplomatico è surreale. Mentre lotta alla criminalità, politiche virtuose sul clima e diritti umani vengono traditi e calpestati, i leader del G20 rilasciano dichiarazioni improntate all'ottimismo, indifferenti alla crisi di civiltà che - con i loro sorrisi e le loro strette di mano - hanno aperto.

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Profughi: nuove soluzioni umanitarie che garantiscano i loro diritti

EveryOne Group - Gio, 29/06/2017 - 14:48
Il problema è che le istituzioni non fanno nulla di efficace né in Italia né nei paesi da cui i profughi partono. Anziché finanziare i governi di Libia, Egitto, Niger ecc.

per dare la caccia ai migranti e incarcerarli, si dovrebbe, con UNHCR, fondare villaggi di accoglienza temporanea (non però gli attuali lager, ma luoghi dove si possa vivere dignitosamente) nei paesi indicati, valutare bene lo status dei profughi e prevedere - quando non vi sono titoli per l'asilo - un rimpatrio sicuro cessato il periodo di emergenza. Quindi monitorare la condizione dei migranti dopo il rimpatrio, per evitare abusi. Si spenderebbe molto meno, non si avrebbero morti in mare (o comunque si limiterebbero di molto), si eviterebbe di accogliere i non aventi diritto e soprattutto si garantirebbero condizioni di vita umane a chi fugge da un problema umanitario.

Abbiamo inviato un appello alle istituzioni internazionali affinché intraprendano nuove soluzioni umanitarie che garantiscano i diritti di migranti e profughi e pongano fine alla tragedia delle morti in mare.

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