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Ad un anno dalla morte di Ibrahime Diop.Per non dimenticare.
Per non dimenticare, visto che la magistratura dimentica……
Il 18 agosto 2005 a Napoli nel corso di una rapina viene barbaramente accoltellato e ucciso un giovane senegalese,si chiamava Ibrahime Diop e aveva 24 anni. La famiglia di Ibrahime e l’associazione “3 febbraio” si costituiscono parte civile. Dopo pochi giorni in un campeggio in Puglia viene arrestato un giovane napoletano, è l’assassino di Ibrahime.Identificato anche grazie al contributo offerto dall’unico testimone oculare,un immigrato irregolare senegalese che era in compagnia di Ibrahime e che per testimoniare al processo aveva ottenuto un permesso speciale per motivi di giustizia.
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A fianco dei nostri fratelli in Palestina e Libano
Per il diritto all’autodetrminazione dei popoli
Da giorni è in atto la guerra di Israele sostenuto dagli altri governi, Usa in testa, contro le popolazioni del Libano e il popolo palestinese.
Questo Stato fin dalla sua fondazione ha usato una violenza militare enorme nel tentativo di fiaccare la resistenza di milioni di persone che lottano per la propria terra. Nonostante i bombardamenti, la violenza inaudita, la distruzione di infrastrutture, non ci stanno riuscendo. La forza della gente del Libano, la resistenza anche militare che Hezbollah sta opponendo all’invasione di Israele, ci dicono che c’è qualcosa di più potente del fuoco degli eserciti. Il popolo palestinese ce lo dimostra da oltre cinquant’anni con la sua resistenza ad Israele. Questa è la forza di un’intera popolazione che lotta per la sua dignità, per la sua terra, per vivere bene. Per queste ragioni il nostro schieramento a fianco del popolo palestinese e libanese è forte e determinato.
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Oltre le bandiere
di Mamadou Ly
I mondiali di calcio – quelli del 2006 ormai volgono verso il termine – fanno parte di quegli eventi che catalizzano l’attenzione di centinaia di milioni di persone e si impongono all’attenzione di tutte e di tutti per un mese.
Per molti sono l’occasione di consapevolezza concentrata e più o meno pensata di vivere in un mondo notevolmente più vasto del proprio, di avere passioni ed interessi condivisi con milioni di altri individui, molto lontani e diversi da sé ma che ugualmente gioiscono o soffrono per le performance della “propria” squadra o le prodezze di tale o tal’altro campione.
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Permessi di soggiorno falsi: condannato un truffatore
Questa mattina il giudice Andrea Casella della VII sezione penale del Tribunale di Napoli ha condannato in primo grado Vincenzo Cimmino, incensurato, a un anno e sei mesi (con sospensione della pena) e al pagamento di 6000 € per truffa ed estorsione nei confronti di Bambore Tonkougna, cittadino del Burkina Faso.
Il signor Cimmino aveva preteso da Bambore i soldi per la regolarizzazione secondo la legge Bossi-Fini senza poi inviare la documentazione e versare la somma per la sanatoria all'INPS, come è successo in decine di altri casi. In questo caso, come risulta dalle indagini svolte dalla polizia, il Cimmino ha persino fornito una ricevuta di versamento risultata falsa intorno alla quale non si esclude che ci sia stata una complicità all'interno dell'ufficio postale.
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APPELLO DI SOLIDARIETA’ PER LA REGOLARIZZAZIONE DEGLI IMMIGRATI TRUFFATI A SEGUITO DELLA SANATORIA BOSSI-FINI
Siamo immigrati provenienti da varie parti del mondo, qui in Italia per migliorare la nostra vita. Nel 2002 il governo Berlusconi ha varato una regolarizzazione per coloro i quali lavoravano in Italia. Noi tra questi abbiamo fatto le pratiche di regolarizzazione sperando finalmente di poter stabilizzare la nostra situazione. Così abbiamo chiesto al nostro datore di lavoro di fare i documenti necessari. Da premettere che ognuno si noi è qui da prima del 2002 e sono quasi 7,8 anni che non torniamo nel nostro Paese dai nostri cari. Tutto ciò e avvenuto nel settembre 2002. Un anno dopo non avendo più notizie della nostra situazione siamo andati alla Prefettura dove ci hanno detto che il soggiorno era stato rigettato. Così dopo un momento di smarrimento ci siamo rivolti all’Associazione 3 Febbraio per lottare e sostenere i le nostre richieste. Nel frattempo siamo venuti a conoscenza che la Questura di Napoli ci aveva denunciato perché complici dei datori di lavoro, i quali pur avendoci truffato, non sono ancora considerati colpevoli. La nostra indignazione è stata grande: abbiamo più volte manifestato davanti la Prefettura di Napoli, abbiamo fatto scioperi della fame, abbiamo anche denunciato alla magistratura i nostri datori di lavoro che hanno fatto i contratti falsi. Fin ora le istituzioni, che pure chiedono ai cittadini di collaborare, di essere al loro fianco nella denuncia dei criminali, non hanno mosso un dito a nostro favore. Prefettura, Comune, Questura, finanche il Governo che pure abbiamo interpellato, non hanno dato nessun cenno. C’è da aggiungere che questi criminali, dopo averci sfruttato, per fare le pratiche della regolarizzazione( che la Questura ritiene false) si sono fatti dare da ognuno di noi 3000, 4000, anche 5000 euro. Tali somme sapete bene che sono per noi i risparmi di una vita.
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