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إيطاليا يريد حصار بحري على ليبيا

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 14:50
هذا الفكر من الحكومة الإيطالية لمكافحة إنزال المهاجرين هو الحل، بدلا من حل المشكلة، هو حل جيد للإجماع داخلي وليس أن تكون فعالة حقا في معالجة المشكلة. أساسا ينوي روما أن تطلب من مجلس الأمن الدولي للنظر في الإجراء لجعل حصار بحري على ليبيا. ما وراء ما سيقرر الأمم المتحدة، يبدو أن هذا الإجراء افتراضية غير كافية ويستحيل تحقيقه. كيف يمكنك السيطرة على جميع الساحل الليبي، ناهيك عن أن العديد من القوارب المتجهة إلى إيطاليا تغادر أيضا من دول شمال أفريقيا الأخرى، ماذا سيكون التدابير التي سيتم استخدامها مع هذه الحرفة اشتعلت وأي نوع سوف تلمس شخصا كانوا على متن القوارب التي تمكنوا من الهروب من منع؟ وعلاوة على ذلك أسباب اليائسين الذين يواجهون عدة كيلومترات ألف في معظم السنوات يمكن أن تتغير إلا مع وجود الحصار البحري؟ لأولئك الذين يصلون في ليبيا ما مصير تستعد؟ الأجوبة واضحة على هذه الأسئلة اتخاذ القرار من قبل الحكومة الإيطالية يعتقد غير مناسب، ولكن هناك أيضا أسباب أخرى ذات طابع دولي ينبغي أن تجعلك تفكر. توفر تأكيدات من الحكومة غير شرعية من طرابلس، والذي أطاح بالحكومة المنتخبة شرعيا، فروا إلى طبرق، ينبغي أن مريب حول هذا الافتتاح. الحكومة التي تولت السلطة في طرابلس هو مطاردة الإسلاميين، على الرغم من عدم كونها على المواقف المتطرفة للدولة الإسلامية، لديها العديد من الأعضاء، الذين، يعتقد، تشكل جزءا فاعلا في الاتجار بالبشر ولها كل حافز لإيجاد الاعتراف الدولية، منذ لا تعترف بها أي دولة. سوف إيطاليا جلب هذا الاقتراح حتى قبل مجلس أوروبا إلى الهجرة، مع إضافة لإنشاء قوة الشرطة الأوروبية قادرة على مواجهة الاتجار بالبشر. هذه الاستجابات يبدو اتسمت لهجة قوية، مع نية واضحة لإرضاء، على الأقل جزئيا السخط الداخلي على حد سواء الإيطالي والأوروبي، إلى الهجرة من قبل الحركات الشعبوية قوية على نحو متزايد، ويبدو تصور في أعقاب الحاجة ل التعامل مع الانتخابات القادمة أو تناقضات مع كانت الأكثر تأثيرا. يبدو من المنطقي أن النقيض من تجار البشر ويجب أن تكون هذه الخطوة ضرورية، لكنه وحده لا يكفي إذا لم يتم حل المشكلة من جذورها، حيث هو الحاجة للهروب، لوجود الحرب والمجاعة. المشكلة معقدة جدا بحيث لا يمكن حلها مع فعل واحد من القوة التي يمكن حلها، في جزء منه، الوحدة الاستعجال، ولكن لا يمكن على المدى المتوسط ​​والطويل تؤثر فعالة. الحاجة الإيطالية أمر مفهوم، لأنه مع الاتفاقات أوروبا في المهاجرين القوة يمكن أن يدعي فقط اللجوء في أول بلد الوصول والوضع الحالي تعيين الإيطالي ليصبح غير قابل للاستمرار، ولكن المقاومة بلدان شعبة الشمالية من المهاجرين يشير إلى وجود صلابة يصعب التغلب عليها. أساسا أوروبا يبدو على استعداد لزيادة ميزانية العملية تريتون، ولكن ليس لتصبح الإيطالية، بحرنا، والتي سمحت لعدد أكبر من ينقذ، كمبادرة الاتحاد. بالتأكيد مع تريتون الموسع يمكنك أن تأخذ المزيد من عمليات الإنقاذ مما هو عليه الآن، ولكن أبدا من هذا القبيل يمكن أن تفعله القوات البحرية الإيطالية وحدها. لهذا السبب يجب بروكسل الموافقة على قواعد أكثر صرامة المقترحة من قبل إيطاليا، والتي تهدف إلى الحد من وصول عدد من المهاجرين، ولكن لم يسمح أولئك الذين سيجبر بشكل كبير في بلد الرسمي في الشمال لتفعله حيال ذلك أيضا تحميل. في هذه المباراة موقف ليبيا هو أمر أساسي: قال توافر الحكومة غير المعترف بها من طبرق، وهو، لذلك، لا بأس، على أمل الحكومة الإيطالية هو دستور من مسؤول تنفيذي من وحدة وطنية يشكل التوليف وحكومتين اليوم. هذه العملية، التي تأتي دائما إلى استنتاج يبدو طويلة جدا، يتنافى مع الزمن لحالات الطوارئ الحالية. وحتى مع ذلك، ما ينبغي أن تقلق أوروبا هو أيضا مصير أولئك الذين يصلون في البلاد من ليبيا، حيث الظروف الإنسانية للمهاجرين هي في حد من البقاء على قيد الحياة والمتضررين من العنف والاستغلال. وهذا هو أحد الآثار الجانبية لسوء الإدارة بعد القذافي، التي ينبغي للدول الاوروبية يتذكر عندما يفكرون في إدارة الهجرة. من ناحية أخرى فإنه أيضا يتطلب جهدا أكبر لتحقيق الاستقرار في البلاد من ليبيا، وليس فقط لحالة الطوارئ الحالي، ولكن أيضا في المستقبل، وذلك بسبب وجود الدولة الإسلامية على ساحل البحر المتوسط. وبالعودة إلى مسألة الهجرة من المقترحات التي تبدو لخوض المعركة ليست سوى جهاز الدفاع عفا عليها الزمن في سياق العولمة الذي يريد فقط للقطاعات التي تضمن راحة كافية. فإنه لا يزال من المستحيل تجاهل الأسباب التي أجبرت الجماهير للتحرك وربما ينبغي أن تؤخذ في الاعتبار الحلول التي تضمن الاستقبال في شكل تحرير، مترافق إلى القدرة على تصميم أشكال جديدة للاقتصاد والتي يمكن أن تدعم حتى ظاهرة تناقص ولادة والحاضر جدا في أوروبا. مع العلم، ومع ذلك، وإدارة الهجرة الحركة مع القدرة على تحديد الأفراد خطير وليس محاولة لمنع هروب العشوائي من ظروف المعيشة باهظة.
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L'Italia vuole il blocco navale della Libia

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 14:49
Quello pensato dal governo italiano per contrastare gli sbarchi di immigrati appare una soluzione che, invece di risolvere il problema, rappresenta una soluzione buona per il consenso interno e non sia realmente efficace nell’affrontare il problema. In sostanza Roma intende chiedere al Consiglio di sicurezza dell’ONU di prendere in considerazione la misura di effettuare un blocco navale della Libia. Aldilà di cosa decideranno le Nazioni Unite, questo ipotetico provvedimento appare inadeguato ed impossibile da realizzare. Come sarà possibile controllare tutta la costa libica, senza contare che molte imbarcazioni dirette in Italia partono anche da altri stati nordafricani, quali saranno i provvedimenti che si useranno con i natanti catturati e quale sorta toccherà alle persone a bordo delle imbarcazioni che riusciranno a sfuggire al blocco? Inoltre le ragioni dei disperati che affrontano diverse migliaia di chilometri in più anni possono cambiare soltanto con la presenza di un blocco navale? Per chi arriva in Libia quale destino si prepara? Le ovvie risposte a queste domande rendono il provvedimento pensato dal governo italiano inadatto, ma vi sono anche altre ragioni di carattere internazionale che dovrebbero fare riflettere. La disponibilità assicurata dal governo illegittimo di Tripoli, che ha scalzato il governo legittimamente eletto, fuggito a Tobruk, dovrebbe rendere sospettosi su questa apertura. L’esecutivo che si è insediato a Tripoli è filo islamista, pur non essendo sulle posizioni estreme dello Stato islamico, ha molti esponenti, che, si ritiene, siano parte attiva nel traffico degli esseri umani ed ha tutto l’interesse a trovare un riconoscimento internazionale, dato che non è riconosciuto da alcuno stato. L’Italia porterà questa proposta anche di fronte al Consiglio d’Europa per l’immigrazione, con l’aggiunta della creazione di una polizia europea capace di contrastare il traffico umano. Queste risposte appaiono improntate ad un tono forte, con l’ovvio intento di accontentare, almeno parzialmente il malcontento interno sia italiano che europeo, nei confronti dell’immigrazione da parte dei sempre più forti movimenti populisti, ed appaiono pensati sull’onda della necessità di fare fronte ad imminenti consultazioni elettorali o contrasti con stati più influenti. Appare logico che il contrasto ai trafficanti di esseri umani deve essere una mossa necessaria, ma da sola non basta se il problema non viene risolto alla radice, dove nasce l’esigenza della fuga, per la presenza di guerre e carestie. Il problema è troppo complesso per essere risolto con una sola azione di forza, che può risolvere, in parte, l’urgenza contingente, ma non può sul medio e lungo periodo avere effetti efficaci. L’esigenza italiana è comprensibile, perché con gli accordi europei in vigore l’immigrato può richiedere asilo soltanto nel primo paese di arrivo e la situazione attuale italiana è destinata a diventare insostenibile, ma la resistenza dei paesi del nord alla divisione degli immigrati indica una rigidità difficile da superare. In sostanza l’Europa appare disposta ad aumentare il budget dell’operazione Triton, ma non di fare diventare quella italiana, Mare Nostrum, che ha permesso un maggiore numero di salvataggi, come una iniziativa dell’Unione. Certo con Triton allargata si potranno fare un numero maggiore di salvataggi di quelli attuali, ma mai come quelli che riusciva a fare la Marina italiana da sola. Per questa ragione Bruxelles dovrebbe approvare le norme più stringenti proposte dall’Italia, che mirano a ridurre l’arrivo del numero dei migranti, ma non ha permettere quelle, che sostanzialmente costringerebbero in forma ufficiale i paesi del nord a farsene anche carico. In questa partita la posizione della Libia appare fondamentale: già detto della disponibilità del governo non riconosciuto di Tobruk, che è, quindi, non considerabile, l’auspicio del governo italiano è quello di una costituzione di un esecutivo di unità nazionale che costituisca la sintesi dei due governi attuali. Il processo, sempre che arrivi ad una conclusione appare molto lungo, con tempi incompatibili per le urgenze attuali. Anche perché, quello che dovrebbe preoccupare l’Europa è anche la sorte di chi arriva nel paese libico, dove le condizioni umane dei migranti sono al limite della sopravvivenza e condizionate da violenze e sfruttamento. Questo è un effetto collaterale della pessima gestione del dopo Gheddafi, che le nazioni europee dovrebbero ricordare quando pensano alla gestione dell’immigrazione. D’altro canto sarebbe necessario anche un maggiore impegno per stabilizzare il paese libico, non solo per l’emergenza attuale, ma anche in prospettiva futura, per la presenza dello Stato islamico in riva al Mediterraneo. Tornando alla questione dell’immigrazione le proposte che sembrano prendere campo costituiscono soltanto un dispositivo di difesa inattuale in un contesto che si è voluto globalizzato soltanto per i settori che garantivano una convenienza adeguata. Rimane impossibile ignorare le motivazioni per cui le grandi masse sono costrette a spostarsi e forse andrebbero prese in considerazione soluzioni capaci di garantire l’accoglienza in forma liberalizzata, coniugate alla capacità di progettare nuove forme di economia in grado di sostenere anche il fenomeno della diminuzione delle nascite, molto presente in Europa. Sapendo però gestire i traffici migratori con la capacità di individuare i soggetti pericolosi e non cercare di impedire in modo indiscriminato la fuga da condizioni di vita proibitive.
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Champions. È “Chicharito” l’uomo della Provvidenza per il Real

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 13:21
I Colchoneros erano finora imbattuti nei derby stagionali contro i Galacticos. All’ottavo tentativo stagionale, il Real Madrid riesce a battere l’Atlético e conquista la semifinale Champions League. Al Santiago Bernabéu, nel ritorno dei quarti, i detentori del trofeo hanno infatti superato 1-0 i campioni di Spagna al termine di un derby tiratissimo: è stato un gol del messicano Javier Hernández, “Chicharito”, a due minuti dalla fine a decidere la sfida. Il Real Madrid, con tanta fatica, riesce dunque ad entrare nel G4 della Champions Ancora una volta però, i Blancos hanno dimostrato di non riuscire a digerire il gioco di Simeone, così come era successo lo scorso anno nella finale della più prestigiosa competizione per club in Europa. Per Carletto Ancelotti è stata la fine di un incubo, quell'ombra dei supplementari che oramai stava mettendo ansia al Real Madrid. I campioni d'Europa in carica vanno avanti, ritrovandosi in compagnia del Barcellona, la rivale di sempre, della “corazzata” Bayern Monaco e della Juventus, che elimina il Monaco e che, zitta zitta, vorrà fare lo sgambetto alle tre favorite per la vittoria finale. Il tecnico italiano delle Merengues la pensa così: “Alle semifinali sono arrivate quattro squadre fortissime. Io sono felice che tra queste ci sia anche il mio Real Madrid: se siamo arrivati ancora fin qui, vuol dire che siamo forti”. Prima di uscire tra gli applausi degli ottantamila del Bernabeu, che invocavano compatti il suo nome, Javier "Chicharito" Hernandez ci ha messo un po' a rimettersi in piedi. Si è goduto l'estasi della serata perfetta sdraiato sull'erba del campo. Ci ha messo un po', proprio come per tornare a segnare in Champions League. Terra dei CR7, dei Bale e dei Benzema. Non più, sembrava, del 26enne messicano, che era fermo al 7 novembre 2012: Braga-Manchester United 1-3 nella fase a gironi. Da allora a oggi, zero, un'infinità per uno che per mestiere deve anzitutto fare gol. Così, per la rinascita, “Chicharito” ha scelto la notte più importante, quella del derby che valeva una stagione, quella del Real decimato dagli infortuni che - senza Benzema - si affidava anche a lui per scardinare la difesa dell'Atletico. In carriera ha segnato 253 reti, ma quella all'Atletico sembra già in netto vantaggio su tutte le altre quanto a importanza. Lui, però, la prende con filosofia, come dichiarato alla Gazzetta dello Sport: "Il gol più importante è quello di questo momento. Ogni gol della mia carriera è stato importante - dice il messicano, arrivato questa estate in prestito dal Manchester United -, ma per quello di oggi devo ringraziare Cristiano Ronaldo che ha fatto un grande assist e i compagni, che hanno lavorato alla grande". Speciali i compagni, prezioso Ancelotti, che lo ha caricato con parole di fiducia: "Il mister mi ha detto di essere pronto e di lavorare come nelle altre partite". Anche se, proprio nelle occasioni avute in precedenza (poche, per la verità), il vice-Benzema aveva deluso i tifosi del Madrid: appena 4 gol nella Liga e uno in Coppa del Re, più una manciata di errori sotto porta in Champions. Nel derby del Bernabeu, invece, è stato decisivo, anche se prima del gol che può valere una carriera aveva fallito le occasioni più ghiotte del Real. "Ho avuto pazienza e i compagni mi hanno fatto sentire la loro fiducia", racconta lui. Già, basta saper aspettare il momento giusto.  

(mbocchio)

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Uefa capoccia: Guardiola sotto inchiesta per aver chiesto giustizia sulla morte di un giornalista

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 13:00
L’arte di spernacchiarsi da soli, ovvero le nuove avventure codine e parruccone dell’Uefa di Platini che stavolta si supera e apre un’inchiesta su Pep Guardiola “reo” di aver indossato, in conferenza stampa, una maglietta a sostegno della campagna Justicia Para Topo che mira a chiedere chiarezza sulla misteriosa morte, avvenuta durante i mondiali in Brasile, del giornalista argentino Jorge “Topo” Lopez. Una storiaccia, quella di Lopez. Firma prestigiosa di Radio La Red, del giornale argentino Olè e del quotidiano spagnolo Sport, nel suo curriculum c’è pure un’intervista al giovanissimo Messi praticamente scoperto – giornalisticamente – da lui. Siamo nel pieno di Brasile 2014. S’è da poco concluso il Mineiraço, la sinfonia wagneriana della Mannschaft che con sette colpi di Grosse Berthe aveva appena annichilito il piccolo Brasile delle stelline filanti di Felipao Scolari. El Topo si trova su un taxi, a San Paolo, che viene letteralmente travolto da un’auto rubata a bordo della quale viaggiavano i tre ladri, due dei quali minorenni, inseguiti dalle forze dell’ordine. Questa, almeno, è la versione ufficiale. I fatti si trasformano in notizia virale perchè la moglie, la giornalista Veronica Brunati, venne a sapere della tragedia grazie a un tweet di cordoglio lanciatole nell’etere dal Cholo Diego Pablo Simeone. La Brunati, però, non s’è arresa e ha deciso di volerci veder chiaro. Troppe zone d’ombra, poca trasparenza e la famiglia di Lopez ha scelto di lottare affinchè venga riaperta un’inchiesta utile a dissipare tutti i dubbi. Per questo ha lanciato una campagna di sensibilizzazione che, in breve, ha spopolato nel mondo latino: #JusticiaParaTopo. All’appello della donna hanno già risposto in tanti: c’è Diego Armando Maradona, per esempio. Ma ci sono anche Leo Messi e Javier Mascherano, Angel Di Maria, Diego Forlan e lo stesso Cholo. Barcellona e Atletico Madrid, dopo la partita disputata al Camp Nou, hanno posato insieme per chiedere giustizia e verità. Mancava solo lui, Guardiola. E quando è arrivata la maglietta di Pep, Michel Platini s’è infuriato. Per quale motivo? Vorremmo saperlo tutti. Non è che, per caso, nessuno deve ricordare il contesto sociale aspro, violento e terribile nel quale si sono svolti gli ultimi mondiali? Non sarà mica che a un tesserato, a qualunque livello, è inibita la libertà di schierarsi, di esprimere un concetto che non sia per forza mainstream, neutrale? Fosse così sarebbe davvero strano anche perchè, a gennaio proprio Platini disse, “in Uefa siamo tutti Charlie” indicando il diritto alla libertà d’espressione tra i”i valori universali dei diritti umani che sono stati espressi in Francia più di due secoli fa”. Finché sponsor non ci separi, con buona pace di monsieur Robespierre.  

(rassegna stampa, Barbadillo.it)

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Dopo 12 anni, ora la Juve non teme più nessuno

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 12:57
Il pareggio 0-0 del Principato di Monaco per la Juve vuol dire soprattutto semifinale di Champions League. Traguardo che i bianconeri raggiungono la prima volta da quando erano arrivati secondi nel 2003, con Marcello Lippi in panchina. Vennero sconfitti ai rigori dal Milan nella finalissima ddell’Old Trafford di Manchester. Max Allegri pertanto, in Europa ha superato Antonio Conte. “Voglio festeggiare con i tifosi, si sta rivelando un grande anno per la Juventus. C'erano le premesse perché la Juve diventasse di nuovo una grande squadra europea. Non abbiamo fatto grandi partite in nessuna delle due sfide ma il Monaco è piuttosto forte; sapevamo sarebbe stata così. Non abbiamo avuto tante occasioni ma ci siamo difesi bene” le parole del tecnico livornese. “Il Monaco ha giocato due grandi partite; dovevamo essere coraggiosi e lo siamo stati – ha aggiunto -. È sempre difficile arrivare in semifinale ma ce l'abbiamo fatta, e il merito va a i nostri giocatori. Siamo un gruppo e abbiamo dato tutto. Non abbiamo fatto una grande partita ma ci siamo dimostrati pronti in qualsiasi situazione. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare. I miei giocatori sono stati colpiti da un virus, stavano male, quindi abbiamo fatto una grande cosa qualificandoci. Dopo 12 anni siamo ancora in semifinale. Non temo nessuno, giocheremo contro le migliori squadre d'Europa e penso che sarà una sfida molto emozionante”. Gianluigi Buffon, il glorioso portiere-capitano Juventus non pensavo di dover aspettare dodici anni per tornare in semifinale, e lo ha detto apertamente con molta onestà: “Visto il percorso difficile che abbiamo affrontato, ce lo godiamo ancora di più. Però non abbiamo ancora fatto nulla, volevamo passare il turno a tutti i costi. L'occasione era troppo ghiotta, stasera c'era molta più tensione rispetto a Dortmund. L'ostacolo era più difficile, avevamo un margine di vantaggio esiguo. Ogni minimo errore l'avremmo pagato a caro prezzo, lo sapevamo e forse per questo c'è stata un po' di tensione questa sera”.  

(mbocchio)

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15° Camminata Reno Motor Company 7-Maggio-2015

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 09:44
Giovedi 7 Maggio 2015 15° Camminata Reno Motor Company Note: Non competitiva di Km 7 e Km 2,5. Partenza ore 19:00 da via Pisis 16 Bologna (Bo)
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28° Camminata Pro Sclerosi Multipla 06-Maggio-2015

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 09:40
Mercoledi 06-05-2015 28° Camminata Pro Sclerosi Multipla www.gruppopodisticoprogresso.it Non competitiva di Km 7 e Km 2,6. Partenza ore 19:30 dal Centro Sportivo, via Lirone 46 Castel Maggiore (Bo)
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Sò e zò par l'erzen 3 Maggio 2015

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 09:36
Domenica 03-05-2015 Sò e zò par l'erzen Non competitiva di Km 12,6 - 7 - 2. Partenza ore 08:30 c/o Centro Sociale Porta Pieve Castel d'Argile (Bo)
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39° Camminata del Buongustaio 1 Maggio 2015

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 09:31
Venerdi 01-Maggio-2015 39° Camminata del Buongustaio Non competitiva di Km 11 - 6 - 3. Partenza ore 09:00 c/o Az. Agricola S. Marco, Villafontana Medicina (Bo)
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Verona 3 Maggio 2015

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 09:18
L'edizione italiana della Wings for Life World Run si terrà anche quest'anno a Verona, città dichiarata patrimonio nazionale dall'UNESCO per la sua ricchezza artistica e architettonica. La struttura urbana veronese è uno splendido esempio di integrazione dei diversi periodi storici e le sue mura rappresentano in modo eccezionale il concetto di città fortificata europea. Oltre a percorrere le strade che hanno fatto da teatro alla tragedia di "Giulietta e Romeo", i partecipanti alla gara arriveranno a specchiarsi nelle acque dell'Adige, per poi uscire dalle porte della città e attraversare i paesi limitrofi, potendo beneficiare del clima mite caratteristico del mese di maggio. La corsa partirà da piazza Bra, situata nel centro storico di Verona, attraverserà il ponte Pietra di epoca romana e costeggerà il suggestivo quartiere di Veronetta. Da quel momento il fiume Adige accompagnerà i partecipanti verso i paesi della provincia, tra cui Bussolengo, Castelnuovo del Garda e Villafranca. Il format rivoluzionario di Wings for Life World Run infatti permette a chiunque di partecipare alla corsa, sia a professionisti che amatori, ogni runner potrà correre secondo le proprie possibilità ed essere eliminato dalla catcher car in qualsiasi punto del percorso. Il 100% del ricavato andrà alla ricerca per le lesioni al midollo spinale Costo d'iscrizione 40,00 € per gli adulti.
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Beata Maria Gabriella Sagheddu

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 07:38

Beata Maria Gabriella Sagheddu

Monaca Professa dell'ordine dei Cisterciensi Riformati (Trappista)

  M aria Gabriella Sagheddu nasce a Dorgali, in Sarde­gna, il 17 marzo 1914, da Marcantonio Sagheddu, pastore, e Caterina Cucca. Era la quinta di otto figli di una famiglia modesta, ma ricca di fede. Al battesimo, il 22 marzo 1914, ricevette il nome di Maria.   A cinque anni perse il padre e fu poi educata dalla madre ad una vita solida e cristiana. Verso i dieci anni fece la Prima Comunione e il 31 maggio 1931 fu ammessa alla Cresima. Di carattere generoso, volitivo, talvolta ribel­le, irascibile e prepotente, nell'adolescenza si mostrò piuttosto indifferente nelle pratiche religiose. A quindici anni si registrò un primo cambiamento nella sua vita; divenne più seria e riflessiva. A diciotto anni ebbe infine una svolta radicale. La morte di una sorella poco più giovane di lei la spinse ad un ripensamento interiore che segnò l'inizio deciso d'una profonda trasfor­mazione spirituale. La fede per lei divenne motivo di vita, anzi, la vita. La preghiera privata e pubblica e la carità fattiva ne erano i segni più evidenti. Si iscrisse, in parrocchia, all'Associazione della Gioventù Femminile di Azio­ne Cattolica, vivendone l'impegno con fedeltà e convinzione e assumendo il ministero della catechesi.   A ventun'anni maturò il desi­derio di consacrarsi definitivamente a Dio. Il direttore spirituale,  don Basilio Meoni, allora vicepar­roco di Dorgali, la indirizzò al Monastero delle Trappiste di Grottaferrata. Maria, che aveva detto al suo confessore: “Mi mandi dove vuole! ”, accettò l'indicazione con riconoscenza.   L'ingresso nel monastero di Grottaferrata avvenne il 30 settembre 1935. Qui, alla scuola di due religiose eccezionali, la badessa Maria Pia Gullini, e la Maestra delle Novizie, Tecla Fontana, mite ed angelica, Maria si lasciò pla­smare con docilità assoluta, abbracciando la regola delle Trappiste che com­portava una clausura strettissima, un silenzio rigoroso, un lavoro duro e un'austerità di vita orientata all'ideale monastico: rendere la religiosa coscien­te della presenza che trasforma, capace di ascoltare la parola e di accogliere in se l'azione dello Spirito Santo attraverso la purificazione interiore.   Il 13 aprile 1936 vestì l'abito religioso col nome di suor Maria Gabriella. Fece con fedeltà generosa la nuova esperienza monastica, col profondo desiderio di arrivare sana e sicura ai voti. Perciò aveva pregato Signore: “Tutto, o Gesù, anche mille morti, ma uscire di qui, no”. Al termine del noviziato, il 31 ottobre 1937, festa di Cristo Re, fu ammessa a consacrarsi al Signore con la professione dei consigli evangelici. Fu un'offerta irrevocabile in senso mistico e fisico. Lo stesso giorno della professione scrisse una preghiera riassumendola in questa invocazione: “O Gesù, consumami come una piccola ostia di amore per la tua gloria e per la salvezza delle anime”. La sua breve vita claustrale (tre anni e mezzo) si consumò come un'eucaristia, semplicemente nell'impegno quotidiano della conversione, per seguire Cristo, obbediente al Padre fino alla morte. Suor Maria Gabriella si sentiva definita dalla missione dell'offerta, del dono di tutta se stessa al Signore.   Con la professione crebbe in lei l'esperienza della piccolezza: “La mia vita non vale niente...posso offrirla tranquillamente”. La sua badessa, madre M. Pia Gullini, aveva una grande sensibilità ed un grande desiderio ecumenico. Dopo averli assunti nella sua vita, li aveva comunicati anche alla comunità. Quando madre M. Pia, sollecitata dal p. Couturier, presentò alle sorelle la richiesta di preghiere e di offerte per la grande causa dell'unità dei cristiani, suor Maria Gabriella si sentì subito coinvolta e spinta ad offrire la sua giovane vita. “Sento che il Signore me lo chiede - confida alla badessa - mi sento spinta anche quando non voglio pensarci”.   Attraverso un cammino rapido e diretto, consegnata tenacemente all'obbedienza, cosciente della propria fragilità, tutta tesa in un solo desiderio: “La volontà di Dio, la sua Gloria”, Gabriella raggiunse quella libertà che la spinse ad essere conforme a Gesù, che “dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. (Gv 13,1) Di fronte alla lacerazione del Corpo di Cristo avvertì l'urgenza di un'offerta di sé, pagata con una coerenza fedele fino alla consumazione. Il giorno stesso della sua offerta la malattia aggredì il suo corpo, sino ad allora sanissimo. Colpita da tubercolosi polmonare, consumò lentamente la sua immolazione per l'unità dei cristiani in lunghi mesi di ininterrotta soffe­renza, senza mai ritirare la parola data: “Come è buono il Signore”, scrive­va alla mamma.“La mia felicità è grande e nessuno me la può togliere. Se è bello vivere nella casa del Signore, è pure tanto bello morire”.   La sera del 23 aprile 1939 suor Maria Gabriella concluse la sua lunga agonia, totalmente abbandonata alla volontà di Dio, mentre le campane suonavano a distesa, alla fine dei vespri della domenica del Buon Pastore, in cui il Vangelo proclamava, ci sarà : “un solo gregge e un solo pastore”. (Gv 10,16) La sua offerta, ancor prima della sua consumazione, venne recepita dai fratelli anglicani e ha trovato rispondenza profonda nel cuore di credenti di altre confessioni. L'afflusso di vocazioni, che sono giunte numerose negli anni successivi, sono il dono più concreto di suor Maria Gabriella alla sua comunità. Il suo corpo trovato intatto in occasione della ricognizione nel 1957, riposa ora in una cappella adiacente al monastero delle Trappiste di Vitorchiano (VT), dove si è trasferita la comunità di Grottaferrata.   Suor Maria Gabriella è stata beatificata da San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005)il 25 gennaio 1983, dopo quarantaquattro anni dalla sua morte, nella basilica di S. Paolo fuori le mura, nella festa della conversione di S. Paolo, il giorno conclusivo della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Per approfondimenti:

>>> Beata Maria Gabriella Sagheddu

Fonti principali: igw-resch-verlag.at; mariagabriella.org (“RIV./gpm”).  
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“Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”

Milan Refugees - Gio, 23/04/2015 - 07:38
Meditazione del giorno San Colombano (563-615), monaco, fondatore di monasteri Istruzione 13, 1-2 ; PL 80, 254 Amatissimi fratelli, se la vostra anima ha sete dell’acqua divina di cui sto per parlarvi, alimentate questa sete e non la spegnete. Bevete, ma non siatene sazi. Poiché la sorgente viva ci chiama e la fontana di vita ci dice: “Chi ha sete venga a me e beva” (Gv 7,37)… Guardate da dove sgorga quest’acqua: vene dal luogo da cui è disceso il Pane, poiché il Pane e la sorgente sono uno – il Figlio unigenito, nostro Dio, Gesù Cristo Signore, di cui dobbiamo sempre avere sete. Anche se lo mangiamo e divoriamo per amore, il desiderio ci mette ancora sete di lui. Come l’acqua di una fonte, beviamolo senza posa con amore immenso, beviamolo con avidità e gustiamone il dolce sapore. Poiché dolce e buono è il Signore. Sia che lo mangiamo, sia che lo beviamo, avremo sempre fame e sete di lui, poiché è per noi cibo e bevanda inesauribili… E’ infatti la fontana degli assetati, non dei saziati. Gli assetati, che altrove dichiara beati (Mt 5,6), egli li invita: coloro che non sono mai sazi di bere, ma che hanno ancor più sete dopo aver bevuto. Fratelli, “la radice della sapienza” (Si 1,5), desideriamola, cerchiamola, amiamola; in essa sono nascosti, come dice l’apostolo Paolo, “tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3)… Se hai sete, bevi alla sorgente della vita; se hai fame, mangia il Pane della vita. Felici coloro che hanno fame di questo Pane e sete di questa sorgente!... Quanto è buono ciò che si può gustare continuamente senza smettere di desiderarlo! Il re profeta David lo dichiara: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore” (Sal 34,9).
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Daiichi sankyo: Svizzera approva Lixiana® l’anticoagulante orale edoxaban

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 20:29
La Svizzera è il primo paese europeo ad approvare l’anticoagulante orale edoxaban con il nome commerciale di Lixiana®. Roma 22 aprile 2015 – Dopo Giappone e Stati Uniti, arriva anche in Europa edoxaban, il nuovo anticoagulante orale in monosomministrazione giornaliera che inibisce in modo specifico, reversibile e diretto il fattore Xa, un importante fattore della cascata della coagulazione. L’autorità regolatoria svizzera Swissmedic, ha infatti approvato l’uso di Lixiana® per la prevenzione dell’ictus e dell’embolismo sistemico (ES) in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare (FANV). L’autorizzazione si estende inoltre al trattamento del tromboembolismo venoso (TEV), inclusi la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP) in seguito a precedente trattamento a base di eparina frazionata o non frazionata per 5 giorni, così come alla prevenzione delle recidive di TEV. La dose raccomandata di Lixianaè di 60 mg in monosomministrazione giornaliera, con dose ridotta a 30 mg in pazienti con rischio moderato o severo di insufficienza renale (clearance della creatinina 30-50 mL/min), peso corporeo uguale o inferiore a 60 kg, o uso concomitante di inibitori della glicoproteina P (ciclosporina, dronedarone, eritromicina, ketoconazolo, chinidina o verapamil). L’approvazione della Swissmedic è basata sui risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine degli studi di fase III ENGAGE AF-TIMI 48 e Hokusai-VTE, i più ampi e lunghi trial singoli comparativi per un anticoagulante orale, che hanno coinvolto rispettivamente 21.105 e 8.292 pazienti affetti da FANV o TEV acuta. I due studi clinici hanno valutato edoxaban in monosomministrazione giornaliera per il trattamento e la prevenzione delle recidive di TEV nei pazienti con TVP e/o EP, e per la prevenzione di ictus ed embolia sistemica in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. “L’approvazione di Lixiana in Svizzera è un passo significativo di edoxaban verso l’Europa, e dimostra ancora una volta l’apprezzamento per l’impegno di Daiichi Sankyo di rispondere, con nuove opzioni di trattamento, ai bisogni non ancora soddisfatti dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari,”, dichiara Glenn Gormley, capo del dipartimento globale di Ricerca e Sviluppo Daiichi Sankyo. Fonte: Daiichi Sankyo
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FAITES INTERNES 1:CONTINUATION 206

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 19:45
22 APRILE 2015:CORRUZIONE,EXPO INDAGATA,E MARONI -SU LA REPUBBLICA: Lombardia, anche la società Expo è indagata nell'inchiesta in cui è coinvolto Maroni Il governatore è accusato di induzione indebita per un contratto di collaborazione con Expo ottenuto da una sua ex collaboratrice. E ha fatto nominare nel cda il suo avvocato difensore 22 aprile 2015 1 LinkedIn 0 Pinterest Il governatore Roberto Maroni Anche la società Expo 2015 spa è indagata nell'inchiesta della Procura di Milano in cui il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, è accusato fra le altre cose di induzione indebita per presunte pressioni in relazione a contratti affidati a due sue ex collaboratrici. Expo è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. L'articolo 5 della legge 231 del 2001 stabilisce che "l'ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio" da persone "che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente". Sotto inchiesta, come è già emerso, è finito, il direttore generale di Expo, Christian Malangone. Nell'inchiesta, coordinata dal pm milanese Eugenio Fusco e condotta dai carabinieri del Noe, Maroni è accusato di induzione indebita, assieme a Malangone e ad altre persone, in relazione a un contratto di collaborazione con Expo ottenuto in passato da Maria Grazia Paturzo, ex collaboratrice di Maroni al ministero dell'Interno. Maroni è difeso dall'avvocato Domenico Aiello, che lo stesso governatore ha fatto nominare nel consiglio di amministrazione di Expo. Gli inquirenti hanno effettuato verifiche anche su presunte pressioni relative a un viaggio a Tokyo nell'ambito del 'World Expo Tour', tra fine maggio e i primi giorni dello scorso giugno. In quell'occasione la società Expo fece presente che non poteva pagare le spese del viaggio anche a Paturzo. Maroni decise all'ultimo momento di cambiare programma e di recarsi per un altro appuntamento istituzionale a Berna: al suo posto la Regione Lombardia venne rappresentata da una delegazione guidata da Mario Mantovani. L'altra tranche dell'inchiesta riguarda un contratto di collaborazione con la società Eupolis che Maroni, attraverso il capo della sua segreteria Giacomo Ciriello (anche lui indagato), avrebbe fatto ottenere a un'altra sua ex collaboratrice: Mara Carluccio. . http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/04/22/news/lombardia_anche_la_societa_expo_e_indagata_nell_inchiesta_in_cui_e_coinvolto_maroni-112598659/?ref=HREC1-26 - 23 APRILE 2015:LETTURA WEB,"PILLOLE" . -TITOLARI SU LE MONDE: . -TITOLARE 1:NO,PERVERSA DEGENERAZIONE,DEVONO PAGARE image: http://s2.lemde.fr/image/2015/04/22/312x156/4620762_3_9537_la-commercialisation-de-l-apple-watch-la_6d14657af33a2f35cd1cee9e69e69fd9.jpg Apple Watch : de l’attente naît le plaisir, ou pas A la veille de la commercialisation de la montre connectée, les fans n'ont qu'une inquiétude : seront-ils livrés vendredi ou devront-ils patienter ? Une « angoisse » palpable sur les réseaux sociaux. En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/#kkB1hAlOwTuGPZTY.99 -REAZIONE:LO SMARTWATCH ALTRO NON E' CHE UNA ESTENSIONE DEL MIO CONCETTO DI INTEGRAZIONE DELL'ESPRESSIONE TECNOLOGICA A DISTANZA(TEECOMUNICAIONE)DEGLI ORGANI DEI SENSI IN UN SOLO SUPPORTO PERSONALE E MOBILE.NON SONO LORO,IN QUESTO CASO APPLE,GLI INVENTORI,NON HANNO PROPIETA INTELLETUALE E PER TANTO DEVONO PAGARE LA PATENTE SCIENTIFICA(BREVETTO)PER POTERLI FABRICARE E VENDERLI. E DOVREBBERO PAGARE DI PIU PERCHE E' UN INTENTO DI PERVERTIRE LA NUOVA ERA:GRAZIE ALLA NUOVA ERA L'ORARIO E' INTEGRATO IN TUTTI I SUOI ESPRESSIONE TECNOLOGICHE.VOI TROVATE L'ORARIO SULLO SMARTPHONE,SULLA TABLET,SU OGNI OGETTO CONNESSO E PERFINO NELLA SEGNALETICA STRADALE.OGGI NON C'E' PIU BISOGNO DI COMPERARE UNO OROLOGGIO PER SAPERE IN QUALE ORA VIVETI,BASTA GUARDARE IL VOSTRO SMARTPHONE(O CELLULARE).PERO L'INDUSTRIA DELL'OROLOGIO,ORMAI UN OGETTO ELITTISTA DI STATUS DEMODE(IO GRAZIE ALLA NUOVA ERA ATTUALMENTE NON HO BISOGNO DI COMPRARMI UN PATEK-PHILIPS DI ORO),SULL'ORLO DEL FALLIMENTO ED ESTINZIONE NON HA AVUTO MIGLIORE TROVATA CHE USARE COME SUPPORTO UN OROLOGGIO E METTERE TUTTI I SERVIZI INTERNET MOBILI DELLA NUOVA ERA A LUI SOTTOMESSI.EVIDENTEMENTE UN TENTATIVO PERVERSO DI PLAGIO,DI COPIA:QUINDI DEVONO PAGARE PATENTE SCIENTIFICO-TECNOLOGICA E INOLTRE MOLTIPLICATA ALL'ENNESIMA POTENZA IN QUANTO L'INDUSTRIA DELL'OROLOGERIA SI STA SALVANDO DELLA ESTINZIONE.AVETE CAPITO?:PATENTE GIGANTESCA DEVONO PAGARE.TANTA COME QUELLA DI APPLE PIU QUELLA DELL'INDUSTRIA DELL'OROLOGERIA SOMMATE.NIENTE ADDOLCIMENTI,NON PRENDERE IN GIRO LA NUOVA ERA. . -TITOLO 2:VERSO L'AGIUSTIZIAMENTO DEGLI "AUSTRALIANI" image: http://s2.lemde.fr/image/2015/04/23/92x61/4621421_7_1a15_serge-atlaoui-a-vu-son-ultime-recours-rejete_1bc24af7eb0446b40a62db6a75f9888a.jpg Condamnés à mort en Indonésie : l'ordre a été donné de préparer les exécutions En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/#kkB1hAlOwTuGPZTY.99 REAZIONE:ARROGANTI,NON SI PENTONO - -TITOLARE 3:STRAGE MEDITERRANEA,AFFONDARE LA SALO LIBICA,TRIPOLI SE NON VOLETE CHE PARTANO I BARCONI . image: http://s2.lemde.fr/image/2015/04/23/92x61/4620917_7_99f3_ill-4620917-7537-000par8155404_fda12d89506341321799b77484ad66bc.jpg L'Europe face à la tragédie migratoire en Méditerranée -TITOLARE 4:CORROTTA,LA LE PEN ALLA GIUSTIZIA ANCORA UNA VOLTA image: http://s1.lemde.fr/image/2015/03/29/92x61/4605119_7_13a7_au-siege-du-front-national-le-29-mars_148f9bb6149ed157b4b2d8ca600b5e4a.jpg Nouvelle mise en examen dans l'affaire du financement des campagnes du Front national En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/#qcGEj8x2dqZV7Jmo.99
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Face And Body Painting

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 16:43
Spesso il trucco , il facepainting soprattutto, viene erroneamente considerato solo una cosa per bambini. Pochi sono i genitori che durante un compleanno chiedono anche un piccolo disegno, nonostante siano rimasti felici di cio' in cui si sono trasformati i loro piccoli. Vero è anche  che spesso ai compleanni non vi è tempo materiale per truccare anche le mamme/babbi presenti, se l'animatore è uno solo, ha già poco tempo per truccare in due ore e mezza di festa e quindi i genitori, sorelle e parenti, restano senza trucco. La cosa divertente che potete comunque organizzare voi piu' "grandicelli" è quella di chiamare una truccatrice per la vostra festa a tema, per il vostr0 18esimo o...per qualsiasi evento vogliate. Sotto vi lascio qualche immagine presa da internet, soprattutto immagini inglesi-americane dove questa arte viene sfuttata a tanti eventi, per rendervi conto di come il facepainting non sia solo legato alla farfalla per le bambine o Spiderman per i maschietti. Atro discorso va al body Paint che NON  deve essere inteso solamente come trucco totale del corpo, potete sbizzarrirvi a dipingere anche solo un vostro braccio, o una gamba o...... la pancia di voi dolce mamme in attesa. Eh si , il Belly Painting sta arriavando anche in Italia! DIFFIDATE DA CHI NON USA TRUCCHI PROFESSIONALI E CERTIFICATI PER ESSERE A CONTATTO 100% CON LA VOSTRA PELLE !!!!!!! Ripeto, QUESTE IMMAGINI , non sono nostre. [caption id="attachment_1225" align="alignleft" width="300"] Un'idea di Belly Painting[/caption] [caption id="attachment_1226" align="aligncenter" width="225"]  mascherina[/caption]                 
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DOMENICA DI FUOCO: MAGIC VOLLEY GALATINA - DREAM VOLLEY NARDO' 3-0

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 14:07
Tre punti e, soprattutto, ottima prestazione globale della squadra di Andrea Perinelli. Non ha deluso le aspettative la Magic Volley Galatina che, ospite in casa del Dream Volley Nardò, ha conseguito una schiacciante vittoria, confermando il secondo posto a quota 57 punti, a -2 dalla capolista Brindisi. Partita iniziata subito forte per le ospiti che hanno letteralmente travolto le padrone di casa non permettendo loro di farsi strada. “Ha funzionato tutto abbastanza bene e noi eravamo pienamente in partita, tecnicamente e caratterialmente: sapevamo bene il valore di questi 3 punti e non ce li saremmo lasciati sfuggire per niente al mondo. Abbiamo fatto un ottimo gioco, soprattutto al centro, e le nostre laterali si sono rifatte dello scorso match. Bella la partita, meritata la vittoria contro una bella squadra come il Nardò: questi però sono solo 3 punti, dobbiamo continuare con questo gioco fino alla fine. Il prossimo incontro  contro lo Spongano è importante e delicato. Serve tanta concentrazione, niente dev'essere lasciato al caso. Non possiamo permetterci altri momenti bui.” Questo il commento a caldo della palleggiatrice Giulia Clementi, soddisfatta della vittoria e determinata, assieme alle sue compagne, a vincere le ultime tre partite rimaste da disputare. La prossima sfida, domenica 26 aprile alle ore 18.30, vedrà il Fernando Panico ospitare l'Espressione Moda Spongano per la 24^ giornata di campionato. Non mancate e, come sempre...FORZA MAGIC!!!
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Saudi Arabia declares the end of the bombing in Yemen

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 13:26
The military campaign in Yemen, Saudi Arabia, with the help of Egypt, Jordan, Kuwait, Bahrain, Qatar, United Arab Emirates, Sudan and Morocco, ended after 27 days of air strikes and shelling, which led the country to a serious humanitarian crisis. It was a marked action on religious and geopolitical, which were aimed to prevent the Shiite minority and then to Iran, to take over the country. The Sunni coalition wanted to maintain control of a strategic area, even for the trade routes, which are directed from the Red Sea to the Suez Canal. According to the Saudis, the military objectives would be achieved with the destruction of heavy weapons in rebel hands Houti. The final outcome of the operation is about more than 900 deaths and more than 3,400 injured, according to estimates by the World Health Organization. Ended the military phase, which does not mean a resumption of hostilities in the event of new needs, Saudi Arabia now intends to tackle the problem in a different way, starting with the reconstruction of the country of Yemen. The intention is to use a set of tools made up of military measures, political and diplomatic, which will serve to combat terrorism, not just the rebels Houti, but also that of Al Qaeda, traditionally strong on the ground in Yemen, as requested by Washington, provide humanitarian aid to the population, consisting of medical care and food, and provide help to foreigners still in the area. However Houti, to which the United Nations Security Council has imposed an embargo on arms supplies possible, still maintain control of the capital, which does not seem at all recaptured; it is likely that the Saudis intend now, open a new phase, which gives more autonomy to the minority, which remains, however, a third of the country. This is also because the Hout, although Shiites, do not really have asked for the support of Iran, being quite independent from Tehran. Iran would have assumed the role of their protector independently and with functional purposes to their own interests, taking advantage of the signing of the Treaty of Lausanne and the military successes achieved on the ground against the caliphate. The problem of Hout in Yemen is a constant of the internal politics of the country and is, in fact, untied from the comparison between Saudi Arabia and Iran. Were the contingent conditions, caused by the signature on the preliminary negotiations about the Iranian nuclear and military advance against the Islamic state to provoke a reaction from the Saudi, who anticipated every possible form of interference in Tehran, which would allow the country to extend the Shia its influence on Yemen, which, remember, two-thirds is populated by Sunnis. Despite the end of the aerial operations, military measures will be maintained on the sea, with the naval blockade of the country; This measure is intended to prevent any action of the Iranian navy, already present in the Gulf of Aden, with the justification to be engaged in actions against piracy naval. If behind these actions there was the fear of an advanced Iranian, bear in mind the economic and social situation of the country of Yemen, which remains one of the poorest in the region, with obvious problems of distribution of resources, a factor that seems to underlie the Houti rebellion, which gave rise to the conflict. But this was an opportunity for Saudi Arabia to restore its zone of influence, preventing the country would encounter a drift of terrorists, with Al Qaeda poised to exploit the institutional chaos and, at the same time, put things clear with Iran, which is already too much foam in Iraq.
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Arabia Saudita declara el fin de los bombardeos en Yemen

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 13:24
La campaña militar en Yemen, Arabia Saudita, con la ayuda de Egipto, Jordania, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emiratos Árabes Unidos, Sudán y Marruecos, terminó después de 27 días de ataques aéreos y bombardeos, lo que llevó al país a una grave crisis humanitaria. Fue una acción marcada en religiosa y geopolítico, que tenían como objetivo conseguir que la minoría chiíta y luego a Irán, para asumir el control del país. La coalición suní quería mantener el control de una zona estratégica, incluso para las rutas comerciales, que se dirigen desde el Mar Rojo hasta el Canal de Suez. De acuerdo con los saudíes, los objetivos militares se lograrían con la destrucción de las armas pesadas en manos rebeldes Houti. El resultado final de la operación es de más de 900 muertos y más de 3.400 heridos, según estimaciones de la Organización Mundial de la Salud. Puso fin a la fase militar, lo que no significa una reanudación de las hostilidades en caso de nuevas necesidades, Arabia Saudita tiene la intención de abordar el problema de una manera diferente, a partir de la reconstrucción del país de Yemen. La intención es utilizar un conjunto de herramientas integradas por medidas militares, políticas y diplomáticas, que servirá para luchar contra el terrorismo, no sólo los rebeldes Houti, sino también la de Al Qaeda, tradicionalmente fuerte en el terreno en Yemen, solicitado por Washington, proporcionar ayuda humanitaria a la población, que consiste en la atención médica y alimentos, y proporcionar ayuda a los extranjeros todavía en la zona. Sin embargo Houti, a la que el Consejo de Seguridad de Naciones Unidas ha impuesto un embargo sobre el suministro de armas es posible, seguir manteniendo el control de la capital, lo que no parece del todo recuperado; es probable que los saudíes se proponen ahora, abra una nueva etapa, que da más autonomía para la minoría, que sigue siendo, sin embargo, una tercera parte del país. Esto es también porque el Hout, aunque los chiíes, en realidad no haber pedido el apoyo de Irán, siendo bastante independiente de Teherán. Irán habría asumido el papel de su protector independiente y con fines funcionales a sus propios intereses, aprovechando la firma del Tratado de Lausana y los éxitos militares alcanzados en el suelo contra el califato. El problema de Hout en Yemen es una constante de la política interna del país y es, de hecho, se desató a partir de la comparación entre Arabia Saudita e Irán. Fueron las condiciones contingentes, causadas por la firma en las negociaciones preliminares sobre el avance nuclear y militar iraní contra el Estado islámico de provocar una reacción de la Arabia, que prevé todas las formas posibles de la interferencia en Teherán, lo que permitiría al país para extender los chiítas su influencia en Yemen, que, recordemos, dos tercios está poblado por los sunitas. A pesar del fin de las operaciones aéreas, se mantendrán las medidas militares en el mar, con el bloqueo naval del país; Esta medida tiene por objeto impedir cualquier acción de la marina iraní, ya presente en el Golfo de Adén, con la justificación de estar involucrado en acciones contra la piratería naval. Si detrás de estas acciones estaba el temor de un iraní avanzada, tener en cuenta la situación económica y social del país de Yemen, que sigue siendo una de las más pobres de la región, con evidentes problemas de distribución de los recursos, un factor que parece subyacer a la rebelión Houti, que dio origen al conflicto. Pero esta era una oportunidad para que Arabia Saudita para restaurar su zona de influencia, evitando que el país se encontrará con una deriva de los terroristas, con Al Qaeda a punto de explotar el caos institucional y, al mismo tiempo, poner las cosas claro con Irán, que ya es demasiada espuma en Irak.
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Saudi-Arabien erklärt das Ende der Bombenangriffe im Jemen

Milan Refugees - Mer, 22/04/2015 - 13:23
Die Militärkampagne in Jemen, Saudi-Arabien, mit der Hilfe von Ägypten, Jordanien, Kuwait, Bahrain, Katar, Vereinigte Arabische Emirate, Sudan und Marokko endete nach 27 Tagen der Luftangriffe und Bombardierungen, die geführt das Land in eine ernste humanitäre Krise. Es war eine deutliche Wirkung auf religiöse und geopolitische, die ausgerichtet wurden, um die schiitische Minderheit zu verhindern und dann in den Iran, über das Land zu übernehmen. Die sunnitische Koalition wollte die Kontrolle über einen strategischen Bereich zu halten, auch für die Handelswege, die vom Roten Meer zum Suezkanal gerichtet sind. Nach den Saudis würden die militärischen Ziele mit der Zerstörung der schweren Waffen in Rebellen erreicht werden gibt Houti. Das endgültige Ergebnis der Operation ist zu mehr als 900 Todesopfer und mehr als 3400 verletzt, nach Schätzungen der Weltgesundheitsorganisation. Endete die militärische Phase, was nicht bedeutet, eine Wiederaufnahme der Feindseligkeiten im Falle eines neuen Bedürfnisse, Saudi-Arabien beabsichtigt nun, das Problem auf eine andere Weise anzugehen, beginnend mit dem Wiederaufbau des Landes Jemen. Ziel ist es, eine Reihe von Werkzeugen aus militärischen Maßnahmen, politische und diplomatische gemacht, die dazu dienen, den Terrorismus zu bekämpfen, und nicht nur die Rebellen Houti verwenden, sondern auch, dass der Al-Qaida, traditionell stark auf dem Boden im Jemen als von Washington aufgefordert, humanitäre Hilfe für die Bevölkerung, die aus der medizinischen Versorgung und Lebensmittel, und bieten Hilfe für Ausländer noch in der Gegend. Allerdings Houti, dem Sicherheitsrat der Vereinten Nationen hat ein Embargo für Waffenlieferungen verhängt möglich, noch die Kontrolle über die Hauptstadt, die überhaupt nicht wieder eingefangen scheint nicht zu halten; ist es wahrscheinlich, dass die Saudis wollen jetzt, öffnen Sie eine neue Phase, die mehr Autonomie für die Minderheit, die bleibt jedoch ein Drittel des Landes gibt. Dies auch, weil der Hout, obwohl Schiiten, nicht wirklich für die Unterstützung der Iran aufgefordert, sein ganz unabhängig von Teheran. Iran würde die Rolle der Beschützer angenommen haben, unabhängig und mit funktionellen Zwecken, ihre eigenen Interessen, die Vorteile der Unterzeichnung des Vertrags von Lausanne und die militärischen Erfolge auf dem Boden vor dem Kalifat erreicht. Das Problem der Hout im Jemen ist eine Konstante der Innenpolitik des Landes und ist in der Tat, löste sich aus dem Vergleich zwischen Saudi-Arabien und dem Iran. Waren die bedingten Voraussetzungen, durch die Unterschrift auf den Vorverhandlungen über das iranische Atom und militärischen Vorgehen gegen die islamischen Staat verursacht, um eine Reaktion von der Saudi, die jede mögliche Form der Einmischung in Teheran erwartet, die es erlauben würde, das Land, um die schiitische erweitern provozieren ihr Einfluss auf den Jemen, der, denken Sie daran, ist zu zwei Dritteln von Sunniten bewohnt. Trotz des Endes der Luftoperationen, werden militärische Maßnahmen auf dem Meer eingehalten werden, mit der Seeblockade des Landes; Mit dieser Maßnahme soll, Maßnahmen der iranischen Marine, die bereits in den Golf von Aden präsent zu vermeiden, mit der Begründung, sich an Maßnahmen gegen die Piraterie Marine engagieren. Wenn hinter diesen Aktionen war die Angst vor einem fortgeschrittenen iranischen, denken Sie daran, die wirtschaftlichen und sozialen Lage des Landes Jemen, die nach wie vor eines der ärmsten in der Region, die offensichtliche Probleme mit Verteilung von Ressourcen, ein Faktor, der zu der zu Grunde liegen scheint, Houti Rebellion, die zu dem Konflikt gegeben. Aber dies war eine Gelegenheit für Saudi-Arabien, seine Einflusszone wiederherzustellen, zu verhindern, das Land würde eine Drift von Terroristen mit Al-Qaida bereit, die institutionellen Chaos zu nutzen und, zur gleichen Zeit auftreten, die Dinge klar, mit dem Iran, die schon zu viel Schaum im Irak.
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