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Vi riporto l'ultimo comunicato di SR sulla Siria, scritto da Mamadou Ly.
Visitate il sito web: www.lacomuneonline.it
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Mamadou Ly | 22 Agosto 2013
Un’altra strage in Siria
Contro il cinismo e l’indifferenza
Il regime di Bashar al-Assad ha perpetrato un’altra terribile carneficina. I bombardamenti su un quartiere della periferia est di Damasco - controllata dall’Esercito libero siriano - hanno provocato la morte di centinaia di persone, secondo le stime più caute, mentre alcune fonti parlano dell’uccisione di oltre un migliaio di donne e uomini, bimbi, adulti ed anziani e del ferimento di diverse altre migliaia. Si cominciano a delineare i tratti di una delle più gravi tra le decine di stragi compiute in questi ultimi due anni, forse la peggiore. Esprimiamo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà a chi è stato colpito e ai loro cari, alle sorelle e ai fratelli siriani schierati con la rivoluzione di fronte a questo nuovo terribile attacco alle loro speranze di libertà, giustizia e vita migliore. Il loro senso di solitudine non potrà che trovare ulteriore alimento dal fatto che il risveglio, destinato a durare poco, di interesse della stampa sembra dettato non dalla strage stessa quanto dai mezzi utilizzati per compierla. Si contano le vittime ma proliferano i dibattiti sull’ eventuale ricorso a gas tossici, smentito dal regime di Damasco, sull’ennesimo nuovo superamento della “linea rossa” tracciata una volta da Obama, proprio in presenza di una missione dell’Onu. Che ricorra ad “armi convenzionali” o ad armi chimiche, il regime di Damasco continua imperterrito a massacrare bimbe e bimbi, donne e anziani, oltre un centinaio di migliaio di persone, sicuro della propria impunità e della propria legittimazione a farlo, agli occhi dei “potenti del mondo”. Il prevalere dei discorsi sulla natura degli strumenti di morte rispetto alla realtà della privazione brutale subita da centinaia e miglia di persone del bene più prezioso, la vita, raggiunge livelli estremi, disgustosi ed intollerabili di cinismo e di disumanità. Più che contribuire minimamente ad una riflessione seria sulla vicenda siriana gettano ulteriore luce su questi tratti intimi del sistema democratico e sul suo cuore nero, l’uccidibilità, che si esalta nella decadenza. Al di là delle infinite polemiche sull’esattezza di numeri comunque esorbitanti, il bilancio della guerra che si è sovrapposta alla rivoluzione e l’ha sanguinosamente soffocata, è pesantissimo. Ha dei responsabili chiari ed universalmente noti, in cima ai quali il dittatore di Damasco ed il regime da esso cappeggiato, a cui si sono affiancate organizzazioni jihadiste che nel caos hanno trovato terreno fertile per coltivare le proprie ambizioni di dominio ed oppressione in nome di Allah, altre formazioni politico-militari e bandiere. Di tutto ciò gli Usa e le altre potenze democratiche, l’Onu, l’Ue e la Lega araba sono complici organici, come e quanto la Russia, la Cina, l’Iran e Hezbollah. Ognuno a proprio modo e per le proprie ragioni, intime e contingenti, si tratta di nemici irriducibili della rivoluzione siriana, delle speranze che ha incarnato e suscitato, cui ha cominciato a dare promettente sostanza nel suo primo anno. Chiedere proprio a loro di risolvere “la questione siriana” ormai supera abbondantemente i limiti dell’ingenuità e rasenta la complicità più o meno consapevole. Ci siamo schierati con la rivoluzione siriana sin dapprincipio, ne abbiamo evidenziato e sottolineato i pregi e meriti senza tacerne le debolezze e le fragilità, i limiti e gli inciampi, ne abbiamo denunciato senza sosta i nemici esterni ed interni. Su questa strada intendiamo procedere, contro l’indifferenza ed i rischi diffusi di assuefazione al dramma, e con l’augurio e la disponibilità ad incontrare chiunque si senta chiamato in causa e voglia finalmente reagire, o per chi o sta già facendo continuare con più forza. Mobilitarci ed unirci per l’accoglienza ed il sostegno alle migliaia di sorelle e fratelli siriani, egiziani e da altrove che giungono in queste settimane costituisce parte essenziale di tutto ciò.
22 agosto 2013 ore 9
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