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- Contro il razzismo - sanatoria e libertà per tutti/e gli immigrati/e
L’emergenza del coronavirus, ci chiama ad un impegno più profondo in nome dell’umanità e della vita che vogliamo preservare e migliorare. Abbiamo bisogno di riconoscerci più profondamente come fratelli e sorelle per aiutarci e aiutare la nostra gente ad affrontare questo momento difficile. Nessuno deve essere lasciato solo umanamente. Vogliamo essere vicini ai nostri fratelli e sorelle, sapere come stanno, come si sentono, come vivono, di cosa hanno bisogno per trovare insieme le strade. Cerchiamo di affrontare i comportamenti individualisti, proviamo a incarnare e spiegare quanto la solidarietà conviene, così come l’attenzione agli altri, il pensiero rispettoso e dedito delle persone, l’ascolto. È per tutti noi una prova imparare e praticare l’idea per cui aiutando gli altri aiutiamo noi stessi. È umanamente che possiamo affrontare bene questa emergenza. Possiamo sviluppare una catena di cura e solidarietà reciproca ed espansiva che a partire dal nostro protagonismo, attivi i fratelli e le sorelle a loro vota, le persone solidali, i fratelli e sorelle punti di riferimento nelle comunità, anche unendo le forze con altre associazioni.
In ragione di questa visione:
Esigiamo un’accoglienza dignitosa per tutti coloro che stanno arrivando nel nostro Paese, promuoviamo un appello per la sanatoria per tutti i profughi e immigrati e pieni diritti.
Promuoviamo l’informazione sulle misure di prevenzione per fronteggiare il coronavirus, sulle regole utili e benefiche contrastando anche l’irresponsabilità o la superficialità che può esserci nei comportamenti delle persone e denunciando fermamente la violenza dello stato e il razzismo che pure riemerge contro i fratelli e sorelle immigrati.
Tanti nostri fratelli, tante sorelle immigrate hanno perso il lavoro e si trovano in una condizione difficilissima, stretti tra il vivere qui e il bisogno di mandare soldi nei propri paesi, dove non dimentichiamo questa stessa pandemia sta cominciando ad affacciarsi. Proviamo ad essere al loro fianco informando e possibilmente aiutando chi può fare richiesta per quelle minime garanzie che il governo italiano ha concesso. Rivendicando inoltra per tutti gli altri uguali garanzie e sostegno.
Attiviamoci per aiutare le persone che hanno bisogno di controlli e cure sanitarie, informandoli sulla possibilità, per chi non ha il medico di base di accedere alle strutture sanitarie pubbliche (pronto soccorso, guardia medica, etc.). Il problema più serio è quello della mediazione, della comprensione della lingua etc. In questi casi prendiamo contatto con le persone solidali - sono tante -, tra medici e infermieri, singoli o associazioni che si impegnano nella cura.
Sconsigliamo vivamente, laddove ne venissimo a conoscenza, ai fratelli e sorelle, di ritornare nei propri paesi d’origine fino al termine dell’emergenza. Affrontiamo insieme le paure e le preoccupazioni riflettendo sul fatto che questa regola è necessaria per il bene dei propri cari e di sé stessi.
È importante denunciare la disumana condizione in cui vengono costretti i fratelli e sorelle richiedenti asilo nei centri. Nell’immediato denunciamo questo scempio e ci battiamo perché tutti coloro che vi vivono, compreso chi vi lavora, lo possa fare in sicurezza. Proponiamo che chi è ospite venga accolto degnamente, che siano trasferiti in luoghi dell’accoglienza diffusa e perché gli edifici dismessi siano ripristinati e destinati ad abitazioni degne.
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