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Solidarietà con il popolo siriano, via il regime dittatoriale di Assad
Appello
Solidarietà con il popolo siriano
Via il regime dittatoriale di Assad
In Siria milioni di donne e uomini stanno coraggiosamente lottando per la libertà e la dignità contro la sanguinaria dittatura del regime di Bashar Al Assad. L’insorgenza del popolo siriano è parte dell’ondata rivoluzionaria che sta attraversando il mondo arabo dalla Tunisia all’Egitto fino allo Yemen.
Siamo solidali con i popoli in lotta per la libertà contro le dittature e le complicità del sistema degli Stati.
Siamo solidali con il popolo siriano e denunciamo la feroce repressione perpetrata dal regime di Assad che ha già causato migliaia di vittime innocenti.
Perciò rivolgiamo un forte appello a tutte le comunità, le associazioni solidali, le forze e le realtà per costruire una iniziativa di mobilitazione solidale al fianco del popolo siriano.
tra i firmatari: Socialismo rivoluzionario – Associazione antirazzista e interetnica “3 febbraio” – Alex Zanotelli (missionario comboniano) – Hassan Dgaim (attivista Comunità siriana di Milano) – CIB – Unicobas – Socialismo Libertario – Lega abitanti della città di Idlib (Siria) in Lombardia – Danova Mohamad, dir. Casa della cultura islamica via Padova (Milano) – Sabrina Grilli, Telereporter (Milano) – Comunità marocchia e araba di Centocelle (Roma) – Coalizione nazionale per il sostegno alla rivolta siriana-Italia – Associazione amicizia Iraq-Italia – Associazione culturale Sabada via Pré 73 (Genova) – Federico Stolfi (operatore sociale, Roma) – La Compagnia dei Fuocolieri (il Direttivo).
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PIATTAFORMA DELLA MANIFESTAZIONE DEL 19 FEBBRAIO 2012 A ROMA
1. Alla manifestazione possono aderire tutte le opposizioni siriane che concordano con i seguenti obiettivi della manifestazione:
a. Cessazione immediata delle violenze in Siria
b. Dimissioni del presidente Assad e del suo staff
c. Un periodo di transizione
d. Elezioni libere alle quali può partecipare tutto il popolo siriano
2. Gli slogan dei partecipanti devono essere entro questa piattaforma
3. Il rifiuto totale di qualsiasi intervento militare in Siria
4. La difesa anche internazionale dei civili come previsto dallo statuto dell’Onu
5. Richieste immediate di soccorso medico e la possibilità di curare i feriti
6. Far arrivare gli aiuti umanitari alle zone disagiate
7. Sono invitate tutte le associazioni umanitarie e di volontariato e anti violenza alla partecipazione.
Il Consiglio Nazionale Siriano – Italia
…SULLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 14 GENNAIO A ROMA
Una giornata di straordinario protagonismo dei fratelli e delle sorelle profughe
La manifestazione è stata un successo. C’erano circa diecimila persone in piazza a Roma – in grandissima parte immigrati – a quella che è stata la prima manifestazione nazionale in Italia indetta direttamente dai profughi. Un fatto straordinario e inedito che va tenuto in conto per valutare il successo della mobilitazione. Perché va riconosciuta una espressione di autorganizzazione, di protagonismo e di combattività di migliaia di fratelli e sorelle immigrate che rappresentano un dato qualitativo da comprendere in tutto il suo valore. Folta la presenza di immigrati provenienti dall’Africa, ma erano presenti anche fratelli del Pakistan e del Bangladesh. Una speciale e calorosa accoglienza è stata riservata ad una delegazione di sorelle e fratelli siriani e alla rivoluzione in corso scandendo assieme più volte “Siria libertà”.
Il contenuto dello striscione d’apertura “accoglienza e solidarietà – rifugiati in lotta per la vita” ha rappresentato il battito e il sentimento profondo del corteo. Gli slogan, i cartelli, i sorrisi e il ritmo stesso della manifestazione erano armonici ad un incontenibile protagonismo dei rifugiati del mondo. È stato così dalla partenza del corteo fino all’assemblea finale a Piazza S. Giovanni dove la successione di più di venti interventi con relativa traduzione in più lingue è stata accompagnata da una speciale e costante concentrazione. Molto entusiasmo e soddisfazione per il risultato costruito, nonostante il silenzio dei principali organi di stampa, e altrettanta volontà di proseguire la lotta per ottenere diritti e dignità umana. La possibilità di realizzare un incontro con il ministro Riccardi quanto prima è il frutto di una mobilitazione e di una lotta che è cresciuta in questi mesi in vastità e qualità trovando un momento unificante il 14 gennaio.
Così che è stato vissuto e interpretato dai rifugiati. Per il 14 gennaio avevano chiamato a raccolta il mondo della solidarietà. In questo senso è stata decisiva la scelta dell’Associazione 3 febbraio e di StopRazzismo di accogliere l’invito e di rilanciarlo con un appello sottoscritto da tante realtà e persone solidali e antirazziste per costruire assieme la manifestazione.
Circa trenta pullman completamente autofinanziati sono partiti dalle principali città: da Palermo a Torino, ma anche da Firenze, Milano, Trezzano sul Naviglio (MI), Genova, Bologna, Firenze, Consuma (FI), Prato, Cassino, Castel Volturno, Caserta, e da Napoli da dove sono partiti tredici pullman. Diversi fratelli e sorelle hanno raggiunto Roma come hanno potuto, altri ancora per motivi economici hanno scelto di venire in delegazione dalle località più piccole come è successo dalla Puglia, Basilicata e Campania, ma molte altre migliaia non hanno potuto esserci perché non eravamo in grado di garantire altri pullman autofinanziati. Purtroppo per diversi motivi non tutte le realtà che hanno aderito all’appello erano presenti o hanno cercato di costruire la mobilitazione. Discorso diverso riguarda altre organizzazioni politiche e sindacali di carattere nazionale che hanno scelto di non aderire e nei fatti di boicottare la manifestazione.
Tuttavia da questa importante manifestazione antirazzista che viene dopo quella straordinaria del 17 dicembre a Firenze possiamo trarne tutti quanti più fiducia. Senza però rimuovere che il contesto in questo paese non è cambiato, resta difficile per il salto di qualità del razzismo assassino, per l’accanimento razzista statale e istituzionale contro gli immigrati, e anche per il processo di imbarbarimento e di disgregazione che segna negativamente buona parte della società.
Ma il coraggio e il protagonismo inedito dei rifugiati, la determinazione delle comunità immigrate e le scelte delle realtà solidali e antirazziste possono essere fattori costitutivi di un