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solidarietà

Domenica 9 Marzo, ore 16, assemblea di lotta dei lavoratori bengalesi di S. Antimo (Na)

Domenica 9 Marzo, ore 16, assemblea di lotta dei lavoratori bengalesi di S. Antimo (Na)

I lavoratori delle fabbriche tessili di Sant’Antimo, e di altri comuni della provincia di Napoli, sono da mesi in lotta contro i loro sfruttatori
Vengono da diversi paesi: sono bengalesi, pakistani, sono immigrati e profughi.
Sono venuti in Italia per costruire una vita migliore assieme alle loro sorelle e ai loro fratelli italiani.

Comunicati di solidarietà ai lavoratori tessili Bengalesi in lotta a Sant'Antimo (NA): ASGI, Scuola di Pace, CGIL, UIL...

Hanno espresso la loro solidarietà, tra gli altri, anche i docenti universitari Pasquale De Sena e Maria Speranza Perna.

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Comunicato dell'Associazione "Scuola di Pace" - Napoli:

Siamo solidali con la lotta intrapresa contro lo sfruttamento dei lavoratori bengalesi a S. Antimo.
Dite loro che c’è una Associazione a via Foria,93 che si chiama Scuola di pace, dove si insegna l’italiano per la loro e la nostra emancipazione, per riaffermare il diritto di tutti ad una vita dignitosa. Le nostre porte sono sempre aperte.

Un abbraccio. Corrado.

Dichiarazione di solidarietà con i lavoratori bengalesi in lotta contro lo sfruttamento schiavistico: ADERITE ANCHE VOI! - Presidio a Napoli, sabato 8 febbraio, ore 11

Solidarietà con i lavoratori bengalesi in lotta contro la sfruttamento schiavistico!
Le vittime non paghino ancora una volta!

Da quasi due mesi, a S. Antimo, i lavoratori dell'industria tessile bengalesi e di altri paesi sono in lotta: costretti a lavorare per salari di circa 3 euro l'ora, con turni di lavoro fino a 14 ore al giorno. Di fronte a ciò, hanno avuto il coraggio di reagire – insieme all'Associazione 3 Febbraio e altre associazioni e persone solidali – per affermare la propria dignità.

Denuncia A3F operai bengalesi ridotti in schiavitù - Sant'Antimo (NA)

Comunicato A3F:

A S.Antimo vivono migliaia di bengalesi e quasi tutti loro sono impiegati nell'industria tessile.
In alcune fabbriche siamo venuti a conoscenza di condizioni di vera e propria schiavitù. Turni di 14 ore al giorno con un padrone anch'esso bengalese che costringe i lavoratori a lavorare per meno di 3 euro allora. Questo stesso padrone usa, per ricattare gli immigrati, sequestrare il loro passaporto così da non potersi muovere e cercare lavoro altrove.