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SALVIAMO JILA IZADI 13 ANNI IRANIANA
I nostri fax possono essere importantissimi per salvare questa
bambina.
Oggetto: APPELLO- PER JILA IZADI, 13 ANNI; IRANIANA, CONDANNATA A MORTE PER LAPIDAZIONE
Data: Sab, 15 Gen 2005 12:03:09
QUESTE info sono di fondamentale importanza e VERE!
Passateparola.Grazie!
Ennesimo atto d' ingiustizia contro la violazione dei diritti umani.
Bisogna intervenire subito,attivarci ad aderire rispondendo agli indirizzi
sottostanti(vedi indirizzi sotto via fax o e-mail),e a diffondere l'appello a tutta la rete...
PER JILA IZADI, 13 ANNI; IRANIANA, CONDANNATA A MORTE PER LAPIDAZIONE
Il 25 ottobre 2004 compariva sulla rivista francese "Elle" un appello di Elisabeth Badinter, che qui di seguito traduciamo, per tentare di salvare una ragazzina iraniana di tredici anni,condannata a morte per avere avuto dei rapporti sessuali con il fratello quindicenne (alcune fonti parlano di stupro). Un secondo appello di ministre ed ex-ministre tra le quali Martine Aubry, Elisabeth Guigou e Catherine Tasca- è stato indirizzato alle autorità iraniane. Infine l'associazione parigina "Ni putes ni soumises" si è fatta promotrice di una campagna per tentare di salvare Jila Izadi.
Vogliamo ricordare che in Iran, secondo la sharia, qualsiasi donna che ha o ha avuto una relazione sessuale con un uomo che non è suo marito commette adulterio. La pena è la lapidazione. In caso di stupro gli autori ma anche le vittime possono essere giustiziate. In Iran dal 1990, dieci minorenni sono state lapidate, la maggior parte accusate di "atti incompatibili con la castità". Ricordiamo infine che l'Iran non offre alle donne né protezione né assistenza
giuridica e non esiste alcun ricorso che possa permettere ad una condannata di appellarsi alla decisione dei suoi giudici. Oggi Jila Izadi è ancora viva grazie alla mobilitazione e al coraggio delle resistenti contro il fondamentalismo in Iran, ma corre ancora un grande pericolo, il regime può ucciderla da un giorno all'altro. Invitiamo dunque - al di là di ogni possibile divergenza da alcune
valutazioni espresse ne l testo di Badinter - a rispondere al più presto a quest' appello e a dargli la massima diffusione. Basta
scrivere una sola frase: "NO ALLA LAPIDAZIONE DI JILA IZADI, UNA
BAMBINA DI 13 ANNI", direttamente all'Ambasciata iraniana in Italia,
tramite lettera (v. Nomentana, 361-363 - 00162 Roma) o fax (06- 86328492).
APPELLO DI ELISABETH BADINTER:
Jila Izadi, 13 anni, è stata condannata alla pena di morte per lapidazione. Il suo crimine: avrebbe avuto rapporti sessuali con il fratello quindicenne. Incinta, ha partorito in prigione. Suo fratello,incarcerato, avrebbe già subito la sua pena, conformemente alla legge islamica: 150 o 180 colpi di frusta (le cifre divergono). Da restarci più morto che vivo. Questa ignominia, accade a Marivan, una città del Kurdistan iraniano, qualche settimana dopo l'impiccagione al gancio di una gru di un'altra ragazzina iraniana di 16 anni, Atefet Rajabi, accusata di "atti incompatibili con la castità". Il tutto nel silenzio assordante della stampa nazionale e internazionale, così come della maggior parte delle femministe, pur collegate in permanenza a internet. All'ultimo meeting dei "no global" che si è tenuto a Londra la settimana scorsa, donne con il foulard e femministe cosiddette "storiche" hanno sputato fuoco e fiamme contro la legge francese per il rispetto della laicità, ma non una parola è stata pronunciata per condannare il martirio inflitto alle donne in nome
della sharia. Ai loro occhi le vere vittime sono quelle che vivono nelle democrazie occidentali alle quali si domanda di togliere i loro simboli religiosi per accedere alla scuola della Repubblica e non quelle che subiscono la legge implacabile delle teocrazie totalitarie. Quello che le meglio indottrinate si guardano bene dal dire è uscito spontaneamente dalla bocca delle due sorelle velate, supermediatizzate,l'anno scorso. Davanti alle telecamere di TF1, hanno approvato con una sorta d'ingenuità la lapidazione delle donne
adultere. Nessuno/a ha notato, nessuno/a ha condannato. Nessun richiamo all'ordine dei diritti dell'uomo. Si rischia dunque di attendere a lungo che una militante per l'uso del velo islamico in Europa si levi per condannare queste pratiche atroci. Non è dunque su queste che bisogna contare, ancor meno sulle loro avvocate che osano dirsi ancora femministe, per tentare di salvare la piccola Jila Izadi che attende conferma del suo supplizio dalle autorità iraniane.
Oggi sappiamo che solo una forte mobilitazione internazionale può riuscire a fermare un'esecuzione capitale. Com'è stato per Safia Husseini e Amina Lawal in Nigeria. E' per questo che supplichiamo i difensori dei diritti dei bambini, i militanti per l'abolizione della pena di morte e tutti i democratici inorriditi da questi crimini di scrivere quest' unica frase, per lettera o mail, firmata con il proprio nome: "NO ALLA LAPIDAZIONE DI JILA IZADI; UNA BAMBINA DI 13 ANNI". La sua sopravvivenza dipende dalla rapidità e dall'ampiezza delle nostre proteste.
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Sostengo a più non posso quest'iniziativa e prego tutti coloro che s'impegnano nel rendere giustizia a queste piccole forti donne e quindi anch'io dico: "NO ALLA LAPIDAZIONE DI JILA IZADI; UNA BAMBINA DI 13 ANNI"