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Venerdì 6 novembre il Comune di Sant'Antimo ha staccato la fornitura dell'acqua potabile allo stabile di via Sambuci 9 che già aveva tentato di sgombrare nelle settimane scorse.
Si tratta di una rappresaglia odiosa e inqualificabile oltre che probabilmente illegale. Ma evidentemente qui la legalità sta sempre dalla parte del più forte.
L'acqua è un servizio pubblico fondamentale che le amministrazioni Comunali hanno il preciso dovere di garantire a tutti "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", e persino in casi di grave morosità. Ed invece è il caso di ricordare che gli abitanti di via Sambuci 9, regolari, con permesso di soggiorno e residenza anagrafica a quell'indirizzo, hanno sempre pagato sia tutte le bollette dell'acqua che il canone di affitto.
I politici locali vanno in televisione a dire di lavarsi le mani per non prendere l'influenza e poi staccano l'acqua alle case.
La realtà è che le mani sporche le hanno loro, perché le stringono con quelle dei razzisti quando si incontrano la sera, a Sant'Antimo come nel paese confinante Casandrino, per discutere del modo migliore per cacciare gli immigrati.
Lunedì 9 novembre, alle 10, l'Associazione 3 Febbraio insieme ai fratelli e alle sorelle di Sant'Antimo, sarà davanti al Comune per chiedere un incontro con il Sindaco, l'immediato riallaccio dell'acqua e il mantenimento delle promesse fatte sulla sistemazione delle persone che si ritiene non possano più abitare in via Sambuci.
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