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Diario dal Benin


Il progetto di cooperazione internazionale per le scuole del Benin è partito. E' la prima esperienza che vede la nostra associazione giungere nei Paesi di provenienza dei nostri fratelli, grazie all'idea di uno di loro Tourè che due anni fa ha pensato di rivolgersi all'A3f per aiutare i bambini nelle scuole del dipartimento della sua città Donga.

Siamo da 3 settimane in Benin e per il nostro progetto è ora di bilanci. Il tempo non è stato molto ma lo abbiamo utilizzato al meglio con la viva intenzione di creare una continuità e una stabilità di intervento. Dopo i primi 4 giorni a Cotonou , capitale economica del Paese, dove abbiamo tenuto un incontro con un’organizzazione di studenti universitari, ci siamo diretti verso Djougou, una città di 200000 abitanti nel nord del Benin. Questa città é stata scelta come sede di intervento del progetto indirizzato alle scuole primarie e secondarie. E’ la città di Touré, che come sapete é stato l’ideatore del progetto. La delegazione composta da chi vi scrive, Touré, Emiliana, Serena, con l’aggiunta di altre due collaboratrici Rosalba e Maria, ha girato in 15 scuole incontrando 4700 studenti. Tutto questo in un arco di tempo concentrato e con una grande attenzione nella raccolta di tanti dati. Dal quadro che ci siamo fatti, emerge una realtà umana interessante, appassionante, per la forza che restituisce e al tempo stesso molto problematica. Risalta la quasi assoluta mancanza di mezzi per studiare, di personale competente, e di qualsiasi intervento dello Stato soprattutto nelle provincie. Tante scuole che abbiamo visitato sono state costruite direttamente dagli studenti e dai loro genitori. Nonostante questo, i ragazzi incontrati, dai più piccoli (5 anni) fino ai più adulti di 18, ci hanno testimoniato una grande volontà di emergere, di uscire da una condizione difficile e di realizzarsi. Abbiamo intervistato direttamente un centinaio di ragazzi, chiedendogli quali fossero i loro sogni, come vedono l’avvenire e con emozione abbiamo constatato la semplicità e la profondità dei loro desideri. Ora nel bilancio che cominciamo a fare, sentiamo una grande responsabilità ma anche le grandi potenzialità. Gli ultimi giorni saranno concentrati nell’aggregare a questo progetto delle persone che potranno essere in loco, i garanti della continuità e del controllo per sviluppare le nostre iniziative. E’ nostra intenzione una volta tornati in Italia (il ritorno é previsto per il 9 dicembre) mettere in contatto le scuole conosciute in Benin con le scuole italiane. Questo, sia chiaro, fuori da ogni logica assistenziale. Su questo punto siamo stati molto rigorosi nel presentare il progetto, che non é un progetto di carità ma di solidarietà interetnica. Ciò vuol dire che l’A3F con il progetto « LE SAIDEN » si farà carico di creare prossimità e amicizia tra scuole simili e direttamente tra gli studenti con una serie di corrispondenze e scambi di informazioni. Per il resto saranno gli stessi protagonisti a scegliere le forme migliori di interazione. Dopo questo viaggio così nuovo per le prospettive che apre, per la conoscenza che ci offre di una terra che sentiamo nostra soprattutto attraverso la vita di migliaia di nostri fratelli e sorelle, comincia la parte più interessante e più delicata del progetto. Ora verrà il momento di impegnarci con la nostra associazione in tutta Italia a far conoscere questa esperienza. Una scuola di Milano potrà conoscere una di Djougou, potrà scambiarsi notizie e possibilmente pensare a uno scambio di delegazioni. Così sarà a Napoli, a Genova, a Bologna ovunque pensiamo possa esserci interesse per questo progetto. Un’altra responsabilità importante che abbiamo, é far sì che a questo primo passo ne seguano tanti altri, che ciò che è cominciato in Benin possa continuare in Pakistan, in Algeria, in Perù e dappertutto nel mondo. E’ vero che questo è solo il primo passo, ma sappiamo bene che per fare un grande cammino così si comincia. Gianluca Petruzzo

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