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Appello promosso dall’Associazione antirazzista e interetnica ‘3 Febbraio’
Una parte consistente dell'umanità si riconosce in una fede religiosa, vi trova punti di riferimento fondamentali per la propria vita. Anche per questo le religioni e le questioni religiose si ritrovano pienamente e contraddittoriamente al cuore degli avvenimenti mondiali e dei grandi processi e cambiamenti in atto nel mondo. Tra questi si distinguono i flussi migratori che mettono in contatto, con una intensità e un'ampiezza senza precedenti, milioni di donne e uomini di fede diversa, oltre che appartenenti a tante etnie, nazionalità, ecc.
In questo contesto, ma spesso e specialmente dopo l'11 settembre, sembrano prevalere i motivi di diffidenza e di divisione, di polemica e di scontri mortali, anche tra persone che differentemente si rifanno alla stessa religione.
Gli oppressori e sfruttatori di tutti i tipi non perdono occasione per strumentalizzare ed alimentare tutto questo per i propri scopi, provocando tante guerre ed infiniti atti terroristici che nulla hanno a che vedere con le aspirazioni della maggioranza della popolazione mondiale. In Occidente dove viviamo ne scaturiscono l'ossessiva esaltazione dello scontro di civiltà e della sua logica, che legittimano provvedimenti discriminatori ed ingiustizie, offese e provocazioni nei confronti delle musulmane e dei musulmani, a cui a loro volta si rivolgono, alcuni in buona fede, altri per motivi palesemente strumentali, tanti soggetti ed organizzazioni in presunta difesa dell'Islam e dei suoi fedeli.
Nel mondo in cui viviamo le relazioni tra persone di diversa religione non sono sempre conflittuali, ma le divisioni, le lacerazioni e gli scontri sono una realtà spesso e sempre più ricorrente. Siamo però convinti che questa realtà non sia fatale e inevitabile, perché la nostra comune umanità può rappresentare un prezioso ed insuperabile motivo di incontro, di unità e di rispetto reciproco. E ognuna e ognuno, se lo sceglie, può trovare nel proprio credo tante ragioni per far primeggiare, cercare e coltivare la sorellanza e la fratellanza, la solidarietà con il prossimo, qualunque sia la sua provenienza e identità.
Questa convinzione sta al cuore della prospettiva interetnica che ci anima e che inspira il nostro impegno e la nostra iniziale esperienza di questi anni. Troviamo inoltre prove della sua fondatezza e della possibilità e di ciò a cui aspiriamo nella vita e nell'iniziativa, spesso silenziosa e anonima, di tante persone di buona volontà. A loro in primo luogo e a tutti ci rivolgiamo per suscitare e coltivare insieme l'incontro ed il confronto, positivo e costruttivo, tra donne e uomini di diversi credo, etnia, nazionalità che vivono insieme, per alimentare e far crescere il dialogo intereligioso ed interetnico, da cui può nascere una società aperta, libera e solidale, in cui tutte e tutti possono vivere bene e con dignità.
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