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Lettera al popolo di Napoli

Cari fratelli e sorelle,

vi scriviamo in un momento molto triste e importante. Un nostro fratello, Ibrahime Diop, un giovane di 24 anni, è stato ucciso da criminali che volevano rapinarlo. La stessa sorte è capitata ad altri, a Giugliano, a Licola, ad Arzano; queste morti sono il frutto di un clima violento e insopportabile che viviamo in città, tutti, nessuno escluso: giovani, donne, anziani, immigrati. Eppure è la nostra città, dove troviamo simpatia e accoglienza ma purtroppo anche chi si sente più libero di farci del male perché siamo immigrati. Certo se il Ministro dell’interno insinua il sospetto che siamo potenziali terroristi, i nostri problemi diventano drammatici. Non stiamo qui a contare quanti nostri fratelli dalle Torri gemelle, a Madrid, a Londra o nei paesi di nostra provenienza, sono morti a causa del terrorismo. Questa è la verità: guerre e terrorismo uccidono la nostra gente e in più come sta succedendo in occidente fanno ricadere la colpa su di noi.

Per chi non lo sapesse siamo stati tra i primi con la nostra associazione “3 febbraio” a manifestare a Roma il 3/11/2001 (dopo gli attentati di New York),contro le guerre e il terrorismo per la pace fra i popoli.

Ora siamo qui a chiedervi di lottare insieme per una vita libera e tranquilla a Napoli come altrove.

Vogliamo che nei cuori di tutti la tristezza faccia posto al coraggio,la rabbia si trasformi in un bene guadagnato per tutti.

Ibrahime e tanti altri non torneranno in vita fisicamente, ma vivranno per sempre se altri esseri umani non subiranno la stessa sorte. Confidiamo nella brava gente di questa città, quella che ci ha sempre difeso, sia contro le aggressioni delle forze dell’ordine come a Via Roma o al Vomero, sia contro le bande razziste.

Non facciamoci impaurire dalla violenza, costruiamo insieme una società libera, aperta, solidale e interetnica.

I fratelli e le sorelle dell’Associazione “3 febbraio”