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Un richiedente asilo sparato dal gestore di un centro: Torture in Libia e terrore in Italia contro i rifugiati

Torture in Libia e terrore in Italia contro chi emigra

Centinaia di migliaia di persone che emigrano cercando salvezza in Europa, passano per la Libia e qui vengono maltrattati, torturati da milizie e bande senza scrupoli con il beneplacito dei potentati locali e la benedizione dell'appoggio italiano oltre che europeo. Ora grazie anche a prove fotografiche e a racconti dettagliati dei profughi giunti in Italia si apre da parte della procura di Palermo un'inchiesta contro questa barbarie.

Intanto per gli immigrati che giungono qui, per i richiedenti asilo che sono accolti dall'accoglienza di Stato il calvario non finisce. È avvenuto infatti che a Gricignano di Aversa (CE) da sabato 11 novembre, un richiedente asilo, un ragazzo di 19 anni, versa in gravi condizioni all'ospedale Cardarelli di Napoli dove è stato condotto perché il gestore del centro in cui viveva, lo stesso che avrebbe dovuto accudirlo, gli ha sparato vari colpi di fucile in bocca, a suo dire per sedare un momento di tensione che si era generato.
A nostra memoria non è mai successo un episodio così grave a livello europeo. Succede in Italia. Non bastavano gli attacchi fascisti e razzisti ai centri di accoglienza, contro gli immigrati in strada, ora questo avviene ad opera di chi gestisce l'accoglienza stessa.
Quella degli stati è la barbarie propagandata per accoglienza, con buona pace di chi lavora nel settore, di chi fa volontariato e di chi realmente si impegna come tanti fanno. I centri per la gran parte sono in mano a gente senza scrupoli, che speculano e minacciano direttamente l'incolumità di chi è accolto. Quello che è successo a Gricignano (CE) è la manifestazione estrema di una logica di controllo, di oppressione che vige in questi centri. Altro che alberghi a 5 stelle come il fascioleghista Salvini afferma. la vita dei richiedenti asilo è minacciata in questi luoghi.

Non possiamo tacere, facciamo appello ai tanti che credono nell'aiuto ai bisognosi ad esser più attivi in questa denuncia: gli stessi stati che sono direttamente i mandanti della strage che si consuma nel mare mediterraneo e fuori dalle frontiere della fortezza Europa non possono, non vogliono e non sanno accogliere. Anzi, finanziano malfattori di ogni sorta. È notizia di questi giorni, apparsa sul settimanale L'Espresso di domenica 12 novembre, che l'Italia ha stornato parte del fondo destinato alla cooperazione con l'Africa per attività di polizia e difesa delle frontiere, cioè per foraggiare la guardia costiera libica e affini. Oggi anche l'ONU fa sentire la sua voce ( sempre troppo tardi) e dice: "la sofferenza delle persone detenute in Libia è un oltraggio alla coscienza dell'umanità".
Tutto questo lo sapevamo da tempo e lo abbiamo denunciato, così come lo hanno fatto le associazioni serie quali Medici Senza Frontiere e altri. Basta parlare con i richiedenti asilo transitati per la Libia, con le migliaia che vivono qui nei centri di accoglienza. Basta incontrare e ascoltare l'umanità così vessata eppure così combattiva. È infatti grazie alle denunce di queste persone e non ai roboanti proclami di istituzioni politiche o di altra natura che sta venendo fuori tutto ciò.

Facciamo appello alla coscienza dell'umanità di ognuno, alla solidarietà e alla fratellanza: un appello a reagire, a dare sostegno alle denunce che vengono dagli immigrati e a unire un fronte solidale perché questa barbarie non continui.
Ci battiamo per una società libera aperta e solidale, e da subito per una moratoria sulle frontiere e per aprire corridoi umanitari generalizzati per tutte le persone che vengono dalla Libia e chiedono accoglienza.

Chiunque ha a cuore l'umanità si schieri !

ASSOCIAZIONE ANTIRAZZISTA INTERETNICA "3 FEBBRAIO"
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