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Adesione delle ACLI Campania all'iniziativa di Sabato 21 Marzo, a Napoli, dell'A3F e degli immigrati contro la schiavitù

Comunicato delle ACLI:

Dignità e diritti. Sottratti, negati, per sempre. La vicenda dei circa 100 operai bengalesi che tra Sant'Antimo, Grumo Nevano e Casandrino, lavorano in condizioni disumane per un euro all'ora diventa una delle priorità delle Acli provinciali di Napoli. Insieme all'associazione 3 Febbraio, che si sta occupando della drammatica situazione degli immigrati, anche le Acli intraprendono questa battaglia che allo stesso tempo di legalità e umanità. Maurizio D'Ago, avvocato dell'associazione e componente del consiglio provinciale Acli, sta seguendo circa 15 operai, i primi che hanno avuto il coraggio di denunciare e che hanno rotto un'organizzazione collaudata di sfruttamento. Il proprietario delle fabbriche tessili in cui prestano la loro manodopera, con orari massacranti senza alcuna tutela e con una paga da fame, è un loro connazionale. I prodotti che realizzano sono immessi nel circuito legale della moda Made in Italy. Il sistema dunque è quello del subappalto. Commesse date dai grandi marchi delle moda a piccole fabbriche di provincia, a volte gestite da italiani, a volte da stranieri che, come in questo caso, si arricchiscono, pagando chi compie il lavoro anche 30 euro al mese.
Le Acli di Napoli si schierano al fianco dell' associazione 3 Febbraio al fine di dare un supporto forte e fattivo a chi con tenacia sta conducendo questa guerra a colpi di denunce, mobilitazioni, procedimenti giudiziari”.
Sabato, 21 marzo, i coraggiosi operai bengalesi che hanno avuto l'audacia di alzare la testa saranno in piazza per accogliere il Papa. A Francesco hanno scritto anche una lettera.