Home

Rifugiati: Il nostro diritto non è politico, è un diritto umano!

Il Comune di Milano ha deciso di scippare i nostri diritti silenziosamente, cosa inaccettabile, motivo per cui noi abbiamo dato vita ad una lotta per il nostro diritto ad un alloggio che ci è garantito dalla Convenzione di Ginevra del 1951 Noi viviamo in una situazione veramente orribile ed è per questo che pensiamo che la nostra richiesta sia molto seria e vada considerata, dal Comune di Milano il quale nei nostri incontri ha dimostrato di non avere un piano per dare risposta ai nostri diritti. Noi vediamo come vi sia disinteresse nell’avere un dialogo ed una trattativa, cosa che significa che essi non vogliono una trattativa, ma essi invece devono di avere la loro propria strada per affrontare questa situazione. Anche noi abbiamo la nostra strada di fare i conti con noi stessi e proteggeremo il nostro diritto e noi stessi. Ora noi viviamo da un mese in Piazza Oberdan, senza speranza. E’ un tempo incredibilmente lungo, e voi dovete chiedervi per quanto tempo possiamo aspettare una azione così crudele ed inumana. Quando si è abbattuti, sembra che non vi sia più speranza ma il cambiamento può avvenire solo se siamo insieme come una sola cosa. Noi siamo tutti parte della grande famiglia di Dio, ed in verità l’unica cosa che vogliamo è l’amore. Questa è una scelta che stiamo facendo per salvare le nostre vite, aprite i vostri cuori, noi sappiamo che con una qualche accoglienza le nostre vite potranno essere più forti e libere. Come Dio ci ha mostrato trasformando le pietre in pane, così noi sappiamo che si deve aiutare una mano che chiede aiuto. Come un cane che rigurgita al suo vomito le persone meschine ripetono le loro stupidità. Noi diciamo che c’è un limite a tutto e che per ogni azione c’è un’azione uguale e contrariali nostro diritto è chiaro noi abbiamo bisogno dei nostri diritti ora perché questo è il tempo giusto. Se non lo farà il Comune di Milano si assumerà le responsabilità delle conseguenze, perché stiamo soffrendo troppo e non crediamo che sia possibile che vi sia repressione e persecuzione per i rifugiati che sono senza lavoro, senza casa, senza speranza, soprattutto in un stato di democrazia: per lungo tempo abbiamo vissuto come bestie. Ci viene negato ogni diritto, per questo è il tempo giusto, per protestare per il nostro diritto. Abbiamo dato al Comune di Milano molto tempo: la democrazia significa trovare le risposte. E’incredibile che essi non ci abbiamo dato alcuna risposta. Fino ad ora ci hanno offerto 2 prospettiva, o morire silenziosamente e lentamente accettando la logica del Comune, oppure morire in fretta. Noi preferiamo morire velocemente senza troppa sofferenza. Se lo stato italiano rispetta i nostri diritti: Yes we can!

i rifugiati di Milano