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Liberate Aalì Akhta

L'Associazione antirazzista ed interetnica “3 febbraio” denuncia il comportamento inaccettabile delle autorità di polizia nei confronti del proprio associato, di nazionalità pachistana e di etnia Kashmira, rifugiatosi in Italia anche a causa delle discriminazioni della propria etnia, ed a causa delle drammatiche condizioni di vita all’indomani del gravissimo sisma di 3 anni fa.

Alì Aktha si stava sposando presso il Comune di Prato quando è stato sequestrato dalla polizia perché privo del permesso di soggiorno e accusato di immigrazione clandestina. Assieme a lui sono stati sequestrati la sposa di cittadinanza italiana ed i testimoni di nozze e tenuti sotto interrogatorio per 4 ore, dopodiché Alì è stato trasferito a Milano al Cpt di via Corelli, dove il giudice ha convalidato il fermo, senza che fosse possibile approntare una difesa elementare dei diritti di Alì che non parla bene italiano. Ricordiamo che è un diritto inalienabile di Alì Aktha (garantito anche dalle leggi) di potersi sposare e che la attitudine delle autorità di ordine pubblico di insinuare l’idea di un matrimonio di comodo e l’intimidazione della moglie sono atti intollerabili, e chiediamo di poter avvicinare il nostro associato al fine di poter garantire la adeguata assistenza legale, psicologica e materiale. Chiediamo inoltre che venga rilasciato dal Cpt affinché si possa sposare.

Associazione antirazzista ed interetnica “3 febbraio” Milano

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