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Libertà per N'Diawara

Genova, giovedì 26 ottobre. Il clima in centro storico era teso a causa dell’operazione massiccia dei finanzieri e carabinieri.

Secondo la ricostruzione fatta da diversi testimoni, intorno alle 21.00 N’Diawara, senegalese che vive in via Prè, viene fermato sotto casa da circa 20 finanzieri, che gli ordinano di portarli nella sua abitazione. Di fronte al suo rifiuto i finanzieri non esitano ad aggredirlo nell’atrio del palazzo. Lui ha cercato di difendersi senza successo mentre al di fuori del portone vi erano diverse persone fra cui amici di N’Diawara che cercavano di entrare nel palazzo preoccupate dalle sue urla. Non riuscendo ad entrare nel palazzo in quanto i finanzieri avevano bloccato la porta, qualcuno ha chiamato i carabinieri sperando che interrompessero il pestaggio.

N’Diawara è stato ricoverato in serata all’ospedale Galliera dove gli sono state diagnosticate varie lesioni: un trauma cranico, una lesione alla retina e ad una gamba; e il mattino dopo è stato trasferito all’ospedale di San Martino nell’ala detenuti.

Stamattina in un’aula dell’ospedale San Martino c’è stata l’udienza che ha confermato lo stato d’arresto, poco dopo abbiamo manifestato la nostra solidarietà e richiesto la sua liberazione percorrendo Via Pre e Via Balbi, raggiungendo poi la Commenda dove abbiamo deciso con la comunità senegalese di indire un’assemblea per domani.

Nell’esprimere la nostra solidarietà a N’Diawara per quanto gli è accaduto affermiamo ancora una volta la nostra indignazione di fronte all’ennesimo episodio di violenza da parte delle forze dell’ordine verso gli immigrati e non solo.

Con molta probabilità N’Diawara subirà un processo per resistenza a pubblico ufficiale mentre verso i finanzieri non sarà preso alcun provvedimento, non saranno fatte indagini, nessuno risulterà colpevole dei pestaggi. (come il G8 insegna!!!)

Non è la prima volta che come associazione veniamo a conoscenza e denunciamo atti di violenza da parte delle forze dell’ordine durante i controlli fatti ai fratelli e sorelle immigrati, emersi anche in processi giudiziari che abbiamo seguito ma che non hanno portato a nulla.

Ribadiamo con forza la necessità di una rete di solidarietà, in particolare nel centro storico, dove immigrati, italiani, giovani, studenti, associazioni si impegnino per costruire una società aperta libera e solidale.

Martedì 31 ottobre assemblea pubblica ore 20.00