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A fianco dei nostri fratelli in Palestina e Libano

Per il diritto all’autodetrminazione dei popoli

Da giorni è in atto la guerra di Israele sostenuto dagli altri governi, Usa in testa, contro le popolazioni del Libano e il popolo palestinese.
Questo Stato fin dalla sua fondazione ha usato una violenza militare enorme nel tentativo di fiaccare la resistenza di milioni di persone che lottano per la propria terra. Nonostante i bombardamenti, la violenza inaudita, la distruzione di infrastrutture, non ci stanno riuscendo. La forza della gente del Libano, la resistenza anche militare che Hezbollah sta opponendo all’invasione di Israele, ci dicono che c’è qualcosa di più potente del fuoco degli eserciti. Il popolo palestinese ce lo dimostra da oltre cinquant’anni con la sua resistenza ad Israele. Questa è la forza di un’intera popolazione che lotta per la sua dignità, per la sua terra, per vivere bene. Per queste ragioni il nostro schieramento a fianco del popolo palestinese e libanese è forte e determinato.
E’ uno schieramento di solidarietà e di fierezza per chi ci insegna ogni giorno la forza che abbiamo e che può affermarsi anche contro nemici così forti e agguerriti come l’imperialismo del sistema. E’ grande l’esempio che ci danno i fratelli e le sorelle palestinesi dei campi profughi che accolgono i loro fratelli libanesi in fuga dalle bombe. E’ il valore della solidarietà interetnica, interreligiosa che prevale sugli odi e i conflitti che pure ci sono tra la nostra gente.
In un contesto di guerra, di difficoltà materiali e morali siamo felici che predomini nei settori di popolazione più cosciente e positiva una ricerca di unità e di solidarietà. E’ questa la vera solidarietà, non quella proclamata dagli stati come è avvenuto nell’ultima conferenza di Roma dove il massimo che hanno saputo fare è stato di inviare due navi militari di aiuti alimentari. Non è credibile che gli stessi che aiutano Israele nel massacro, possano aiutare le popolazioni massacrate.
Chi ha speculato sugli aiuti, dallo Tsunami al Terremoto in Cashmir, non può lavarsi la coscienza elargendo delle elemosine. In questa guerra la nostra solidarietà va alla gente che reagisce con decisione e fierezza all’aggressione israeliana, ai milioni di persone che nel mondo arabo scendono in piazza a fianco dei propri fratelli contestando i loro regimi asserviti all’imperialismo. Sentiamo il dovere di stringerci a fianco della gente di Palestina e del Libano per mettere fine a questa aggressione. La loro lotta è la nostra, è la lotta della gente del mondo che vive in questo Paese, che vuole affermarsi scegliendo una strada di fratellanza e di unità. E’ un segnale di grande umanità e forza d’animo, che ci fa rifiutare le offese della stampa, soprattutto in occidente che riduce al terrorismo la lotta di questi popoli. Siamo con loro contro gli accordi di pace fatti alle loro spalle, per una pace che sia prima di tutto il diritto alla terra , alla dignità, alla libertà e all’autodeterminazione. Essere al loro fianco, significa per noi riconoscerci nel loro dramma, nelle difficoltà, ma soprattutto nella dignità e nel coraggio di lottare per una vita migliore.

Chiediamo che siano accolti tutti quelli che chiedono rifugio in questo paese, senza condizioni perché fuggono da una guerra.
Lottiamo per l’immediato ritiro delle truppe Israeliane dal Libano e dalla Palestina.