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la famiglia e l'autoorganizzazione

la faniglia e l'autoorganizza
La famiglia e l'autoorganizzazione

Io vivo felicemente da 28 anni un'esperienza matrimoniale,

ove fu assunto un impegno sia civile che religioso.Sono fa

vorevole,però,alla convivenza,purchè animata da sentimen

ti responsabili delle due parti.

La ritengo anzi un'esperienza ancora più gravosa,perchè

apparentemente non fondata su alcun impegno morale del

le parti.

Ci si può amare benissimo senza alcun vincolo,purchè al

momento in cui si assume l'impegno verso l'altro si abbia

la certezza della reciproca comprensione ad appianare og

ni ostacolo quotidiano.

Nasceranno dei figli e quindi degli obblighi verso questi es

seri,che non hanno chiesto di essere messi al mondo!

Infatti nella vita quotidiana nasceranno tanti problemi di va

ria natura:ora i litigi,le incomprensioni,per essere appiana

te,richiederanno l'intervento di un terzo,detto arbitro od

Autorità giudiziaria,figura che in una società autogestita,

dovrà necessariamente esistere.

Siamo noi col nostro retaggio culturale articolato in modi

diversi secondo il nostro carattere a creare i mille volti di

una verità.

Non è l'istituto familiare in sè la fonte dei problemi,poichè

ciascuno di noi potrà ritagliarselo,come vuole in una socie

tà autoorganizzata nel rispetto dei principi morali comuni

a tutti (credenti ed agnostici)!

Da anziano,però,una cosa non condivido:la superficialità

con cui oggi si intreccia una relazione sentimentale,senza

aver conosciuto i lati dei propri caratteri!

Ciò comporterà uno scarso rispetto tra le parti e stanchez

za nei rapporti dopo qualche tempo.

E' fuorviante sentire dire dai giovani che noi eravamo "ipo

criti",perchè la donna era quasi costretta a sposarsi,giac

chè poche lavoravano;a maggior ragione ora che le ragaz

ze godono di un'indipendenza economica dovrebbero con

servare la propria femminilità,che significa rispetto di sè,di

gnità e non rincorrere l'uomo sul suo terreno.

La parità non si conquista seguendo gli schemi maschili!

Il processo culturale femminista,libertario,di autoemanci

pazione sotto i profili sessuale e sentimentale intrinseca

mente valido è stato fagocitato dalla filosofia consumisti

ca contemporaneamente diffusasi,vivendo in un conte

sto socio-economico capitalistico;non hanno avuto,certo,

sorte migliore,a giudicare il crollo simultaneo nel 1989 di

tutti i regimi comunisti,le generazioni vissute sotto il "capi

talismo di Stato" del "socialismo reale".

Quando si consuma in fretta ogni esperienza,non v'è più

alcun gusto in una relazione sentimentale!

Superando tale filosofia, che oggi pervade ogni aspetto

della nostra vita quotidiana ed annichilisce inconsape

volmente le nostre coscienze,avremo la possibilità di cos

truire una vita e quindi una società improntata a sentimen

ti solidaristici ed umanistici!

Ciò richiederà però un impegno e sacrificio quotidiano sul

piano della vita di relazione.

Donato la tartaruga
Napoli anno 2002
zione