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UN RINNOVATO IMPEGNO PER L’ACCOGLIENZA
CON I FRATELLI E LE SORELLE PROFUGHE CONTRO LA VIOLENZA NEONAZISTA DELL’ISIS
Non possiamo rimanere indifferenti rispetto a quello che sta accadendo in Iraq. La furia omicida scatenata dell’IS nei confronti, in particolare delle donne e dei bimbi e di chiunque gli si opponga cristiano, curdo o mussulmano che sia, è di una efferatezza uguale a uno dei peggiori mostri, il nazismo, che la storia ci ha consegnato. Il sedicente califfato non ha nulla a che vedere con l’Islam. E’ il risultato più amaro di un incrocio di interessi politico-statali concentrati in Medio Oriente, almeno negli ultimi venti anni. Dal nefasto progetto di esportazione della democrazia a “stelle e strisce” e delle potenze occidentali, fino al sostegno delle varie case regnanti arabe ai diversi gruppi jihadisti il cui vero obbiettivo, come in Siria dove l’IS è nato, è stato quello di schiacciare le aspirazioni alla libertà e alla dignità che tanta gente araba con generoso coraggio ha manifestato in questi ultimi anni, a cominciare dalla rivoluzione siriana sulle cui macerie l'IS ha potuto rafforzarsi. Obbiettivo questo peraltro condiviso dal brutale regime di Assad e dei suoi alleati.
Tutta la politica si conferma essere nemica dell’umanità e delle sue migliori aspirazioni. E l’IS ne è l’espressione più feroce e perciò va contrastata. Se vince il califfato vince l’odio, la divisione, l’oppressione e la violenza. E questa è un minaccia per tutti. Lo sanno bene i nostri fratelli e le nostre sorelle di fede mussulmana, e non solo, che scappano della Siria e dell’Iraq. Lo sanno bene i tanti fratelli e sorelle mussulmane che si stanno opponendo e resistendo all’IS e al suo terribile progetto politico, a partire dai peshmerga curdi che ne stanno coraggiosamente rallentando l'avanzata. Come siamo vicini ai tanti fratelli e sorelle di fede islamica costretti a subire in questi giorni offese, da parte dei media, nella dignità del loro credo religioso. Le truppe di al-Baghdadi, come tanti imam hanno denunciato, tradiscono il messaggio del Profeta e sono fuori dall’Islam. Vogliamo unirci con i fratelli e le sorelle di fede islamica che hanno a cuore il bene dell’umanità. E’ il momento questo per la gente che ama la libertà, la giustizia e la pace, di schierarsi.
In questo senso vogliamo rinnovare il nostro impegno per l’accoglienza per tutte tutti e tutte. Oggi più che mai vogliamo far crescere il senso di umanità e solidarietà con i profughi che purtroppo non trovano la giusta accoglienza in Europa che, anzi, sta recependo l'iniziativa voluta in primo luogo dal ministro Alfano per lanciare l'operazione Frontex Plus, che prevede di soccorrere soltanto le barche dei profughi che si trovano nelle acque italiane, lasciando morire quelle che si trovano in acque internazionali. C’è un emergenza umana che richiede l’impegno convinto di tanti. Insieme con i fratelli e le sorelle profughe vogliamo impegnarci per costruire dialogo e unione in nome della nostra comune umanità. L’aspirazione ad una vita migliore e al benessere è di tutti. Dare accoglienza oggi significa anche schierarsi contro la violenza e la disumanità imperante, contro progetti politici di morte. Accogliere chi è più oppresso oggi può essere l’inizio per costruire una società più giusta e libera per tutti e tutte. In questo senso l’A3F fa proprio e aderisce all’appello del 17 agosto scorso rivolto dalla Comune umanista socialista e parteciperà alle assemblee cittadine sul tema: "Palestina, Iraq: come affrontare le guerre?".
Associazione antirazzista interetnica "3 Febbraio"
mail: napoli@a3f.org
tel: 3465708065
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Riportiamo qui l'appello della Comune Umanista Socialista del 17 agosto:
http://www.lacomuneonline.it/index.php?option=com_content&view=article&i...
Resistere contro l’Isis neonazista
L’Isis, ora sedicente Stato islamico, prosegue la sua sanguinosa e spietata espansione in Iraq.
Tra le inenarrabili efferatezze perpetrate contro le popolazioni, che hanno costretto centinaia di migliaia di persone alla fuga disperata, spicca il trattamento orribile riservato ai Yazidi, minoranza religiosa storicamente tra le più oppresse. Migliaia di essi hanno cercato rifugio nelle montagne del Sinjar, in condizioni drammatiche che hanno spinto, per motivi che appaiono come al solito strumentali, la Casa bianca e l’establishment del sistema democratico al lancio di viveri per le popolazioni perseguitate e ad operazioni aeree e di truppe speciali contro l’Isis.
L’Isis sta sempre più palesemente dimostrando di essere una formazione di tipo neonazista, per la sostanza del dominio che persegue, per le modalità e le forme scelte per farlo, che ostenta come messaggio terrificante rivolto a tutte e tutti. Filiazione diretta di alQaeda, con cui ha rotto e di cui è oggi concorrente, sta sanguinosamente conquistando ampi territori di un paese devastato prima da Saddam Hussein poi dal sistema a dominanza Usa, in particolare dall’invasione del 2003, che ha cercato di imporvi manu militari la democrazia, con conseguenze drammatiche per le popolazioni. L’Isis ne sta traendo direttamente ed indirettamente vantaggio e ha proclamato un sedicente califfato – richiamo che oltre un miliardo di musulmani giustamente ritengono un’offesa alla propria religione – che si prospetta come regno del terrore. Un regno da cui eliminare o espellere chiunque sia ritenuto inaccettabile o non assimilabile: ebrei, cristiani, yazidi e tutte le altre diversità religiose, ma anche musulmani sciiti, considerati miscredenti e traditori, e sunniti convinti di un’altra interpretazione del Corano e della Shari’a, ossia la maggioranza dei musulmani nel mondo. Giova rammentare a questo riguardo che l’Isis esce misteriosamente dal letargo e si rafforza grazie al suo contributo al soffocamento della rivoluzione in Siria, paese la cui popolazione è a stragrande maggioranza sunnita. Come sunniti sono in prevalenza i curdi, i cui peshmerga ( storiche milizie curde per l’indipendenza) sono stati il principale argine all’avanzata dell’Isis in Siria ed oggi in Iraq.
L’Isis rappresenta una minaccia per tutte le popolazioni ed in particolare per le donne irachene e dell’area, di qualunque confessione religiosa, appartenenza nazionale o etnica. Si tratta di un pericolo molto concreto e di tremenda natura che va immediatamente contrastato. Perciò esprimiamo il nostro sostegno fermo, come sempre non acritico, ai Peshmerga provenienti da tutti i paesi dell’area e da diverse organizzazioni, impegnati in prima linea in questo senso. Sosteniamo la resistenza e la mobilitazione popolare, l’unità di tutte le forze di matrice confessionale, nazionalista o altra ingaggiate nell’autodifesa e nella protezione di tutte le popolazioni senza distinzioni e discriminazioni. L’Isis e le formazioni ad esso affini minacciano i destini di tutte e tutti, cominciando dalle irachene e dagli iracheni. Scongiurare questa minaccia è una priorità per chiunque abbia, pur con idee e approcci differenti, sinceramente a cuore l’umanità ed il suo bene.
17 agosto 2014
La Comune Umanista Socialista
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