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Articolo de "Il Tempo" sulla manifestazione a Roma contro la guerra in Iraq
pagina web:
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=892533
Gli striscioni dei pacifisti: «Via da Nassiriya»
Nessun momento di tensione tra i manifestanti. Bertinotti: «È stato sconfitto il partito della guerra»
di EMANUELE DEL GRECO
ALLA fine ha vinto il buon senso e la libertà di manifestare senza eccessi. I timori dei giorni scorsi, le paure e le ansie che hanno preceduto lo svolgimento della manifestazione di ieri a Roma contro la guerra in Iraq in occasione del 3° anniversario dall’inizio delle ostilità, per fortuna sono stati smentiti. Il corteo, riunito in piazza Esedra alle spalle della stazione Termini, è partito alle 15 per arrivare alle 16,45 in piazza Navona dove è arrivato lo sciogliete le righe alle 18. Al massimo 10mila le presenze, anche se il solito balletto di numeri oscilla fino a arrivare a cifre cinque volte superiori. Tutto il percorso è stato controllato dalle forze dell’ordine, con l’assembramento maggiore di poliziotti a piazza Venezia, presidiata su tutti i lati. Le camionette del Reparto Mobile chiudevano via del Corso e Corso Vittorio Emanuele II, mentre una fitto cordone di agenti circondava il complesso del Vittoriano, ritenuto possibile obiettivo di eventuali atti vandalici. Di atti del genere, però, non ce ne sono stati, anzi, anche i cori che venivano scanditi dal corteo. Fuori dal coro, si sono uniti alla protesta anche i gruppi romani di Action, comitato autonomo per l’assegnazione delle case e del Gefis, Genitori Figli Sottratti, che da tempo manifesto in pianta stabile in via dei Fori Imperiali. I gruppi più folti, guidati in testa da Giuliana Sgrena, erano quelli dei Verdi, della Sinistra Radicale, dei Cobas, di Radici, di alcune delegazioni di Iraq, Palestina e Kurdistan e dei centri sociali, come già accennato, «onorati» dalla presenza di una rappresentanza del Leoncavallo milanese. Il serpentone, molto allungato, quando la testa aveva raggiunto piazza Navona era ancora dalle parti di largo Corrado Ricci, alla fine di via Cavour. Al grido di «via da Nassirya», come anticipato nel rispetto dei caduti italiani in Iraq, i manifestanti hanno chiesto a gran voce il ritiro delle truppe. Anche il temuto rogo di bandiere americane e israeliane non si è verificato, sotto gli occhi vigili dei leader politici intervenuti per l’occasione. Fausto Bertinotti si è unito alla carovana, ovviamente nel settore di Rifondazione Comunista e della Sinistra Radicale, all’altezza di via Cavour. Prima di abbandonare il gruppo, non molto dopo il suo arrivo, ha definito un successo la manifestazione: «Oggi è stato sconfitto il partito della guerra, ora il rischio è che il conflitto si estenda anche all’Iran». Poco lontano ha sfilato anche Oliviero Diliberto e ancora più avanti Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei Verdi, tra i maggiori sostenitori della protesta. Una volta arrivati a piazza Navona sul palco allestito dai comitati di «Iraq libero» ha tenuto il suo intervento Giuliana Sgrena, in particolare, chiedendo a gran voce il ritiro delle truppe dall’Iraq.
Analfabetismo: 6 milioni di Italiani non sanno leggere e scrivere
Impressionanti risultati della ricerca dell'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta all'Analfabetismo), basata sui dati ISTAT: 12 Italiani su 100 non hanno alcun titolo di studio, e risultano del tutto analfabeti.
Inoltre, il 36,5% degli italiani possiede solo la licenza elementare, e nemmeno i nuovi scolarizzati se la passano bene: il 20-25% degli studenti che escono dalla scuola media inferiore non sa leggere o scrivere.