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ITALIANO: Qualche giorno fa Prince Jerry si è tolto la vita buttandosi sotto un treno a Tortona.
Era un ragazzo di 25 anni, nigeriano, che viveva nel centro di Multedo a Genova.
Vogliamo esprimere vicinanza alla famiglia e ai suoi cari.
Quello di Jerry è stato un gesto di disperazione da parte di chi aveva affrontato un lungo viaggio sospinto proprio dalla speranza nella ricerca di una vita migliore. Una speranza che si è infranta contro leggi razziste che impediscono ad una parte dell’umanità di muoversi liberamente su questo pianeta e li costringono a lunghissime attese e procedure burocratiche infinite per cercare di ottenere un permesso di soggiorno che a Jerry era stato negato anche per colpa del nuovo decreto sicurezza.
È evidentemente la responsabilità dello Stato e del governo italiano per questa morte, come per le altre nel mediterraneo, ma ci pone anche davanti alla responsabilità di tutti nel cercare di vivere una possibile convivenza benefica.
Se Jerry si fosse sentito meno solo ad affrontare tutto questo, se avesse sentito maggiormente il calore umano delle persone vicine, se si fosse sentito parte di una comunità pronta a sostenerlo ancora in questo viaggio, che è la vita, forse avrebbe reagito diversamente.
Questa tragedia può farci riflettere per affrontare con più convinzione le divisioni, che vivono anche dentro i centri di accoglienza, per contrastare l’indifferenza e le ostilità razziste che vivono nei quartieri ma anche per migliorarci come persone solidali se sapremo mettere al centro e suscitare sentimenti positivi favorendo la conoscenza e non concentrandosi solo sulla pur necessaria lotta contro il decreto razzista.
Essere parte di un gruppo umano è un’esigenza che sentiamo tutti e tutte e che ci permette di vivere meglio. Possiamo provare anche nella nostra associazione ad essere un gruppo umano dove si impara a volersi bene, per questo ad essere persone migliori.
ENGLISH: A few days ago Prince Jerry took his own life throwing himself under a train in Tortona.
He was a 25-year-old Nigerian boy who lived in the center of Multedo in Genoa.
We want to express closeness to the family and their loved ones.
Jerry's was a gesture of desperation on the part of those who had faced a long journey driven by their hope for a better life.
A hope that has broken against racist laws that prevent a part of humanity to move freely on this planet and force them to long waits and endless bureaucratic procedures to try to obtain a residence permit that was denied to Jerry also because of guilt of the new security decree.
It is clearly the responsibility of the State and the Italian government for this death, as for the others in the Mediterranean, but it also places us in front of the responsibility of everyone in trying to live a possible beneficial cohabitation.
If Jerry had felt less alone in dealing with all this, if he had felt more the human warmth of the neighbors, if he had felt part of a community ready to support him still on this journey, which is life, perhaps he would have reacted differently.
This tragedy can make us reflect to face with greater conviction the divisions, which also live in the reception centers, to counter the indifference and racist hostility that live in neighborhoods but also to improve ourselves as supportive people if we can put at the center and arouse feelings positively favoring knowledge and not focusing only on the necessary fight against the racist decree.
Being part of a human group is a need that we all feel and that allows us to live better. We can also try in our association to be a human group where you learn to love each other, for this to be better people.
FRANCAIS: Il y a quelques jours, le prince Jerry s'est suicidé en se jetant dans un train à Tortona.
C'était un Nigérian de 25 ans qui vivait dans le centre de Multedo à Gênes.
Nous voulons exprimer la proximité avec la famille et leurs proches.
Jerry était un geste de désespoir de la part de ceux qui avaient fait face à un long voyage motivé par leur espoir d'une vie meilleure.
Un espoir qui a violé les lois racistes qui empêchent une partie de l'humanité de circuler librement sur cette planète et l'obligent à attendre longtemps et à des procédures bureaucratiques interminables pour tenter d'obtenir un permis de séjour qui a été refusé à Jerry également pour culpabilité du nouveau décret sur la sécurité.
C’est clairement la responsabilité de l’État et du gouvernement italien pour cette mort, comme pour les autres en Méditerranée, mais elle nous place également devant la responsabilité de chacun dans l’essai de vivre une cohabitation bénéfique éventuelle.
Si Jerry s'était senti moins seul face à tout cela, s'il avait senti davantage la chaleur humaine des voisins, s'il s'était senti comme faisant partie d'une communauté prête à le soutenir encore dans ce voyage de la vie, peut-être aurait-il réagi différemment.
Cette tragédie peut nous inciter à réfléchir pour faire face avec plus de conviction aux divisions, qui vivent également dans les centres d’accueil, pour contrer l’indifférence et l’hostilité raciste qui habitent les quartiers, mais aussi pour nous améliorer en tant que personnes de soutien si nous pouvons mettre au centre et susciter des sentiments favoriser positivement la connaissance et ne pas se concentrer uniquement sur la nécessaire lutte contre le décret raciste.
Faire partie d'un groupe humain est un besoin que nous ressentons tous et qui nous permet de mieux vivre. Nous pouvons également essayer dans notre association á être un groupe humain dans lequel nous apprenons à nous aimer, pour être de personnes meilleures.
(pour info mauroa3f@libero.it- 3474217649)
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