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Gruppo di cooperazione internazionale per la cultura dei diritti umani
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Sierra Leone. La società civile chiede più impegno e solidarietà da parte dell’Unione europea
Da alcuni anni EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani con sede in Italia, segue molto da vicino l’evoluzione della società sierraleonese, passata dagli anni della guerra civile, delle stragi e dei saccheggi a un periodo di pace e ricerca del benessere comune.
Un periodo che prosegue ancora oggi, dopo che la nazione africana ha dovuto affrontare, a partire dal 2014, la tragica emergenza dell’epidemia del virus Ebola. In quello stesso anno il poeta Roberto Malini e l’artista Dario Picciau, attivisti e co-presidenti con Glenys Robinson di EveryOne Group, hanno realizzato il progetto “Le stelle nella risaia” per promuovere, insieme alle istituzioni della Sierra Leone, quelle pubbliche e private veronesi, UNICEF e attraverso l’EXPO di MIlano 2015, la creazione di “villaggi intelligenti” nelle zone agricole del paese. Villaggi finalizzati a rendere autonome le popolazioni indigenti attraverso la produzione biologica razionalizzata del riso.
La favola illustrata “Le stelle nella risaia” è inoltre stata al centro di una campagna per sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di affrontare i drammi dell’indigenza e della fame attraverso la cooperazione internazionale.
Il 14 agosto 2017, dopo aver appreso degli effetti devastanti dell’alluvione che nelle prime ore del mattino aveva colpito la capitale Freetown e alcune zone limitrofe, EveryOne Group inviava un appello urgente alla Commissione europea e alle Nazioni Unite, chiedendo un intervento solidale immediato, economico e logistico, per aiutare le istituzioni locali ad affrontare la peggior catastrofe naturale mai verificatasi in Sierra Leone. “La Commissione europea è intervenuta con estrema urgenza,” spiegano i presidenti dell’organizzazione umanitaria, “ma probabilmente ha sottovalutato l’entità della tragedia. Lo stanziamento di trecentomila euro dimostra che l’Unione europea è vicina al popolo della Sierra Leone, ma le risorse che servono in questo momento per fronteggiare le emergenze sono di gran lunga maggiori. Anche le Nazioni Unite, che hanno erogato la somma di centocinquantamila euro**, probabilmente non hanno avuto il tempo di valutare le proporzioni del disastro e la gravità dell’emergenza umana, che vede migliaia di persone evacuate, fra le quali più di duemila bambini. Tutti senza più un tetto sulla testa né risorse per sopravvivere.
E’ importante che i fondi di solidarietà internazionale vengano aumentati in misura considerevole. Se pensiamo che l’Unione europea devolve circa trecento miliardi di euro annui alle spese militari, è facile rendersi conto della sproporzione rispetto agli investimenti in solidarietà orientati alla salvaguardia di vite umane e a garantire pace e stabilità ai popoli. Da questo passo di civiltà cui sono chiamate le istituzioni internazionali dipendono oggi la vita e il futuro di tante persone di Freetown”.
EveryOne Group è aggiornata in tempo reale sulla drammatica situazione che riguarda la popolazione colpita dall’alluvione, grazie
alla sinergia con la ONG “Betteh Life Salone", fondata e diretta da Edward Marcco Koroma e Jamil Sheriff. “Una situazione che richiede un intervento della massima urgenza da parte della comunità internazionale,” precisano i presidenti di EveyOne Group, “tanto che abbiamo inoltrato al Commissario Europeo per l’Aiuto Umanitario e la Gestione delle Crisi Christos Stylianides un nuovo appello, in cui lo ringraziamo dell’intervento effettuato, ma gli chiediamo di non sottovalutare la tragica condizione in cui si trovano ancora oggi le popolazioni delle aree colpite dal disastro e di agire con la massima solidarietà, stanziando risorse adeguate alle dimensioni della catastrofe che la Sierra Leone sta fronteggiando”.
"Le chiediamo, caro Commissario,” è scritto nell’appello, "di intervenire con mezzi consistenti, dimostrando quella solidarietà, quell’umanità, quella generosità e quell’amore che sono le fondamenta stesse del progetto dell’Unione europea. Le istituzioni della Sierra Leone hanno bisogno di un contributo economico e logistico da parte dell’Ue adeguato all’enormità della tragedia e alle necessità in cui si trova la gente rimasta senza casa e senza risorse. Solo così noi tutti saremo degni dei valori che promuoviamo attraverso la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e avremo meritato effettivamente il Premio Nobel per la Pace che l’Ue ha ricevuto nel 2012".
Il testo dell’appello riporta la terribile emergenza che sussiste tuttora nella zone della Sierra Leone colpite dall’alluvione, attraverso le parole dell’operatore umanitario sierraleonese Edward Marcco Koroma corredate da fotografie che mettono in luce la violenza con cui la natura ha devastato Freetown, ma anche la speranza nel futuro, ben rappresentata dai bambini tratti in salvo dalla ONG “Betteh Life Salone":
“Nelle prime ore di lunedì 14 agosto 2017 abbiamo sperimentato gli effetti della più grave catastrofe naturale che abbia mai colpito i nostro paese, quando l’alluvione ha reclamato più di mille vite umane, distruggendo abitazioni e infrastrutture, fra cui le scuole. Più di duemila bambini sono ora senza casa, orfani e privati dei mezzi basilari di sopravvivenza: cibo, medicine, indumenti. Bisogna restituire loro un avvenire. La condizione delle persone evacuate dalle zone colpite dal disastro necessita di aiuti urgenti, che finora non sono pervenuti. Ci auguriamo che la situazione cambi al più presto e che ci sia la possibilità di restituire ottimismo ai bambini e a tutte le persone colpite da una catastrofe senza precedenti”.
Nelle foto, un gruppo di bambini sopravvissuti, con gli operatori umanitari della ONG “Betteh Life Salone”; una strada di Freetown colpita dal disastro naturale e uno dei tragici momenti di recupero delle vittime.
*https://ec.europa.eu/echo/news/eu-sends-emergency-relief-sierra-leone_en
**http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=57358#.WaPzuK1ab1w
Un periodo che prosegue ancora oggi, dopo che la nazione africana ha dovuto affrontare, a partire dal 2014, la tragica emergenza dell’epidemia del virus Ebola. In quello stesso anno il poeta Roberto Malini e l’artista Dario Picciau, attivisti e co-presidenti con Glenys Robinson di EveryOne Group, hanno realizzato il progetto “Le stelle nella risaia” per promuovere, insieme alle istituzioni della Sierra Leone, quelle pubbliche e private veronesi, UNICEF e attraverso l’EXPO di MIlano 2015, la creazione di “villaggi intelligenti” nelle zone agricole del paese. Villaggi finalizzati a rendere autonome le popolazioni indigenti attraverso la produzione biologica razionalizzata del riso.
La favola illustrata “Le stelle nella risaia” è inoltre stata al centro di una campagna per sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di affrontare i drammi dell’indigenza e della fame attraverso la cooperazione internazionale.
Il 14 agosto 2017, dopo aver appreso degli effetti devastanti dell’alluvione che nelle prime ore del mattino aveva colpito la capitale Freetown e alcune zone limitrofe, EveryOne Group inviava un appello urgente alla Commissione europea e alle Nazioni Unite, chiedendo un intervento solidale immediato, economico e logistico, per aiutare le istituzioni locali ad affrontare la peggior catastrofe naturale mai verificatasi in Sierra Leone. “La Commissione europea è intervenuta con estrema urgenza,” spiegano i presidenti dell’organizzazione umanitaria, “ma probabilmente ha sottovalutato l’entità della tragedia. Lo stanziamento di trecentomila euro dimostra che l’Unione europea è vicina al popolo della Sierra Leone, ma le risorse che servono in questo momento per fronteggiare le emergenze sono di gran lunga maggiori. Anche le Nazioni Unite, che hanno erogato la somma di centocinquantamila euro**, probabilmente non hanno avuto il tempo di valutare le proporzioni del disastro e la gravità dell’emergenza umana, che vede migliaia di persone evacuate, fra le quali più di duemila bambini. Tutti senza più un tetto sulla testa né risorse per sopravvivere.
E’ importante che i fondi di solidarietà internazionale vengano aumentati in misura considerevole. Se pensiamo che l’Unione europea devolve circa trecento miliardi di euro annui alle spese militari, è facile rendersi conto della sproporzione rispetto agli investimenti in solidarietà orientati alla salvaguardia di vite umane e a garantire pace e stabilità ai popoli. Da questo passo di civiltà cui sono chiamate le istituzioni internazionali dipendono oggi la vita e il futuro di tante persone di Freetown”.
EveryOne Group è aggiornata in tempo reale sulla drammatica situazione che riguarda la popolazione colpita dall’alluvione, grazie
alla sinergia con la ONG “Betteh Life Salone", fondata e diretta da Edward Marcco Koroma e Jamil Sheriff. “Una situazione che richiede un intervento della massima urgenza da parte della comunità internazionale,” precisano i presidenti di EveyOne Group, “tanto che abbiamo inoltrato al Commissario Europeo per l’Aiuto Umanitario e la Gestione delle Crisi Christos Stylianides un nuovo appello, in cui lo ringraziamo dell’intervento effettuato, ma gli chiediamo di non sottovalutare la tragica condizione in cui si trovano ancora oggi le popolazioni delle aree colpite dal disastro e di agire con la massima solidarietà, stanziando risorse adeguate alle dimensioni della catastrofe che la Sierra Leone sta fronteggiando”.
"Le chiediamo, caro Commissario,” è scritto nell’appello, "di intervenire con mezzi consistenti, dimostrando quella solidarietà, quell’umanità, quella generosità e quell’amore che sono le fondamenta stesse del progetto dell’Unione europea. Le istituzioni della Sierra Leone hanno bisogno di un contributo economico e logistico da parte dell’Ue adeguato all’enormità della tragedia e alle necessità in cui si trova la gente rimasta senza casa e senza risorse. Solo così noi tutti saremo degni dei valori che promuoviamo attraverso la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e avremo meritato effettivamente il Premio Nobel per la Pace che l’Ue ha ricevuto nel 2012".
Il testo dell’appello riporta la terribile emergenza che sussiste tuttora nella zone della Sierra Leone colpite dall’alluvione, attraverso le parole dell’operatore umanitario sierraleonese Edward Marcco Koroma corredate da fotografie che mettono in luce la violenza con cui la natura ha devastato Freetown, ma anche la speranza nel futuro, ben rappresentata dai bambini tratti in salvo dalla ONG “Betteh Life Salone":
“Nelle prime ore di lunedì 14 agosto 2017 abbiamo sperimentato gli effetti della più grave catastrofe naturale che abbia mai colpito i nostro paese, quando l’alluvione ha reclamato più di mille vite umane, distruggendo abitazioni e infrastrutture, fra cui le scuole. Più di duemila bambini sono ora senza casa, orfani e privati dei mezzi basilari di sopravvivenza: cibo, medicine, indumenti. Bisogna restituire loro un avvenire. La condizione delle persone evacuate dalle zone colpite dal disastro necessita di aiuti urgenti, che finora non sono pervenuti. Ci auguriamo che la situazione cambi al più presto e che ci sia la possibilità di restituire ottimismo ai bambini e a tutte le persone colpite da una catastrofe senza precedenti”.
Nelle foto, un gruppo di bambini sopravvissuti, con gli operatori umanitari della ONG “Betteh Life Salone”; una strada di Freetown colpita dal disastro naturale e uno dei tragici momenti di recupero delle vittime.
*https://ec.europa.eu/echo/news/eu-sends-emergency-relief-sierra-leone_en
**http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=57358#.WaPzuK1ab1w
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Il terrorismo ha ucciso nel solo 2016 oltre 34 mila persone
Uno studio dell'Università del Maryland rivela che nel solo 2016 vi sono state nel mondo ben 34.676 vittime del terrorismo, di cui 238 in Europa.
Gli atti di terrorismo conosciuti sono stati, sempre nel 2016, 13.488. Numeri di una guerra, che non vanno sottovalutati e che devono vedere i popoli del nostro pianeta uniti contro la barbarie e a difesa della pace.
Gli atti di terrorismo conosciuti sono stati, sempre nel 2016, 13.488. Numeri di una guerra, che non vanno sottovalutati e che devono vedere i popoli del nostro pianeta uniti contro la barbarie e a difesa della pace.
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Alluvione in Sierra Leone, EveryOne Group: “Onu e Ue intervengano con urgenza”
EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani, ha trasmesso un appello urgente al Parlamento europeo, alla Commissione europea, al Consiglio dell’Ue e alle Nazioni Unite, chiedendo un intervento economico e logistico urgente a sostegno della popolazione della Sierra Leone colpita dalla recente alluvione.
Interi quartieri sono stati sommersi da un fiume di fango e il tragico bilancio di oltre trecento morti è probabilmente destinato a salire. I promotori dell’appello hanno un rapporto profondo con la gente della Sierra Leone: nel 2015 Roberto Malini ha ricevuto dalle istituzioni della nazione africana l’onorificenza di Poeta Laureato e Dario Picciau di Artista Laureato. Da alcuni anni i due artisti e difensori dei diritti umani, co-presidenti insieme a Glenys Robinson di EveryOne Group, sono impegnati in progetti di cultura e civiltà a sostegno delle popolazioni sierraleonesi che si trovano in gravi condizioni di indigenza e fame.
“Le case sono sommerse dal fango,” spiegano Malini e Picciau, “e almeno ottomila persone sono senza casa, in condizioni socio-sanitarie drammatiche. E’ fondamentale che la comunità internazionale agisca con la massima tempestività, mettendo a disposizione delle autorità locali risorse economiche e logistiche. Ogni ora che passa è causa della perdita di vite umane. Bisogna evacuare le famiglie rimaste senza casa, spianare le strade, effettuare operazioni di drenaggio. Mancano medicine, cibo, vestiti. E’ fondamentale prestare cure mediche ai malati con urgenza e prevenire le epidemie". Nel recente passato gli appelli promossi da EveryOne Group sono stati raccolti tempestivamente dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite; per esempio, nelle ore successive al terremoto in Ecuador e in occasione dell’alluvione in Perù.
“Il popolo della Sierra Leone è forte e coraggioso,” concludono i due autori e attivisti umanitari, “ma le famiglie colpite dal disastro di Freetown sono allo stremo delle forze e tutt’altro che al sicuro. Bisogna intervenire entro le prossime ore, con solidarietà e organizzazione, per evitare nuove perdite di vite umane e iniziare la ricostruzione dei quartieri colpiti dall’inondazione e dalle frane”.
Aggiornamento del 26 agosto
Unione europea e Nazioni Unite hanno risposto al nostro appello trasmesso loro in data 14 agosto, ma i loro interventi sono stati finora poco generosi e poco adeguati a una catastrofe di enormi proporzioni, che ha provocato - si stima - almeno mille vittime e lasciato migliaia di bambini, donne e uomini senza casa né risorse. La nostra azione di sensibilizzazione, il nostro dialogo con le istituzioni internazionali proseguiranno finché Europa e Onu non daranno una risposta adeguata, che potrebbe ancora salvare tante vite umane.
Nelle foto, immagini della catastrofe a Freetown e dintorni; un gruppo di bambini evacuati dalle aree colpite dall’alluvione, con i volontari della ong Betteh Life Salone
Interi quartieri sono stati sommersi da un fiume di fango e il tragico bilancio di oltre trecento morti è probabilmente destinato a salire. I promotori dell’appello hanno un rapporto profondo con la gente della Sierra Leone: nel 2015 Roberto Malini ha ricevuto dalle istituzioni della nazione africana l’onorificenza di Poeta Laureato e Dario Picciau di Artista Laureato. Da alcuni anni i due artisti e difensori dei diritti umani, co-presidenti insieme a Glenys Robinson di EveryOne Group, sono impegnati in progetti di cultura e civiltà a sostegno delle popolazioni sierraleonesi che si trovano in gravi condizioni di indigenza e fame.
“Le case sono sommerse dal fango,” spiegano Malini e Picciau, “e almeno ottomila persone sono senza casa, in condizioni socio-sanitarie drammatiche. E’ fondamentale che la comunità internazionale agisca con la massima tempestività, mettendo a disposizione delle autorità locali risorse economiche e logistiche. Ogni ora che passa è causa della perdita di vite umane. Bisogna evacuare le famiglie rimaste senza casa, spianare le strade, effettuare operazioni di drenaggio. Mancano medicine, cibo, vestiti. E’ fondamentale prestare cure mediche ai malati con urgenza e prevenire le epidemie". Nel recente passato gli appelli promossi da EveryOne Group sono stati raccolti tempestivamente dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite; per esempio, nelle ore successive al terremoto in Ecuador e in occasione dell’alluvione in Perù.
“Il popolo della Sierra Leone è forte e coraggioso,” concludono i due autori e attivisti umanitari, “ma le famiglie colpite dal disastro di Freetown sono allo stremo delle forze e tutt’altro che al sicuro. Bisogna intervenire entro le prossime ore, con solidarietà e organizzazione, per evitare nuove perdite di vite umane e iniziare la ricostruzione dei quartieri colpiti dall’inondazione e dalle frane”.
Aggiornamento del 26 agosto
Unione europea e Nazioni Unite hanno risposto al nostro appello trasmesso loro in data 14 agosto, ma i loro interventi sono stati finora poco generosi e poco adeguati a una catastrofe di enormi proporzioni, che ha provocato - si stima - almeno mille vittime e lasciato migliaia di bambini, donne e uomini senza casa né risorse. La nostra azione di sensibilizzazione, il nostro dialogo con le istituzioni internazionali proseguiranno finché Europa e Onu non daranno una risposta adeguata, che potrebbe ancora salvare tante vite umane.
Nelle foto, immagini della catastrofe a Freetown e dintorni; un gruppo di bambini evacuati dalle aree colpite dall’alluvione, con i volontari della ong Betteh Life Salone
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Traffico di esseri umani: come eravamo e come siamo
Nascono sempre più spesso pagine Facebook contro il razzismo: un fenomeno virtuoso che serve a denunciare una delle piaghe più terribili che affliggono le nostre società.
In quel periodo il traffico di esseri umani veniva combattuto concretamente ed efficacemente, grazie alla cooperazione fra Nazioni Unite, Unione europea e organizzazioni umanitarie come EveryOne Group e New Generation Fondation for Human Rights. Oggi i trafficanti agiscono indisturbati, protetti da istituzioni e autorità, collegati alle mafie internazionali. Il governo italiano - forse inconsapevolmente, per ignoranza del fenomeno - stringe accordi proprio con i governi e i gruppi collusi con il più orrido malaffare oppure combatte le Ong (che fra mille errori almeno si impegnano per salvare vite umane) e i ragazzini di 17/18 anni costretti dai criminali (che restano sempre sulla terraferma) a fungere da "scafisti", per pagare così la traversata. Questi giovani profughi, che sono a propria volta vittime, subiscono poi pesanti condanne nelle corti di giustizia italiane, perché neanche i magistrati hanno una conoscenza sufficiente delle dinamiche del traffico. Le organizzazioni umanitarie che risultarono decisive nelle operazioni di lotta al traffico di profughi e che salvarono numerosissime vite umane hanno ancora la competenza per consigliare le autorità internazionali su come agire per colpire i trafficanti (quelli veri!), ma non vengono ascoltate ed è stata applicata nei loro confronti la più stretta censura mediatica.
In quel periodo il traffico di esseri umani veniva combattuto concretamente ed efficacemente, grazie alla cooperazione fra Nazioni Unite, Unione europea e organizzazioni umanitarie come EveryOne Group e New Generation Fondation for Human Rights. Oggi i trafficanti agiscono indisturbati, protetti da istituzioni e autorità, collegati alle mafie internazionali. Il governo italiano - forse inconsapevolmente, per ignoranza del fenomeno - stringe accordi proprio con i governi e i gruppi collusi con il più orrido malaffare oppure combatte le Ong (che fra mille errori almeno si impegnano per salvare vite umane) e i ragazzini di 17/18 anni costretti dai criminali (che restano sempre sulla terraferma) a fungere da "scafisti", per pagare così la traversata. Questi giovani profughi, che sono a propria volta vittime, subiscono poi pesanti condanne nelle corti di giustizia italiane, perché neanche i magistrati hanno una conoscenza sufficiente delle dinamiche del traffico. Le organizzazioni umanitarie che risultarono decisive nelle operazioni di lotta al traffico di profughi e che salvarono numerosissime vite umane hanno ancora la competenza per consigliare le autorità internazionali su come agire per colpire i trafficanti (quelli veri!), ma non vengono ascoltate ed è stata applicata nei loro confronti la più stretta censura mediatica.
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I nuovi respingimenti
Il premier libico Fayez al Serraj e Paolo Gentiloni stanno giungendo a un accordo che prevede il supporto tecnico da parte del governo italiano alla Libia riguardo alle politiche su migranti e profughi, con una massiccia presenza di unità navali italiane in acque libiche, "per contrastare i trafficanti di esseri umani".
In realtà si tratta di un piano di respingimenti istituzionalizzati, in violazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951. Sappiamo tutti che i trafficanti operano sulla terraferma, godendo spesso della protezione delle autorità. Gli scafisti sui barconi sono invece, in genere, migranti disperati, cui i predoni affidano l'incarico di tenere la rotta verso le coste italiane. Non disponendo del denaro per pagare la traversata, assumono quel ruolo, con le conseguenze giuridiche che esso comporta una volta terminato il viaggio.
In realtà si tratta di un piano di respingimenti istituzionalizzati, in violazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951. Sappiamo tutti che i trafficanti operano sulla terraferma, godendo spesso della protezione delle autorità. Gli scafisti sui barconi sono invece, in genere, migranti disperati, cui i predoni affidano l'incarico di tenere la rotta verso le coste italiane. Non disponendo del denaro per pagare la traversata, assumono quel ruolo, con le conseguenze giuridiche che esso comporta una volta terminato il viaggio.
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Genova combatte i poveri, non la povertà
Anziché combattere la povertà, la giunta comunale di Genova - sulle orme della precedente - combatte i poveri. Nessuno ne parla con parole di sdegno e denuncia.
Almeno cento associazioni che dichiarano di occuparsi di diritti umani tacciono indifferenti di fronte a un'autentica persecuzione contro i gruppi sociali indigenti ed emarginati. Nel centro storico avviene quotidianamente una repressione capillare di poveri, mendicanti e venditori di strada. Ora questa linea dura - che sostituisce programmi di assistenza, che sarebbero invece necessari per debellare il disagio sociale - si è spostata anche a Sampierdarena, con un nuovi sgomberi e nuove operazioni repressive che colpiscono le persone più vulnerabili. E non si può neanche sperare nella cosiddetta "opposizione", che si rispecchia nelle politiche del nuovo sindaco. Si può solo operare con buona volontà per dare un minimo sostegno e gli opportuni consigli alle famiglie perseguitate.
Almeno cento associazioni che dichiarano di occuparsi di diritti umani tacciono indifferenti di fronte a un'autentica persecuzione contro i gruppi sociali indigenti ed emarginati. Nel centro storico avviene quotidianamente una repressione capillare di poveri, mendicanti e venditori di strada. Ora questa linea dura - che sostituisce programmi di assistenza, che sarebbero invece necessari per debellare il disagio sociale - si è spostata anche a Sampierdarena, con un nuovi sgomberi e nuove operazioni repressive che colpiscono le persone più vulnerabili. E non si può neanche sperare nella cosiddetta "opposizione", che si rispecchia nelle politiche del nuovo sindaco. Si può solo operare con buona volontà per dare un minimo sostegno e gli opportuni consigli alle famiglie perseguitate.
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Ong come lavanderie
Finanziamenti e sostegno in cambio di un... servizio di lavanderia.
Molte Ong restituiscono a istituzioni, agenzie di influenza politica e aziende una parvenza di pulizia morale e di dimensione umanitaria dietro congrui riconoscimenti economici, spazio sui media e diverse forme di supporto. Chi davvero si occupa di diritti umani e civili, lo fa quasi sempre con le proprie risorse, circondato da ostilità, colpito da repressione e in condizioni di grave difficoltà.
Molte Ong restituiscono a istituzioni, agenzie di influenza politica e aziende una parvenza di pulizia morale e di dimensione umanitaria dietro congrui riconoscimenti economici, spazio sui media e diverse forme di supporto. Chi davvero si occupa di diritti umani e civili, lo fa quasi sempre con le proprie risorse, circondato da ostilità, colpito da repressione e in condizioni di grave difficoltà.
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Tortura, finalmente è reato anche in Italia
Dopo quasi dieci anni di impegno nei confronti del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa - cui abbiamo presentato dossier, testimonianze e appelli - affinché venisse fatta pressione sulle istituzioni italiane riguardo all'introduzione del reato di tortura, EveryOne Group accoglie con soddisfazione l'approvazione alla Camera del testo che introduce il nuovo delitto.
La repressione subita dai nostri attivisti che hanno denunciato tanti abusi commessi dalle forze dell'ordine non è bastata a fermare questo passo di civiltà, che non è stato "spontaneo" nel nostro paese, ma richiesto proprio dal Consiglio d'Europa, che ringraziamo.
La repressione subita dai nostri attivisti che hanno denunciato tanti abusi commessi dalle forze dell'ordine non è bastata a fermare questo passo di civiltà, che non è stato "spontaneo" nel nostro paese, ma richiesto proprio dal Consiglio d'Europa, che ringraziamo.
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G20: vincono le politiche prive di responsabilità e civiltà
G20: passo indietro sul clima. Mentre si afferma l'irreversibilità dell'accordo di Parigi, si accetta un grave compromesso che permette a uno stato dei 20, gli Usa, di attuare una politica climatica individuale.
Una politica irresponsabile, che promuove ancora i combustibili fossili. Di fatto, è stata abbandonata la via virtuosa, con conseguenze che potrebbero condurre il mondo a un punto di non ritorno. Si segnala inoltre un passo indietro, drammatico, sul tema delle migrazioni: a causa dell'opposizione di Russia e Cina, non saranno previste sanzioni contro i trafficanti di esseri umani. Il clima diplomatico è surreale. Mentre lotta alla criminalità, politiche virtuose sul clima e diritti umani vengono traditi e calpestati, i leader del G20 rilasciano dichiarazioni improntate all'ottimismo, indifferenti alla crisi di civiltà che - con i loro sorrisi e le loro strette di mano - hanno aperto.
Una politica irresponsabile, che promuove ancora i combustibili fossili. Di fatto, è stata abbandonata la via virtuosa, con conseguenze che potrebbero condurre il mondo a un punto di non ritorno. Si segnala inoltre un passo indietro, drammatico, sul tema delle migrazioni: a causa dell'opposizione di Russia e Cina, non saranno previste sanzioni contro i trafficanti di esseri umani. Il clima diplomatico è surreale. Mentre lotta alla criminalità, politiche virtuose sul clima e diritti umani vengono traditi e calpestati, i leader del G20 rilasciano dichiarazioni improntate all'ottimismo, indifferenti alla crisi di civiltà che - con i loro sorrisi e le loro strette di mano - hanno aperto.
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Profughi: nuove soluzioni umanitarie che garantiscano i loro diritti
Il problema è che le istituzioni non fanno nulla di efficace né in Italia né nei paesi da cui i profughi partono. Anziché finanziare i governi di Libia, Egitto, Niger ecc.
per dare la caccia ai migranti e incarcerarli, si dovrebbe, con UNHCR, fondare villaggi di accoglienza temporanea (non però gli attuali lager, ma luoghi dove si possa vivere dignitosamente) nei paesi indicati, valutare bene lo status dei profughi e prevedere - quando non vi sono titoli per l'asilo - un rimpatrio sicuro cessato il periodo di emergenza. Quindi monitorare la condizione dei migranti dopo il rimpatrio, per evitare abusi. Si spenderebbe molto meno, non si avrebbero morti in mare (o comunque si limiterebbero di molto), si eviterebbe di accogliere i non aventi diritto e soprattutto si garantirebbero condizioni di vita umane a chi fugge da un problema umanitario.
Abbiamo inviato un appello alle istituzioni internazionali affinché intraprendano nuove soluzioni umanitarie che garantiscano i diritti di migranti e profughi e pongano fine alla tragedia delle morti in mare.
per dare la caccia ai migranti e incarcerarli, si dovrebbe, con UNHCR, fondare villaggi di accoglienza temporanea (non però gli attuali lager, ma luoghi dove si possa vivere dignitosamente) nei paesi indicati, valutare bene lo status dei profughi e prevedere - quando non vi sono titoli per l'asilo - un rimpatrio sicuro cessato il periodo di emergenza. Quindi monitorare la condizione dei migranti dopo il rimpatrio, per evitare abusi. Si spenderebbe molto meno, non si avrebbero morti in mare (o comunque si limiterebbero di molto), si eviterebbe di accogliere i non aventi diritto e soprattutto si garantirebbero condizioni di vita umane a chi fugge da un problema umanitario.
Abbiamo inviato un appello alle istituzioni internazionali affinché intraprendano nuove soluzioni umanitarie che garantiscano i diritti di migranti e profughi e pongano fine alla tragedia delle morti in mare.
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Chi è responsabile della strage di migranti in mare?
Il 3% dei migranti che dal Nordafrica affrontano la traversata verso l'Italia perde la vita.
E' un dato tragico che esprime la totale inadeguatezza delle procedure di soccorso in mare.
Altri 126 migranti partiti giovedì scorso dalla Libia sono morti a causa di un naufragio. Solo quattro i superstiti.
Recentemente EveryOne Group ha fatto presente alla Commissione europea i dati relativi alle morti in mare, chiedendo con urgenza l'applicazione di un programma efficace di tutela delle vite dei migranti.
La Commissione - dopo aver assicurato di dedicare grande attenzione al destino dei migranti e dei profughi - ha risposto che attualmente l'Unione europea non è responsabile della sorte di chi attraversa il mare in cerca di un'opportunità di sopravvivenza: "Caro signor Malini, la ricerca e il salvataggio dei migranti sono affidati ai Centri di coordinamento del salvataggio marittimo (MRCCs) degli Stati membri, mentre l'Unione europea non ha alcuna competenza su di essi". Così, mentre i politici italiani scaricano le responsabilità sull'Europa, che a propria volta afferma che sono invece i governi ad averne, la carneficina prosegue senza che le istituzioni alzino un dito per evitarla o quantomeno limitarla.
E' un dato tragico che esprime la totale inadeguatezza delle procedure di soccorso in mare.
Altri 126 migranti partiti giovedì scorso dalla Libia sono morti a causa di un naufragio. Solo quattro i superstiti.
Recentemente EveryOne Group ha fatto presente alla Commissione europea i dati relativi alle morti in mare, chiedendo con urgenza l'applicazione di un programma efficace di tutela delle vite dei migranti.
La Commissione - dopo aver assicurato di dedicare grande attenzione al destino dei migranti e dei profughi - ha risposto che attualmente l'Unione europea non è responsabile della sorte di chi attraversa il mare in cerca di un'opportunità di sopravvivenza: "Caro signor Malini, la ricerca e il salvataggio dei migranti sono affidati ai Centri di coordinamento del salvataggio marittimo (MRCCs) degli Stati membri, mentre l'Unione europea non ha alcuna competenza su di essi". Così, mentre i politici italiani scaricano le responsabilità sull'Europa, che a propria volta afferma che sono invece i governi ad averne, la carneficina prosegue senza che le istituzioni alzino un dito per evitarla o quantomeno limitarla.
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Non è la violenza lo strumento contro il razzismo
Nascono sempre più spesso pagine Facebook contro il razzismo: un fenomeno virtuoso che serve a denunciare una delle piaghe più terribili che affliggono le nostre società.
Quando però all'intolleranza si oppongono propositi di vendetta, intimidazioni e minacce gravi, allora non si può che riconoscere - desolatamente - che la cura è pericolosa quanto il male e che qualsiasi progetto di civiltà si allontana.
Su una pagina che denuncia il tenore intollerante di una recente manifestazione nel norditalia, in cui residenti ed esponenti della destra chiedevano lo sgombero di un insediamento etnico, si leggono senza alcuna moderazione commenti come questo (da cui ho cancellato gli insulti, irriferibili, che si alternavano alle minacce): "Stasera passerò da casa tua e mi sa che farai una brutta fine. Tu non servi sulla terra, ma sotto terra. Sarai circondata. Ti faccio allo spiedo e ti faccio mangiare dai cani randagi".
Sono fatti gravi, che andrebbero stigmatizzati con decisione e non accettati quali risposte ad atteggiamenti intolleranti. Se è in questo che si sta trasformando l'antirazzismo, è un cambiamento che va ripensato e a cui difensori dei diritti umani e persone di civiltà devono dire no senza esitazione.
Quando però all'intolleranza si oppongono propositi di vendetta, intimidazioni e minacce gravi, allora non si può che riconoscere - desolatamente - che la cura è pericolosa quanto il male e che qualsiasi progetto di civiltà si allontana.
Su una pagina che denuncia il tenore intollerante di una recente manifestazione nel norditalia, in cui residenti ed esponenti della destra chiedevano lo sgombero di un insediamento etnico, si leggono senza alcuna moderazione commenti come questo (da cui ho cancellato gli insulti, irriferibili, che si alternavano alle minacce): "Stasera passerò da casa tua e mi sa che farai una brutta fine. Tu non servi sulla terra, ma sotto terra. Sarai circondata. Ti faccio allo spiedo e ti faccio mangiare dai cani randagi".
Sono fatti gravi, che andrebbero stigmatizzati con decisione e non accettati quali risposte ad atteggiamenti intolleranti. Se è in questo che si sta trasformando l'antirazzismo, è un cambiamento che va ripensato e a cui difensori dei diritti umani e persone di civiltà devono dire no senza esitazione.
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La Repubblica: Poesia in Natura - Giornata Mondiale dell’Ambiente con Genova Poesia
Il 5 giugno Genova ospita presso La Passeggiata Librocaffè, in piazza Santa Croce, l’evento internazionale di poesia, musica e arte “Im With Nature”, patrocinato dalle Nazioni Unite, dalle 18:00, con Renzo Bonissone, Kirsten Capurso, Steed Gamero, Angelo Guarnieri, Daniela Malini, Roberto Malini, Beatrice Marchetti, Mauro Milani, Dario Picciau, Fabio Patronelli, Silvia Peschiera, Ginevra Triuzzi.
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Giornata Mondiale dell’Ambiente a Genova: performance poetica internazionale
Un evento sostenuto dalle Nazioni Unite e organizzato da Genova Poesia con La Passeggiata Librocaffè, EveryOne Group, 100 Thousand Poets for Change e altre realtà che si impegnano nella difesa del pianeta: "La poesia, se esce da salotti e torri d’avorio e cammina nelle strade del mondo,” spiegano gli autori, "ha ancora la forza per contribuire al cambiamento della società".
Genova, 30 maggio 2017
Il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, Genova ospiterà l’evento internazionale “I’m With Nature”, performance di poesia, musica e arte patrocinato ufficialmente dalle Nazioni Unite (Un Environment) e inserito nella mappa delle iniziative del World Environment Day a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. L’evento - che si svolgerà nel centro del capoluogo ligure, in piazza Santa Croce n° 53, presso La Passeggiata Librocaffè - è organizzato da Genova Poesia, in collaborazione con EveryOne Group, 100 Thousand Poets for Change e altre organizzazioni che propongono arte e cultura quali strumenti di impegno civile a tutela della natura e dei diritti umani. La Giornata Mondiale dell’Ambiente è stata proclamata proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1972 e si celebra ogni anno il 5 giugno.
“Genova Poesia è frutto di lunghe e profonde esperienze letterarie, umane e civili. Si propone di portare nella città della Lanterna un modo nuovo di fare arte e cultura,” spiegano gli organizzatori, “e l’evento per la Giornata Mondiale dell’Ambiente sancisce una collaborazione internazionale con le Nazioni Unite per dire no agli abusi ambientali. I poeti, i musicisti e gli artisti che terranno le loro performance sono autori che hanno conseguito numerosi premi letterari in Italia e all’estero, ma contemporaneamente sono in prima linea da tanti anni per la difesa dell’ambiente. Alcuni di loro hanno svolto durante lo scorso inverno un’azione fondamentale per evitare la riapertura della pericolosa centrale a carbone nel porto genovese. La poesia, se esce da salotti e torri d’avorio e cammina nelle strade del mondo, ha ancora la forza per contribuire al cambiamento della società. Accanto ai veterani, l’evento 'I’m With Nature’ vedrà fra i protagonisti autori e musicisti giovani e giovanissimi, animati dallo stesso spirito di innovazione positiva. Ringraziamo Fabio Caccia e il suo bellissimo locale La Passeggiata Librocaffè per l’accoglienza e il sostegno all'evento”.
A pochi giorni dal debutto della XXII edizione del Festival Internazionale di Poesia “Parole spalancate", dunque, Genova ospiterà un significativo evento di poesia e civiltà, i cui autori si rivolgono al pubblico e alle istituzioni internazionali. “Siamo amici del Festival di Poesia di Genova,” dicono gli organizzatori, “e siamo orgogliosi di ‘aprire le danze’ in città, a tre giorni dall’inizio della rassegna, con i poeti che cambiano la letteratura e difendono la natura”. Gli autori che si alterneranno ai microfoni, sono Renzo Bonissone, Kirsten Capurso, Steed Gamero, Angelo Guarnieri, Daniela Malini, Roberto Malini, Beatrice Marchetti, Mauro Milani, Dario Picciau, Fabio Patronelli, Silvia Peschiera, Ginevra Triuzzi. "Poeti, artisti e musicisti oltre l’indifferenza,” spiegano in una nota, “oltre la celebrazione del vacuo e del consumo, oltre la crisi morale che attraversa la cultura e la società di oggi. Due generazioni di autori che si incontrano e lavorano insieme, per influire sulla coscienza collettiva e rivegliare attenzione verso un pianeta agonizzante e verso il destino delle generazioni future”.
Genova, 30 maggio 2017
Il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, Genova ospiterà l’evento internazionale “I’m With Nature”, performance di poesia, musica e arte patrocinato ufficialmente dalle Nazioni Unite (Un Environment) e inserito nella mappa delle iniziative del World Environment Day a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. L’evento - che si svolgerà nel centro del capoluogo ligure, in piazza Santa Croce n° 53, presso La Passeggiata Librocaffè - è organizzato da Genova Poesia, in collaborazione con EveryOne Group, 100 Thousand Poets for Change e altre organizzazioni che propongono arte e cultura quali strumenti di impegno civile a tutela della natura e dei diritti umani. La Giornata Mondiale dell’Ambiente è stata proclamata proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1972 e si celebra ogni anno il 5 giugno.
“Genova Poesia è frutto di lunghe e profonde esperienze letterarie, umane e civili. Si propone di portare nella città della Lanterna un modo nuovo di fare arte e cultura,” spiegano gli organizzatori, “e l’evento per la Giornata Mondiale dell’Ambiente sancisce una collaborazione internazionale con le Nazioni Unite per dire no agli abusi ambientali. I poeti, i musicisti e gli artisti che terranno le loro performance sono autori che hanno conseguito numerosi premi letterari in Italia e all’estero, ma contemporaneamente sono in prima linea da tanti anni per la difesa dell’ambiente. Alcuni di loro hanno svolto durante lo scorso inverno un’azione fondamentale per evitare la riapertura della pericolosa centrale a carbone nel porto genovese. La poesia, se esce da salotti e torri d’avorio e cammina nelle strade del mondo, ha ancora la forza per contribuire al cambiamento della società. Accanto ai veterani, l’evento 'I’m With Nature’ vedrà fra i protagonisti autori e musicisti giovani e giovanissimi, animati dallo stesso spirito di innovazione positiva. Ringraziamo Fabio Caccia e il suo bellissimo locale La Passeggiata Librocaffè per l’accoglienza e il sostegno all'evento”.
A pochi giorni dal debutto della XXII edizione del Festival Internazionale di Poesia “Parole spalancate", dunque, Genova ospiterà un significativo evento di poesia e civiltà, i cui autori si rivolgono al pubblico e alle istituzioni internazionali. “Siamo amici del Festival di Poesia di Genova,” dicono gli organizzatori, “e siamo orgogliosi di ‘aprire le danze’ in città, a tre giorni dall’inizio della rassegna, con i poeti che cambiano la letteratura e difendono la natura”. Gli autori che si alterneranno ai microfoni, sono Renzo Bonissone, Kirsten Capurso, Steed Gamero, Angelo Guarnieri, Daniela Malini, Roberto Malini, Beatrice Marchetti, Mauro Milani, Dario Picciau, Fabio Patronelli, Silvia Peschiera, Ginevra Triuzzi. "Poeti, artisti e musicisti oltre l’indifferenza,” spiegano in una nota, “oltre la celebrazione del vacuo e del consumo, oltre la crisi morale che attraversa la cultura e la società di oggi. Due generazioni di autori che si incontrano e lavorano insieme, per influire sulla coscienza collettiva e rivegliare attenzione verso un pianeta agonizzante e verso il destino delle generazioni future”.
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Il Festival di Poesia di Milano ha applaudito i poeti per i diritti umani
Al Festival Internazionale di Poesia di Milano il pubblico ha riservato applausi entusiastici e ha stretto in un abbraccio emozionante i poeti Roberto Malini, Steed Gamero e Daniela Malini. Una performance indimenticabile per la memoria della Shoah e i diritti umani. Magia al violino di Giampaolo Verga. Dalla Repubblica Ceca, un prezioso Tripode per Roberto Malini.
di Alfred Breitman
Milano, 14 maggio 2017. A chi pensa che la poesia stia attraversando una fase di crisi e non sia più in grado di suscitare passione ed entusiasmo nel pubblico risponde il Festival Internazionale di Poesia di Milano con uno dei suoi eventi di punta di ieri, sabato 13 maggio 2017, quando gli autori Roberto Malini, Steed Gamero e Daniela Malini hanno interpretato i loro versi nella Sala delle Culture del MUDEC di via Tortona, con il commento al violino del maestro Giampaolo Verga. Presentati dal direttore artistico del Festival Milton Fernández - che si è dichiarato orgoglioso di ospitare la loro performance dedicata alle minoranze emarginate, alla memoria delle persecuzioni e ai diritti umani - gli autori hanno dato vita a un evento toccante, in cui il pathos fra gli spettatori, poesia dopo poesia, si faceva sempre più vivo e quasi intimo, in una progressione di emozioni e civiltà. Daniela ha cantato la forza e la fragilità dell’essere umano, la sua infinita solitudine e il suo sogno di raggiungere un’evoluzione oltre l’egoismo e la violenza. Versi ispirati, parte della raccolta “Cenere sulle ciglia”. Steed ha interpretato la rabbia e la dolcezza dei giovani emarginati, che le società moderne non difendono e che sono costretti a resistere con la forza dei sogni, eroi - e supereroi - in un mondo spietato. Poesie dal libro uscito in edizione bilingue italiano-spagnolo “I ragazzi della casa del Sole”. Roberto ha interpretato, sussurrato, gridato, cantato, aprendo brecce e squarci fra la memoria della Shoah (con la poesia “I tuoi occhi”, dedicata a Liliana Segre) e la tragica atttualità del presente, in cui dignità e vita di tanti esseri umani sono annientate nell’indifferenza di chi invece ha il privilegio del benessere. Crescendo straziante, commovente, profondamente civile la lettura della poesia “Romell Broom”, cha affronta il tema della pena di morte. I protagonisti dell’evento hanno letto anche versi dei grandi poeti peruviani Blanca Varela, Manuel Scorza e César Vallejo. Daniela si è cimentata anche nell’accompagnamento di alcuni versi con l’handpan, strumento a percussione che deriva dalle campane tibetane. Il violino di Giampaolo ha creato un tessuto di suoni - da improvvisazioni astratte a Bach - e di ambienti sonori in cui le voci degli autori sono state sempre valorizzate. Roberto ha presentato al pubblico lo splendido, antico Tripode in bronzo e argento che il Museo Internazionale di Cultura Rom della Repubblica Ceca e altre istituzioni culturali gli hanno donato, come riconoscimento al suo lavoro di poeta e difensore dei diritti umani. Il pubblico ha accolto la performance dei tre poeti con applausi calorosi e al termine della lettura-concerto numerosi spettatori hanno voluto stringere la mano agli autori e complimentarsi con loro. “Si è creato un rapporto vibrante con il pubblico di Milano,” hanno commentato, commossi, gli autori. “Spettatori e poeti, abbiamo vissuto momenti in cui la poesia si è trasformata in amore. Abbiamo cantato la tragedia e l’eroismo degli oppressi e la gente ci ha accompagnati con quel sentimento universale che Shakespeare descrisse bene con i suoi versi inimitabili: più ne diamo, più ne riceviamo, perché è un dono infinito”. Il successo della performance deve inoltre un grazie all’impegno di Katherinne Osorio, che ha voluto i tre poeti al Festival e si è occupata con cura del loro reading. Milton Fernández ha creato fin dall’inizio un clima di ospitalità e attenzione verso gli autori, che sono contemporaneamente difensori dei diritti umani, mentre tutta l’organizzazione - e segnatamente Cristina Tedesco, responsabile della programmazione, Cristiana Zamparo e Alessia Graziano - si è prodigata perché i poeti fossero a perfetto agio ed esprimessero compiutamente la loro qualità performante.
Nelle foto, da sinistra: Daniela Malini, Roberto Malini e Steed Gamero; il direttore artistico del Festival Milton Fernández presenta la lettura-concerto; momenti della lettura-concerto; foto di gruppo con, da sinistra, Steed Gamero, Roberto Malini, Dario Picciau (artista e regista), Dario Malini (scrittore), Carol Morganti (autrice e storica dell’arte)
di Alfred Breitman
Milano, 14 maggio 2017. A chi pensa che la poesia stia attraversando una fase di crisi e non sia più in grado di suscitare passione ed entusiasmo nel pubblico risponde il Festival Internazionale di Poesia di Milano con uno dei suoi eventi di punta di ieri, sabato 13 maggio 2017, quando gli autori Roberto Malini, Steed Gamero e Daniela Malini hanno interpretato i loro versi nella Sala delle Culture del MUDEC di via Tortona, con il commento al violino del maestro Giampaolo Verga. Presentati dal direttore artistico del Festival Milton Fernández - che si è dichiarato orgoglioso di ospitare la loro performance dedicata alle minoranze emarginate, alla memoria delle persecuzioni e ai diritti umani - gli autori hanno dato vita a un evento toccante, in cui il pathos fra gli spettatori, poesia dopo poesia, si faceva sempre più vivo e quasi intimo, in una progressione di emozioni e civiltà. Daniela ha cantato la forza e la fragilità dell’essere umano, la sua infinita solitudine e il suo sogno di raggiungere un’evoluzione oltre l’egoismo e la violenza. Versi ispirati, parte della raccolta “Cenere sulle ciglia”. Steed ha interpretato la rabbia e la dolcezza dei giovani emarginati, che le società moderne non difendono e che sono costretti a resistere con la forza dei sogni, eroi - e supereroi - in un mondo spietato. Poesie dal libro uscito in edizione bilingue italiano-spagnolo “I ragazzi della casa del Sole”. Roberto ha interpretato, sussurrato, gridato, cantato, aprendo brecce e squarci fra la memoria della Shoah (con la poesia “I tuoi occhi”, dedicata a Liliana Segre) e la tragica atttualità del presente, in cui dignità e vita di tanti esseri umani sono annientate nell’indifferenza di chi invece ha il privilegio del benessere. Crescendo straziante, commovente, profondamente civile la lettura della poesia “Romell Broom”, cha affronta il tema della pena di morte. I protagonisti dell’evento hanno letto anche versi dei grandi poeti peruviani Blanca Varela, Manuel Scorza e César Vallejo. Daniela si è cimentata anche nell’accompagnamento di alcuni versi con l’handpan, strumento a percussione che deriva dalle campane tibetane. Il violino di Giampaolo ha creato un tessuto di suoni - da improvvisazioni astratte a Bach - e di ambienti sonori in cui le voci degli autori sono state sempre valorizzate. Roberto ha presentato al pubblico lo splendido, antico Tripode in bronzo e argento che il Museo Internazionale di Cultura Rom della Repubblica Ceca e altre istituzioni culturali gli hanno donato, come riconoscimento al suo lavoro di poeta e difensore dei diritti umani. Il pubblico ha accolto la performance dei tre poeti con applausi calorosi e al termine della lettura-concerto numerosi spettatori hanno voluto stringere la mano agli autori e complimentarsi con loro. “Si è creato un rapporto vibrante con il pubblico di Milano,” hanno commentato, commossi, gli autori. “Spettatori e poeti, abbiamo vissuto momenti in cui la poesia si è trasformata in amore. Abbiamo cantato la tragedia e l’eroismo degli oppressi e la gente ci ha accompagnati con quel sentimento universale che Shakespeare descrisse bene con i suoi versi inimitabili: più ne diamo, più ne riceviamo, perché è un dono infinito”. Il successo della performance deve inoltre un grazie all’impegno di Katherinne Osorio, che ha voluto i tre poeti al Festival e si è occupata con cura del loro reading. Milton Fernández ha creato fin dall’inizio un clima di ospitalità e attenzione verso gli autori, che sono contemporaneamente difensori dei diritti umani, mentre tutta l’organizzazione - e segnatamente Cristina Tedesco, responsabile della programmazione, Cristiana Zamparo e Alessia Graziano - si è prodigata perché i poeti fossero a perfetto agio ed esprimessero compiutamente la loro qualità performante.
Nelle foto, da sinistra: Daniela Malini, Roberto Malini e Steed Gamero; il direttore artistico del Festival Milton Fernández presenta la lettura-concerto; momenti della lettura-concerto; foto di gruppo con, da sinistra, Steed Gamero, Roberto Malini, Dario Picciau (artista e regista), Dario Malini (scrittore), Carol Morganti (autrice e storica dell’arte)
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Strage di cristiani copti in Egitto
Terroristi hanno assaltato con armi da fuoco un autobus a Meniah, causando una strage di cristiani copti.
I media locali parlano di almeno 23 morti e numerosi feriti. La comunità internazionale non può restare a guardare indifferente.
I media locali parlano di almeno 23 morti e numerosi feriti. La comunità internazionale non può restare a guardare indifferente.
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Combattere l'omofobia
Genova, 17 maggio 2017. Oggi è la Giornata mondiale contro l'omofobia. Nonostante la presenza di numerose ong, in Italia i giovani (e anche i meno giovani) omosessuali sono soli. Li si getta in pasto ai media quando un caso eclatante serve ad ottenere visibilità, mentre ai casi "comuni" è riservata indifferenza.
Durante la nostra lunga esperienza nella difesa dei loro diritti, abbiamo potuto contare sulla cooperazione di privati cittadini (difensori dei diritti umani), mentre il mondo delle ong vive spesso un'insana competizione e rivela in quei casi di non avere finalità umanitarie.
Ai giovani porto l'esempio di Patrick, difensore dei diritti umani ugandese, che con le proprie forze e senza alcun supporto ha dato speranza a tante persone Lgbt. E per tanti profughi, fuggiti da paesi che perseguitano gay e lesbiche, ha ottenuto asilo o protezione umanitaria con azioni umanitarie mirate (spesso in sinergia con EveryOne Group: altro manipolo di "pazzi" che credono nel lavoro disinteressato per un progetto di civiltà).
"Insieme per un mondo migliore": è la formula di saluto con cui Patrick e io concludiamo i nostri scambi di mail e messaggi. Ed è la formula con cui nella Giornata mondiale contro l'omofobia saluto i difensori dei diritti umani che si battono davvero contro una delle forme più odiose di discriminazione.
Durante la nostra lunga esperienza nella difesa dei loro diritti, abbiamo potuto contare sulla cooperazione di privati cittadini (difensori dei diritti umani), mentre il mondo delle ong vive spesso un'insana competizione e rivela in quei casi di non avere finalità umanitarie.
Ai giovani porto l'esempio di Patrick, difensore dei diritti umani ugandese, che con le proprie forze e senza alcun supporto ha dato speranza a tante persone Lgbt. E per tanti profughi, fuggiti da paesi che perseguitano gay e lesbiche, ha ottenuto asilo o protezione umanitaria con azioni umanitarie mirate (spesso in sinergia con EveryOne Group: altro manipolo di "pazzi" che credono nel lavoro disinteressato per un progetto di civiltà).
"Insieme per un mondo migliore": è la formula di saluto con cui Patrick e io concludiamo i nostri scambi di mail e messaggi. Ed è la formula con cui nella Giornata mondiale contro l'omofobia saluto i difensori dei diritti umani che si battono davvero contro una delle forme più odiose di discriminazione.
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Genova: serve una rete a difesa delle famiglie Rom
Dopo lo sgombero di Genova-Bolzaneto è importante che si crei una rete di difensori dei diritti umani in contatto con le famiglie Rom e Sinte ancora in città.
E' fondamentale monitorare (chiedendo i loro numeri telefonici e fornendo un contatto) la loro condizione di fronte all'intolleranza istituzionale che mette in atto sgomberi improvvisi e azioni che tolgono i minori ai genitori, senza che la parte sana della società civile possa intervenire con gli strumenti giuridici e l'attivismo nonviolento. In nome della sicurezza, si perseguitano persone vulnerabili ed emarginate. I giusti servono adesso.
E' fondamentale monitorare (chiedendo i loro numeri telefonici e fornendo un contatto) la loro condizione di fronte all'intolleranza istituzionale che mette in atto sgomberi improvvisi e azioni che tolgono i minori ai genitori, senza che la parte sana della società civile possa intervenire con gli strumenti giuridici e l'attivismo nonviolento. In nome della sicurezza, si perseguitano persone vulnerabili ed emarginate. I giusti servono adesso.
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