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- Rassegna stampa sull'Appello delle e degli ambulanti di Via Bologna - Napoli
- Gli immigrati contro la criminalità: racconto della giornata del 1° Agosto 2021 a Sant'Antimo (NA) - Rassegna stampa e Foto
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- Rassegna stampa sulla riapertura simbolica del mercato interetnico di Via Bologna, a Napoli - 17 Aprile 2021
- Rassegna stampa sul presidio degli ambulanti del mercato interetnico di Via Bologna - 10 Aprile 2021
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- Employee Regularization Norms 2020
- SULLA REGOLARIZZAZIONE 2020
- Contro il razzismo - sanatoria e libertà per tutti/e gli immigrati/e
Quando la carta vale più della propria pelle
Purtroppo tutti abbiamo visto come questa affermazione non è una metafora ma la triste realtà per milioni di immigrati, anche per quelli che dopo immani peripezie riescono a regolarizzarsi e ad avere il famoso “pezzo di carta”, ovvero il titolo di soggiorno in Italia.
Ieri a Napoli Svetlana ha rischiato la propria vita per recuperare il soggiorno. E' rimasta ustionata, dopo essere riuscita a far evacuare gli anziani che erano nella casa andata in fiamme in via dei Mille.
A nulla sono servite le grida di chi voleva trattenerla, e tutto questo perché a suo dire, e con la conferma puntuale dei poliziotti intervistati, senza quelle “carte” Svetlana per questo Stato non sarebbe stata nessuno. Nonostante sia qui da anni, nonostante si prenda cura di altri italiani che ne hanno bisogno, nonostante sia conosciuta dalla gente del posto. Nonostante parli l'italiano e forse è anche a conoscenza più di tanti noi della nostra storia.
Ad un anno dalla morte di Ibrahime Diop.Per non dimenticare.
Per non dimenticare, visto che la magistratura dimentica……
Il 18 agosto 2005 a Napoli nel corso di una rapina viene barbaramente accoltellato e ucciso un giovane senegalese,si chiamava Ibrahime Diop e aveva 24 anni. La famiglia di Ibrahime e l’associazione “3 febbraio” si costituiscono parte civile. Dopo pochi giorni in un campeggio in Puglia viene arrestato un giovane napoletano, è l’assassino di Ibrahime.Identificato anche grazie al contributo offerto dall’unico testimone oculare,un immigrato irregolare senegalese che era in compagnia di Ibrahime e che per testimoniare al processo aveva ottenuto un permesso speciale per motivi di giustizia.
A fianco dei nostri fratelli in Palestina e Libano
Per il diritto all’autodetrminazione dei popoli
Da giorni è in atto la guerra di Israele sostenuto dagli altri governi, Usa in testa, contro le popolazioni del Libano e il popolo palestinese.
Questo Stato fin dalla sua fondazione ha usato una violenza militare enorme nel tentativo di fiaccare la resistenza di milioni di persone che lottano per la propria terra. Nonostante i bombardamenti, la violenza inaudita, la distruzione di infrastrutture, non ci stanno riuscendo. La forza della gente del Libano, la resistenza anche militare che Hezbollah sta opponendo all’invasione di Israele, ci dicono che c’è qualcosa di più potente del fuoco degli eserciti. Il popolo palestinese ce lo dimostra da oltre cinquant’anni con la sua resistenza ad Israele. Questa è la forza di un’intera popolazione che lotta per la sua dignità, per la sua terra, per vivere bene. Per queste ragioni il nostro schieramento a fianco del popolo palestinese e libanese è forte e determinato.
Oltre le bandiere
di Mamadou Ly
I mondiali di calcio – quelli del 2006 ormai volgono verso il termine – fanno parte di quegli eventi che catalizzano l’attenzione di centinaia di milioni di persone e si impongono all’attenzione di tutte e di tutti per un mese.
Per molti sono l’occasione di consapevolezza concentrata e più o meno pensata di vivere in un mondo notevolmente più vasto del proprio, di avere passioni ed interessi condivisi con milioni di altri individui, molto lontani e diversi da sé ma che ugualmente gioiscono o soffrono per le performance della “propria” squadra o le prodezze di tale o tal’altro campione.
Permessi di soggiorno falsi: condannato un truffatore
Questa mattina il giudice Andrea Casella della VII sezione penale del Tribunale di Napoli ha condannato in primo grado Vincenzo Cimmino, incensurato, a un anno e sei mesi (con sospensione della pena) e al pagamento di 6000 € per truffa ed estorsione nei confronti di Bambore Tonkougna, cittadino del Burkina Faso.
Il signor Cimmino aveva preteso da Bambore i soldi per la regolarizzazione secondo la legge Bossi-Fini senza poi inviare la documentazione e versare la somma per la sanatoria all'INPS, come è successo in decine di altri casi. In questo caso, come risulta dalle indagini svolte dalla polizia, il Cimmino ha persino fornito una ricevuta di versamento risultata falsa intorno alla quale non si esclude che ci sia stata una complicità all'interno dell'ufficio postale.