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Comunicato dei partecipanti alla Marcia Disperata della Giusta Speranza.
In seguito agli aberranti fatti avvenuti negli ultimi mesi nelle coste italiane e in particolare ai 73 morti eritrei e ai meccanismi politici che vedono l'Italia e la sanguinaria dittatura libica collaborare in questione di immigrazione, un gruppo di giovani provenienti da tutta Italia uniti da percorsi pacifisti e antirazzisti, hanno deciso di prendere parte a quella che è stata definita "la marcia disperata della giusta speranza".
Dopo una fase organizzativa durata circa cinque mesi ed elaborata in seguito ad un'altra esperienza che Anna Secchiaroli e Nicola Arboscelli hanno vissuto in un cammino di pace in Israele e in Palestina, finalmente il 30 Settembre una carovana è partita de Palermo diretta a Roma per convergere il 17 Ottobre alla manifestazione nazionale antirazzista.
La marcia ha la speranza di cambiare la condizione degli immigrati nel nostro paese e in particolare chiede:
A) la fine immediata dei respingimenti verso la Libia e degli accordi con questo paese in relazione ai flussi migratori.
B) l'abrogazione del nuovo decreto legge denominato "pacchetto sicurezza".
C) la regolarizzazione di tutti i lavoratori immigrati presenti sul territorio italiano.
Dopo aver toccato alcuni punti strategici del territorio siciliano e calabrese, il 9 Ottobre siamo partiti a piedi da Napoli a seguito dell'evento di sensibilizzazione che in ogni tappa cerchiamo di attuare e che prevede: la proiezione dei film/documentari "Come un uomo sulla terra" di A. Segre e "Respinti" della redazione RAI; una raccolta firme, nonché un dialogo con le comunità di immigrati sul territorio e con la popolazione locale. Inoltre per rafforzare il sentito impegno di questa iniziativa due dei nostri compagni hanno intrapreso uno sciopero della fame che si protrarrà ad oltranza fino ad una concreta risposta del governo italiano.
Ci hanno accolto e sostenuto nelle varie tappe percorse: il laboratorio Z di Palermo, i laici Comboniani di Agrigento, i centri sociali Cartiera di Reggio Calabria, la Casba di Cosenza e l'ex canapificio di Caserta, i padri Comboniani di Napoli e Castel Volturno, la parrocchia del S. Salvatore di Terracina e l'ARCI di Latina.
Facciamo appello alla coscienza civile dal 17 ottobre in poi rimanendo in piazza e facendo seria pressione al governo italiano affinché le nostre voci vengano ascoltate.
Terra, libertà e amore per tutti
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