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Con la lotta dei rifugiati di Milano

Da diversi giorni i rifugiati in lotta a Milano hanno deciso di non tornare nei dormitori e di dormire in piazza Oberdan.

I rifugiati e richiedenti asilo dopo i 15 giorni di tempo concordati con il comune di Milano per una soluzione dignitosa cioè la richiesta dei loro diritti, non hanno ricevuto alcuna risposta.
Nelle assemblee che si sono svolte giovedì 7 maggio hanno deciso di fare una manifestazione cittadina che partisse dai giardini di porta Venezia fino a piazza della scala.
Il pomeriggio l'Associazione 3 Febbraio è andata in questura insieme ad una loro rappresentanza per richiedere l’autorizzazione.
La questura ha negato la manifestazione adducendo come motivazione “che devono essere garantiti i diritti di tutti”, proponendoci solo un presidio in piazza Duca d’Aosta (Stazione Centrale). Non ci è stato concesso nemmeno un percorso alternativo.
L'Associazione 3 Febbraio insieme ai rifugiati ha ribadito che il nostro mandato era quello di chiedere la manifestazione, contestando le misere motivazioni che ci davano. Abbiamo parlato con il capo di gabinetto dottor Ostuni che ha continuato a dire che avrebbero negato la manifestazione, con minacce e intimidazioni di ogni tipo. Rivolgendosi a Paulus ha detto che “la protezione umanitaria può essere ritirata” e “possiamo rispedirti nel tuo paese”.
A quel punto abbiamo replicato che ciò dovesse accadere sarebbero responsabili della morte di chi faranno ritornare.
Questo per far capire il clima di arroganza e violenza di cui i rifugiati di Milano sono stati oggetto. E' importante informare immediatamente le forze, le associazioni e le realtà della solidarietà che abbiamo dato appuntamento per venerdì 8 maggio alla questura centrale di Fatebenefratelli alle ore 10.30 assieme ad una delegazione di profughi per ribadire il diritto di manifestare.

Associazione 3 Febbraio di Milano