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Il dramma degli immigrati bloccati in Libia, e i passi indietro di Papa Francesco sull’accoglienza…

Il dramma degli immigrati bloccati in Libia

I passi indietro di Papa Francesco sull’accoglienza…

Nostri simili, che cercano salvezza, sfuggendo a guerre e privazioni, questa è la gente che emigra.
Lottiamo con loro, e la loro speranza di vivere meglio è anche la nostra.
Per queste ragioni abbiamo salutato positivamente l’impegno di Papa Francesco per l’accoglienza agli immigrati. Dal viaggio a Lampedusa alla messa celebrata al confine tra Usa e Messico, alle parole contro i potenti che non aprono il cuore e le loro porte agli immigrati, alla proposta di ospitare in ogni parrocchia una famiglia di profughi. Nell'incontro mondiale dei movimenti popolari a cui la nostra associazione è stata invitata in Vaticano il 5 novembre 2016, ha ribadito tutto questo.

Oggi invece, mentre milioni di persone sono maltrattate e torturate in Libia dagli stessi aguzzini che prima li mettevano sui barconi e ora, foraggiati dallo Stato italiano, ne impediscono le partenze, dice nell’incontro con i giornalisti sul volo di ritorno dalla Colombia:  “credo, ho l’impressione che il governo italiano sta facendo di tutto per lavori umanitari, di risolvere anche problemi che non può assumere”. E aggiunge: “il problema dei migranti è: primo, un cuore aperto, sempre anche per un comandamento di Dio, ricevere… Ma un governo deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza” e per essere più chiaro continua: “ Cosa significa? Primo. Quanti posti ho.”

Dov'è quella visione dell’umanità finora propugnata contro l’indifferenza e la logica dello scarto? Dobbiamo ribadire anche a lui che il posto sulla terra c’è? Pensiamo al patrimonio immobiliare dismesso e inutilizzato in questo Paese o a interi centri abitati che si spopolano! È un problema di numeri? Nell’Europa così grande e ricca dove il calo delle nascite è conclamato, il problema è il posto che non c’è per chi viene da fuori? E, seppure i nodi sono inestricabili a causa di un sistema che genera povertà e guerre, perché dare la croce a chi fugge? Qual è il problema: il posto che non c’è o i cuori che dovrebbero aprirsi, non meno delle menti, con fiducia nel prossimo e nei mezzi che abbiamo per accogliere?

Francesco merita rispetto per quei barlumi di umanità dimostrati stando a fianco dei bisognosi, ma ancora di più lo meritano i nostri fratelli e sorelle che emigrano per salvarsi. Le sue parole sono gravi e ingiuste. In nome della salvezza di vite umane non possiamo accettare nessun calcolo politico, non c’è convenienza che tenga. Siamo al loro fianco insieme alla gente di buona volontà che ha a cuore veramente l’umanità: dai volontari delle Ong che non si piegano ai diktat del governo, ai giuristi, ai giornalisti coraggiosi, agli stessi religiosi che si impegnano per l’accoglienza. La nostra è senza condizioni per tutti i profughi e gli immigrati.

Chiunque ha a cuore l’umanità si schieri!

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA INTERETNICA "3 FEBBRAIO"
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