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Dopo l’incendio divampato nel ghetto di San Ferdinando / Rosarno (RC). Tra razzismo e sfruttamento...che valore ha la vita?

Dopo l’incendio divampato nel ghetto di San Ferdinando

Tra razzismo e sfruttamento...che valore ha la vita?

Dinanzi alla cenere e all’odore acre della baraccopoli di San Ferdinando, vicino a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, andata in fiamme nella notte di sabato 27 gennaio, Issa, ghanese, tra le lacrime si sfoga «A nessuno importa di noi. Io vorrei solo un lavoro e una casa. Vorrei vivere tranquillo». «Non è possibile. Ci trattano come bestie» rincalza Mamadou, mentre un ragazzo senegalese sconsolato riflette «Potevamo morire tutti». L’incendio è costata la vita di Becky Moses, ragazza nigeriana di appena 26 anni.

Un’altra vita spezzata dal razzismo e dalla schiavitù.

Migliaia gli immigrati che vivono in condizioni disumane e che sono sfruttati. Vivono nelle campagne del foggiano o del casertano, ma anche a nord, come a Cona (VE), e svolgono i lavori più diversi dalla raccolta della frutta al facchinaggio, con paghe da fame.

Invece di blaterare sul blindare le frontiere o di firmare accordi nefandi con i peggiori sgherri per fermare l’arrivo degli immigrati, ci si dovrebbe adoperare per un’accoglienza degna e più umana. Per fare solo un esempio, nella sola Piana di Gioia Tauro, secondo alcune stime, ci sarebbero almeno 35 mila appartamenti vuoti da poter usare per garantire un tetto e un’abitazione decorosa a chi lavora e fa andare avanti l’economia di questo paese. Perciò non è una questione di spazi, ma di scelte e di valori.

Oggi la vita di tutti è sempre più in pericolo. Tante le minacce: dal terrorismo, che continua a uccidere, come a Kabul in questi giorni, o all’incuria, è il caso del deragliamento del treno Trenord a Pioltello (MI). Sono fatti diversi certo, ma non sono né una fatalità, né possono essere la normalità. Alla base c’è la triste convinzione che la vita delle persone è sacrificabile.

Mentre ci stringiamo al dolore che ha colpito i familiari e i conoscenti di Becky e a tutte le altre vittime, rivolgiamo un appello ad ogni persona di buona volontà ad unirsi per costruire una società più libera, aperta e solidale, per difendere assieme la vita e la dignità di tutti, contro tutti i razzismi ed ogni forma di sfruttamento.

Chi ha a cuore l’umanità si schieri!

29/01/2018

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA INTERETNICA "3 FEBBRAIO"

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