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La speranza della vita contro violenza e cattiveria

La speranza della vita contro violenza e cattiveria

Stazione di Budapest come ieri quelle di Milano, Ventimiglia, Skpoie, Belgrado, Kos, Lampedusa. Ancora umiliazioni. Si marchiano i profughi come fa la polizia ceca o si assiste alla pietosa conta dei morti, più toccante e straziante, quando riguarda bimbi. E' successo a Bodrum, in Turchia. La foto del bimbo di due anni, siriano, raccolto da un poliziotto turco, fa il giro del mondo. Il poliziotto turco non riesce neanche ad abbassare gli occhi sul piccolo naufrago, è troppo. Ma è troppo per questo nostro piccolo fratello e per tante donne, bambini e uomini massacrati in una troppo ingiusta guerra e per i tantissimi che sfuggo da quegli inferni. Si alzano muri, si schierano eserciti ma la spinta alla vita non si ferma. E' negli occhi dei profughi che con dignità manifestano a Budapest per un elementare diritto quello all'accoglienza e di poter raggiungere i propri cari. Tutto questo è negato. E' questa la guerra degli Stati europei contro gli immigrati. I razzisti invece come sciacalli, dopo l'efferato delitto di una coppia di anziani a Biancavilla, attribuito ad un ivoriano del centro di Mineo, chiedono la chiusura del CARA e delle frontiere. Questo brutale delitto, come tutti, va condannato. La colpa di un singolo non può essere la colpa di tutti. Allora dopo l'omicidio di Erba (CO), commesso da due italiani che sgozzarono una donna e il suo bambino qualche anno fa, un'intera città si sarebbe dovuta evacuare? Non si possono criminalizzare tutti gli immigrati per un immigrato criminale. E poi perché non prendono tanto spazio gli episodi di eroismo di tanti immigrati che salvano le persone o sventano rapine rimettendoci la vita come quel signore dell’Ucraina in provincia di Napoli? E' possibile tollerare tutto questo? Sottomettersi alla normalità del razzismo e dell’egoismo. Tollerare la strage continua e permanente di vite umane, lo schiavismo nelle campagne, l'umiliazione continua dei profughi? Ammettere che in nome delle frontiere si perdano vite umane? La tragedia umana degli immigrati non si può nascondere e dovrebbe muovere a scelte migliori e solidali. Sappiamo che tanta gente vuole reagire, e lo fa con rispetto e dedizione dalle strade di Berlino fino all’Islanda e ai luoghi di transito di tanti immigrati. Vogliamo cercare e unire questa gente che non dimentica la propria umanità. La stiamo incontrando e con loro, con i nostri fratelli e sorelle, stiamo provando ad affermare dignità e accoglienza. Come a Napoli dove abbiamo vinto una lotta importante impedendo che 15 nostri fratelli finissero per strada riuscendo a far venire meno la decisione dell'espulsione decretata dalla Prefettura. Una strada possibile per affermare diritti minimi elementari c’è e dobbiamo percorrerla insieme. Per questo ci siamo uniti con associazioni, gruppi e singoli in una rete che si chiama #iosonocometeaccoglimi. Un impegno minimo da diffondere per migliorare la vita di tutti.

No alle stragi in mare, aprire subito corridoi umanitari per tutti i profughi

Diritto al soggiorno umanitario e accoglienza per tutti i richiedenti asilo

Lotta alla schiavitù ed emersione per tutti coloro che sono costretti al lavoro irregolare

No alla tratta e allo sfruttamento dei minori che giungono qui in quanto profughi da parte di organizzazioni criminali

No alla corruzione e alle speculazioni sull’emergenza dei profughi

Associazione Nazionale Antirazzista e Interetnica "3 Febbraio"
www.a3f.org

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